mercoledì 22 novembre 2017
Due giovani imprenditori puntano alla qualità e alla presentazione del prodotto per far gustare a tutto il mondo "la perla della Persia"
Dall'Iran i datteri prelibati
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Mohamed e Hamid sono due giovani imprenditori iraniani. Vendono i datteri di Mazafati da Bam, detto "la perla della Persia" per la sua prelibatezza. I due soci sono molto attenti alla qualità del prodotto, alla presentazione e al confezionamento. Gli stabilimenti dove impacchettano i datteri sono moderni e attenti a coniugare tecnologia e tradizione nel rispetto dei sapori e dei gusti dei mercati stranieri.

Questi dolcissimi frutti ricchi di proprietà (grazie al loro contenuto di zuccheri naturali, vitamine, sali minerali e fibre) saranno, insieme ad altri prodotti tipici dell’Iran (che sarà il Paese d’onore dell’edizione 2017), alcuni tra i principali protagonisti.

«I datteri hanno una storia molto antica - spiega Seyed Mohammad Torabi di Onice, azienda che si occupa della loro produzione e commercializzazione - sono citati anche nel Corano e sono stati un vero e proprio alimento base per le persone che non avevano da mangiare, una specie di pasto completo. Per produzione di datteri l’Iran è il secondo Paese al mondo dopo l’Egitto: parliamo di oltre un milione di tonnellate di datteri all’anno, che è una cifra molto alta. La cosa strana è che il 90% dei datteri prodotti in Iran è consumato internamente, ed è per questo che il dattero iraniano non è molto conosciuto a livello internazionale. Inoltre l’Iran è un Paese molto legato alle sue tradizioni culinarie: per esempio si beve moltissimo tè, che si dolcifica con una zolletta di zucchero o con lo stesso dattero, perché è uno zucchero naturale, che viene anche assimilato dal nostro corpo molto facilmente, senza creare i problemi degli zuccheri raffinati».

I datteri vengono prodotti in moltissime zone dell’Iran, che però non hanno grandi giacimenti d’acqua. La caratteristica principale di Bam, invece, è che è una città in cui d’estate si raggiungono sì altissime temperature, ma sotto la terra c’è una ricchissima falda acquifera a cui le piante possono accedere. Per questo i datteri di Bam risultano molto pastosi, sono molto diversi dai datteri del Nord Africa, la buccia è molto più sottile, si sciolgono quasi in bocca. «Noi - sottolinea l'imprenditore - cerchiamo sempre di selezionare la qualità più alta di datteri, che cresce nello strato intermedio della pianta, che non prende direttamente il sole, solo ma il calore».

Purtroppo nel 2003 Bam è stata colpita da un violento terremoto, che ha provocato migliaia di vittime. Questo evento ha avuto delle conseguenze anche sulle coltivazioni. A Bam vivevano molti coltivatori: a causa del sisma molte famiglie sono state distrutte e i terreni sono rimasti senza proprietari. Altre persone si sono trasferite in altre città più grandi, per cui la zona si è svuotata ed è calata la produzione. Ma Bam ha anche altri problemi: il primo è il riscaldamento globale. È vero che il dattero resiste alle alte temperature, ma sempre entro certi limiti. Purtroppo negli ultimi anni il caldo sta aumentando e sta rovinando le colture. C’è poi un secondo problema: i produttori, per accontentare la grandissima richiesta (anche delle esportazioni), stanno producendo molto di più, ma la quantità di acqua è sempre la stessa e di conseguenza ogni albero ha a disposizione meno acqua. «Per innaffiare le palme - conclude Mohamed - bisogna ricorrere ad altra acqua, perciò i costi di produzione inevitabilmente salgono. Un albero di palma ci mette 80 anni prima di avere una produzione consistente, ma adesso grazie ad alcuni processi e alla tecnologia agronomica questo tempo si è dimezzato, anche se parliamo di minimo 30 anni».

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