sabato 31 maggio 2025
Alla scoperta della città e della sua terra, dove nascono le imprese del pedale: dai telai Maino alle fughe di Girardengo e Coppi. L’AcdB e i musei di Novi Ligure e Castellania. Il 29 giugno la Mitica
In e-bike sulle strade bianche dei colli tortonesi, un’esperienza meravigliosa fra antichi borghi e filari di vigne

In e-bike sulle strade bianche dei colli tortonesi, un’esperienza meravigliosa fra antichi borghi e filari di vigne - G.Matarazzo

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Questo viaggio comincia nel 1867, con un giovane produttore di birra, in una terra di vini, che alla straordinaria Exposition Universelle di Parigi rimane folgorato da un curioso mezzo di trasporto a due ruote, il velocipede dei fratelli Michaux. Lo compra, lo prova per qualche giorno per le vie della Ville Lumière e lo trasporta in treno fino ad Alessandria. Era probabilmente il primo mezzo con due ruote e un manubrio, che si muoveva a pedali, a entrare in Italia. Quel ragazzo intraprendente si chiamava Carlo Michel, originario di San Salvatore, sulle colline del Monferrato, e con il suo strano marchingegno fatto «con molto legno e poco ferro», guardato con sospetto da alcuni e molto stupore da tanti, stava scrivendo la prima pagina di una storia che parla ancora oggi di imprese aziendali e sportive, di campioni e campionissimi. Il velocipede si diffuse così rapidamente che già nel 1869, l’8 giugno, Alessandria ospitava la prima gara delle due ruote nella Piazza d’Armi vecchia. Nel 1876 un altro eclettico personaggio alessandrino, Carlo Cavanenghi, bancario e consigliere comunale, fondava una società di appassionati del pedale che porterà alla nascita nel 1886 del Circolo Velocipedisti Alessandrino: sodalizio che si farà promotore di gare sportive che varcheranno i confini provinciali, coinvolgendo corridori da tutta Europa. Fu proprio Cavanenghi, divenuto presidente dell’Unione Velocipedistica Italiana a dare il via alla prima edizione del Giro d’Italia, nel 1909. Ed è in queste strade che sono nati i nomi che hanno fatto grande il ciclismo italiano. Due su tutti, diventati miti della bicicletta: Costante Girardengo da Novi Ligure e Fausto Coppi da Castellania (che nel 2019, in occasione del centenario della nascita del campione, ha preso anche il suo nome). Il tour alla scoperta di un territorio meraviglioso di colline, sapori e sorprese culturali, segue proprio le loro pedalate e l’immenso patrimonio umano e sportivo che hanno lasciato. Un viaggio in tre musei.

L’«officina» del Museo AcdB - Alessandria città della Bicicletta

L’«officina» del Museo AcdB - Alessandria città della Bicicletta - G.Matarazzo

La prima tappa è nel cuore di Alessandria, nella centralissima via San Lorenzo, a Palazzo del Monferrato, sede della Camera di Commercio di Alessandria-Asti, appena fuori dal gioiello Liberty della Galleria Guerci e non lontano dalla Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo con il suo campanile di oltre cento metri, fra i più alti d’Italia. Si chiama AcdB, acronimo di “Alessandria città delle Biciclette”, un nome che è una definizione, uno status, un omaggio al ruolo primario che la città e la provincia piemontesi hanno saputo svolgere nell’età eroica del ciclismo, quella che va dai primi anni dell’Unità nazionale fino al primo conflitto mondiale. All’AcdB s’incontrano le storie dell’artigiano Giovanni Maino e della sua azienda di biciclette fondata nel 1896 che in pochi anni è diventata la “Ferrari delle biciclette”; di Eliso Rivera, cofondatore della “Gazzetta dello Sport”; ma anche delle operaie della Borsalino, altro simbolo di Alessandria (da visitare il Museo con la straordinaria collezione di cappelli) sempre fotografate in sella alle inseparabili bici; e poi i tratti dei campioni, della rivalità tra il tortonese Giovanni Cuniolo (“Manina”) e l’astigiano Giovanni Gerbi, (“Diavolo Rosso”), l’indimenticabile e geniale “maglia nera” Luigi Malabrocca e le fughe memorabili di Girardengo e Coppi.

Il Museo dei Campionissimi di Novi Ligure

Il Museo dei Campionissimi di Novi Ligure - G.Matarazzo

Seguendo proprio le loro imprese il museo di Alessandria fa sistema con il Museo dei Campionissimi di Novi Ligure e quello a cielo aperto di Castellania Coppi. Una rete che si propone di far conoscere con una chiave particolare il Monferrato e le sue eccellenze. Nella suggestiva struttura di viale dei Campionissimi a Novi Ligure, il paese di Girardengo, è come trovarsi in pista e ripercorrere visivamente la storia della bicicletta attraverso l'esposizione di pezzi importanti, dalla draisina agli ultimi prototipi al titanio. E poi le storie, i cimeli, gli articoli, i filmati d'epoca, documenti multimediali, testimonianze visive e sonore esclusive di arrivi spettacolari e duelli epocali fra i protagonisti di tutte le epoche: Girardengo, Coppi e Bartali, Moser e Saronni, Bugno, Pantani, fino ai campioni di oggi. E chicche, come la storia in rosa di Alfonsina Morini Strada, il “diavolo in gonnella”.

