martedì 19 marzo 2024
Il presidente di Acea e Ceo di Renault: "Servono più cooperazione e una strategia globale per difendere 13 milioni di lavoratori e il loro futuro"
Luca De Meo

Luca De Meo - Ansa

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Un documento di venti pagine indirizzato all'Europa, e alle sue politiche presenti e future, che che è un vero e proprio appello in difesa dell'automobile. Luca de Meo, presidente di Acea - l'associazione che riunisce tutti i costruttori europei - e Ceo di Renault Group, ha reso pubblica la sua lettera inviata ai principali decision maker e stakeholder continentali. In questo documento, disponibile in una dozzina di lingue, si rivolge a tutti i protagonisti della vita politica: "In vista dei dibattiti che alimenteranno la campagna elettorale - scrive de Meo - ritengo opportuno far sentire la mia voce per dare un contributo alle scelte sulla politica giusta».

Quella de De Meo è fondamentalmente un'esortazione affinché l’Europa si mobiliti per realizzare con successo e in modo sinergico la transizione energetica dell’industria automobilistica. Ma anche per fare di questo periodo di trasformazione senza precedenti un trampolino di lancio per il rinnovamento industriale dell’Europa, sviluppando collaborazioni e portando avanti progetti di ampio respiro tra settori pubblici e privati. «Abbiamo già visto con Airbus ciò che l’Europa è in grado di fare. Intensificando le iniziative di cooperazione, metteremo la nostra industria sulla strada del rinnovamento.»

Il presidente dell'Acea parte da una diagnosi dell'intera industria dell'auto europea e ne sottolinea il contributo sociale ed economico: 13 milioni di occupati, cioè il 7% della forza lavoro totale, 102 milioni di avanzo commerciale, 17% della spesa totale in ricerca e sviluppo. "Nonostante questo, stiamo assistendo a crescenti segnali di indebolimento che, non intervenendo, potrebbero essere motivo di reale preoccupazione", scrive de Meo, ponendo l'accento sullo spostamenteo del baricentro verso l'Asia e sugli effetti del passaggio alla mobilità elettrica, definita "una sfida enorme che trasforma profondamente l’industria". L'automobile- aggiunge - oggi sta affrontando una concorrenza sbilanciata: «Gli Stati Uniti incentivano, i cinesi pianificano, gli europei invece regolamentano».

De Meo non mette in discussione il Green Deal o la necessità di una mobilità a basse emissioni, ma chiede che vengano riesaminate le condizioni di attuazione di questa strategia globale. E per questo formula sette raccomandazioni e otto misure per sviluppare una vera e propria politica industriale europea, competitiva e decarbonizzata: l’Europa deve inventare un modello ibrido - spiega - coinvolgendo le maggiori 200 città europee nell’elaborazione della strategia di decarbonizzazione, istituendo una «Champions League industriale per premiare gli attori impegnati nella transizione, creando aree economiche verdi in cui si possano concentrare gli investimenti e gli incentivi per la transizione energetica. All’avanguardia della rivoluzione elettrica, il Ceo di Renault Group propone infine il lancio di dieci grandi progetti europei in ambiti strategici, che vanno ben oltre l’industria automobilistica: promuovere le piccole auto europee, naturalmente, ma anche rivoluzionare le consegne dell’ultimo miglio, sviluppare le infrastrutture di ricarica e la tecnologia V2G, aumentare la competitività dell’Europa nel settore dei semiconduttori.

"L’industria automobilistica europea - continua nella sua lettera - si è mobilitata. Ma ha urgentemente bisogno che l’Unione Europea crei le condizioni necessarie per la nascita di un vero e proprio ecosistema per la mobilità a basse emissioni di carbonio". Dunque, si chiede alle istituzioni di "definire una strategia industriale per l’Europa in cui l’industria automobilistica sia uno dei pilastri principali", riunire "intorno a un tavolo tutte le parti interessate per sviluppare questa strategia", "porre fine all’attuale sistema basato sull’introduzione continua di nuove norme, la fissazione di scadenze e la minaccia di multe in caso di non applicazione", "adottare un approccio orizzontale", "ricreare le capacità di approvvigionamento di materie prime e componenti elettronici, sviluppare le nostre competenze nel software e stabilire una sovranità europea nel cloud".



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