giovedì 23 novembre 2023
Si parla di 600 miliardi di fatturato. In una logica antispreco e di attenzione al risparmio tornano anche i piatti tradizionali della cucina "povera" sul 73% delle tavole italiane
La filiera alimentare comprende 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio

La filiera alimentare comprende 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio - IMAGOECONOMICA

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Il cibo è diventato la prima ricchezza dell'Italia con la filiera agroalimentare estesa che sviluppa un fatturato aggregato pari a oltre 600 miliardi di euro nel 2022 nonostante le difficoltà legate alla guerra e alle tensioni internazionali. Sono alcuni dei dati contenuti in un'analisi di Coldiretti diffusa all'apertura del Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione, organizzato a Villa Miani a Roma in collaborazione con The European House - Ambrosetti. ​

Il Made in Italy dal campo alla tavola vede impegnati - sottolinea Coldiretti - ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Una rete diffusa lungo tutto il territorio che - spiega la Coldiretti - quotidianamente rifornisce i consumatori italiani ai quali i prodotti alimentari non sono mai mancati nonostante pandemia e guerra.

Un balzo dell’8% è record storico per le esportazioni alimentari Made in Italy nel 2023, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Istat sul commercio estero relativi ai primi otto mesi dell’anno che indicano un ulteriore balzo sul primato di sempre di 60,7 miliardi fatto registrare nel 2022. Tra i principali Paesi, ad essere cresciute di più nel 2023 – sottolinea la Coldiretti – sono le esportazioni alimentari in Francia, con un balzo del 14% davanti alla Germania (+11%) e alla Gran Bretagna (+11%) anche se arretra leggermente per la prima volta negli Stati Uniti (-3%).

Un record trainato da un’agricoltura che è la più green d’Europa con – evidenzia la Coldiretti – la leadership Ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (325), 526 vini Dop/Igp e 5.547 prodotti alimentari tradizionali e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori.

Le strategie antispreco non riguardano solo la ricerca di sconti e promozioni, ma si applicano anche in ufficio dove oltre un italiano su due che lavora si porta il pasto preparato da casa per risparmiare. Un'abitudine che accomuna tutte le classi di occupati dai dirigenti (porta il pranzo fai da te il 50,5%) agli impiegati e insegnanti (55%), dai dipendenti esecutivi (62%) fino al 63,9% dei lavoratori atipici.
Vi è anche una maggiore attenzione alle cose da mettere nel carrello. Secondo l'indagine di Censis, in collaborazione con Coldiretti il 76,9% degli italiani prepara regolarmente una lista della spesa con relativa programmazione di cosa comperare che aiuta a tenere sotto controllo gli acquisti d'impulso e a gestire con più oculatezza i budget familiari. Una pratica che accomuna tanto i redditi alti (72,2%) quanto quelli bassi (74%).
E con acquisti più responsabili cresce anche il fenomeno dei farmers market. "Il 53,6% dei cittadini compra nei mercati dei contadini con l'obiettivo di sostenere le realtà locali, ridurre l'impatto ambientale dei lunghi trasporti e garantirsi prodotti più freschi che durano di più" afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che si tratta di "un impegno sostenuto dalla Coldiretti con la realizzazione la più estesa rete di vendita diretta nel mondo, quindicimila agricoltori aderenti in quasi 1200 mercati lungo la Penisola dove hanno fatto la spesa 20 milioni di italiani".

Secondo l'indagine Censis, tornano i piatti tradizionali della cucina povera sul 73% delle tavole italiane per mangiare bene salvando le tasche, con l'utilizzo di massa e nel quotidiano delle ricette della nonna che consentono di realizzare piatti non elaborati con ingredienti agevolmente reperibili e non particolarmente costosi. Ricette che non sono solo un'ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio, come la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o al sud la frittata di pasta. E' un modo di cucinare, confermano Coldirett e Censis, che ha beneficiato di una rivitalizzazione, divenendo dei veri e propri scudi contro l'inflazione per evitare ogni downgrading nella qualità del cibo messo in tavola. Il faro che guida le scelte a tavola resta la Dieta Mediterranea che ispira l'88,1% degli italiani. "Difendere questo regime - ha sottolineato il presidente della Coldiretti - è una battaglia per la salute dei nostri figli e del pianeta, ma anche di democrazia e giustizia sociale, che vale per l'identità e la sopravvivenza di tutti i singoli popoli".

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