Nel Museo dei Campionissimi di Novi Ligure. Protagonisti Costante Girardengo e Fausto Coppi

Nel Museo dei Campionissimi di Novi Ligure. Protagonisti Costante Girardengo e Fausto Coppi - G.Matarazzo

Fra Novi Ligure e Castellania si costruisce il mito incontrastato dell’Airone, l’«uomo solo al comando», come lo battezzò Mario Ferretti, commentando alla radio l’epica tappa Cuneo- Pinerolo del Giro del 1949 quando Coppi fece il vuoto dietro di sé: solo, in compagnia della bici e della fatica, fra freddo e fango per 192 chilometri superando cinque durissimi passi alpini. A Novi Ligure, Coppi faceva il garzone nella Salumeria Merlano: ogni giorno andava e veniva da Castellania, su e giù per le colline, in bicicletta. Biagio Cavanna, storico massaggiatore (e guida del primo vero “squadrone” ciclistico a Pozzolo Formigaro con i colori biancocelesti della Siof), era un suo cliente: quando perse la vista, era Isidoro Bergaglio , un suo allievo, a fare la spesa. I due ragazzi cominciarono a correre insieme. «Quando mi alleno con Fausto, faccio fatica a starci dietro». «Portamelo qui», disse Cavanna. Era l’alba di una storia straordinaria. Questi tornanti ora si possono percorrere in bici o e-bike, dipende dalle gambe, per conoscere “Le terre di Fausto Coppi” e risalire fino a Castellania e visitare “Casa Coppi”, lì dov’è nato: l'abitazione, attualmente di proprietà dei fratelli Ilda e Vittorio Coppi, figli dello zio di Fausto, e concessa in comodato d’uso al Consorzio Turistico della zona, dopo un intervento di ristrutturazione è stata aperta al pubblico nel gennaio del 2000.

Un’installazione con il Campionissimo fuori da Casa Coppi a Castellania

Un’installazione con il Campionissimo fuori da Casa Coppi a Castellania - G.Matarazzo

Un’esperienza unica per capire da quale semplicità e con quali valori si è costruito il mito umano e sportivo di Coppi. Strade, fra il Monferrato e le colline tortonesi, sulla via Rampina, che dal 2012 ospitano la Mitica Ciclostorica, corsa con bici d’epoca organizzata dall’Associazione I Colli di Coppi per valorizzare il territorio che ha visto nascere e crescere Fausto Coppi e il fratello Serse (ciclista anche lui, scomparso prematuramente dopo i postumi di una caduta al Giro del Piemonte del 1951, a 28 anni). Natura, borghi ed enogastronomia, perché i molti ristori allestiti sui tracciati permetteranno di far scoprire e gustare i prodotti tipici del territorio: il salame nobile del Giarolo, il formaggio Montébore, gli agnolotti e i baci di dama di Tortona, la fragola profumata di Tortona, la pesca di Volpedo, la ciliegia bella di Garbagna, la focaccia e la farinata, il tartufo bianco, nonché il Derthona Timorasso, grande vino bianco che, unito ai vini classici del territorio come Barbera, Dolcetto, Croatina, Freisa, Cortese e Favorita, sta portando questa terra a essere uno dei territori di primo piano nel mondo enologico. L’appuntamento con la “Mitica” è per il 29 giugno, partenza e arrivo a Castellania Coppi. Il percorso si snoda, a scelta, tra tre tracciati, con tratti di “strada bianca”: dal meno impegnativo di 55 km, a quello lungo di 85 km fino al più esigente di 100 km per i più grimpeur, gli scalatori, dedicato a Costante Girardengo e a Andrea “Sandrino” Carrea, uno dei fedeli gregari e “angelo custode” di Coppi. Sulla linea di partenza le colorate maglie di lana delle grandi squadre e le mitiche biciclette che hanno fatto la storia del ciclismo, mettono in scena una parata a pedali attraverso un magnifico palcoscenico di colline, vigneti, borghi e valli selvagge. Tutto l’anno non mancano iniziative e percorsi per le bici più moderne e gli amanti del gravel. C’è anche un portale ad hoc – piemontegravel. it, promosso dall’agenzia turistica Alexala – con itinerari e tour. Non resta che mettersi in sella. E pedalare, sulle strade di Alessandria, la terra dei Campionissimi.

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