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Reuters
Elevata incertezza sul Pil italiano nel 4° trimestre, dopo lo stop nel 3°: da un lato, la fiducia è bassa, l'industria in crisi, l'export debole, l'Eurozona fiacca; dall'altro, al rialzo: il trend di crescita del turismo e dei servizi, il proseguimento del calo dei tassi, l'inflazione ridotta, l'attuazione del Pnnr. I fattori congiunturali spingono al rialzo, ma frenano alcuni ostacoli strutturali. E' il quadro che emerge dalla Congiuntura flash realizzata da Confindustria e diffusa stamane.
In ottobre la produzione è rimasta invariata, ma continua a registrare un forte calo tendenziale (-3,6%), molto profondo per auto (-34,5%), articoli in pelle (-17,2%), raffinati petroliferi (-15,8%). In termini di fatturato, Rtt ha indicato in ottobre un rimbalzo positivo. A novembre, inoltre, la fiducia delle imprese ha interrotto il suo calo, ma il pmi manifatturiero è sceso ancora di più (44,5 da 46,9). Il Centro studi Confindustria rileva inoltre una riduzione degli investimenti: a novembre, continua a scendere la fiducia delle imprese (Iesi a 93,1, da 95,5 a settembre) e la domanda, misurata dagli ordini di beni, è rimasta bassa pur recuperando dal minimo di ottobre (-22 il saldo). Ciò anticipa investimenti deboli anche nel quarto trimestre (-1,2% nel terzo).
I consumi delle famiglie nel terzo trimestre sono aumentati molto sopra le attese (+1,4%), grazie a vari fattori positivi: redditi in crescita, inflazione ridotta, credito meno caro. Viceversa, sono deboli le indicazioni sul quarto: la fiducia delle famiglie è scesa a ottobre-novembre (96,6, di 1,2 punti sotto la media del 3°); in ottobre, le immatricolazioni di auto sono calate per il sesto mese (-0,8%) e le vendite al dettaglio hanno subito una forte correzione al ribasso (-0,8%) dopo il balzo di settembre. Debole l'export nel quarto trimestre, con le vendite extra-UE che sono diminuite in ottobre (-3,5% in valore), per la frenata del mercato Usa e la caduta dell'export verso la Cina (-21,3% annuo nei primi dieci mesi). Ancora molto incerte le prospettive, secondo gli ordini manifatturieri esteri in ottobre-novembre: pesano la debolezza della domanda europea e le annunciate nuove misure protezionistiche Usa.
L’eurozona risulta ancora fiacca: gli indicatori di fiducia, pur rimanendo bassi, denotano una certa stabilità nelle aspettative: il sentiment sull'economia, dopo la moderata crescita nel terzo trimestre (+0,3%), nei primi due mesi del quarto è in lieve calo (-0,2%); le aspettative sull'occupazione, invece, dopo la flessione nel terzo (-1,6%), sono tornate in territorio positivo nel quarto (+0,4%). Tuttavia, la manifattura si conferma in calo (pmi a 45,2 da 46,0) e tornano in lieve contrazione anche i servizi (48,3 da 50,0).
Il prezzo del gas in Europa è salito toccando in alcuni giorni quota 50. Un rincaro "alimentato dalla chiusura da inizio anno del gasdotto che dalla Russia, attraverso l'Ucraina, portava gas in Europa, che era rimasto operativo nonostante i tre anni di guerra tra i due paesi" che a sua volta innesca il timore che, in quei Paesi europei che ancora importavano dalla Russia, gli stock di gas non siano sufficienti per sostenere i consumi dell'inverno. Ma "l'Italia è al sicuro".