martedì 13 febbraio 2018
Un 2017 da record: quelle individuali sono cresciute del 42% e rappresentano ormai quasi il 10% dell'imprenditoria italiana. Commercio e costruzioni i settori trainanti
La carica delle 600mila imprese straniere
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Crescono quasi cinque volte più della media e non conoscono crisi: sono le imprese costituite da cittadini stranieri, una realtà diventata strutturale nell'ambito del tessuto imprenditoriale italiano e che alla fine dello scorso anno ha raggiunto il record di 590mila aziende, pari al 9,6% di tutte le imprese registrate sul territorio nazionale. Nel corso del 2017 il loro numero è cresciuto di 19.197 unità (il 42% dell'intero saldo annuale di imprese), come risultato del saldo tra 57.657 aperture e 38.460 chiusure, corrispondente ad un tasso di crescita del 3,4% (contro lo 0,75% fatto registrare dall'imprenditoria italiana).

La conferma dell'importanza del fenomeno viene osservando il rilievo del saldo di imprese di stranieri in alcune regioni (Toscana, Veneto, Liguria, Marche) dove, senza il contributo di questa componente, il saldo regionale del 2017 sarebbe stato negativo. In altre regioni (Piemonte, Emila-Romagna), l'apporto dell'imprenditoria straniera ha invece contribuito ad attenuare la forte contrazione di quella autoctona, pur non riuscendo a ribaltare il segno negativo del saldo complessivo. Sono questi i dati più rilevanti dell’indagine condotta da Unioncamere-InfoCamere a partire dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio, sulla presenza in Italia di imprese guidate da persone nate all’estero.

La mappa dell'immigrazione in Italia. In Italia ci sono al momento oltre 5 milioni di immigrati residenti le nazionalità più rappresentate sono la Romania (23%) seguita da Albalnia e Marocco rispettivamente con l'8,9% e l'8,3%. Quasi la metàù degli immigrati ha un'occupazione: il 47,8% per l'esattezza vale a dire 2,4 milioni di persone. I dati della Fondazione Leone Moressa evidenziano un paradosso tutto italiano: il tasso di occupazione è maggiore tra gli stranieri (59,5%) rispetto agli italiani (57%) nella fascia di età compresa tra i 15 e i 64 anni. Gli stranieri occupano prevalentemente posizioni non qualificate. Il valore aggiunto del loro lavoro rappresenza l'8,9% del Pil Italiano con una particolare incidenza (circa il 17%) nell'ambito della ristorazione e deglki alberghi, dell'agricoltura e delle costruzioni. I contribuenti nati all'estero sono 3,5 milioni e versano 7,2 miliardi di Irpef e 11,5 miliardi di contributi l'anno.

Commercio e costruzione i settori principali. Il settore in cui le imprese di stranieri sono maggiormente presenti in valore assoluto è quello del commercio al dettaglio (circa 162mila imprese, il 19% di tutte le aziende del settore), seguito dai lavori di costruzione specializzati (109mila, il 21% del totale) e dai servizi di ristorazione (poco più di 43mila unità, pari all'11% dell'intero comparto). In termini relativi, però, l'attività a maggior concentrazione di imprese di stranieri è quella delle telecomunicazioni dove le 3.627 aziende a guida straniera rappresentano il 33.6% degli operatori del settore. A breve distanza segue la confezione di articoli di abbigliamento, in cui le 16.141 realtà guidate da stranieri pesano per il 30% sul totale del comparto.

Lombardia e Lazio le aree più imprenditoriali. Geograficamente, la regione più attrattiva per insediamento di imprenditori stranieri è la Lombardia con 114mila unità, seguita a lunga distanza dal Lazio (77mila) e dalla Toscana (55mila). Guardando alla dinamica del 2017, l'area a maggior tasso di crescita delle iniziative di stranieri è stata la Campania (+6,1% in regione, +9,6 a Napoli) seguita dalle Marche (+4,5% nel complesso e +8,8% a Macerata) e dal Lazio (+4,3%). La provincia "Regina" per concentrazione di imprenditoria straniera resta saldamente Prato, dove il 27,8% delle imprese è a guida straniera. A oltre dieci punti di distanza seguono Trieste (16%) e Firenze (15,8%).

Marocco, Cina e Romania i paesi di origine degli imprenditori. Tra i paesi di provenienza degli imprenditori stranieri (con riferimento alle sole imprese individuali, le uniche per cui è possibile associare la nazionalità al titolare), quello più rappresentato è il Marocco, con 68.259 imprese indivuduali esistenti alla fine dello scorso anno. Sugli altri gradini del podio la Cina (52.075 imprese) e la Romania (con 49.317).

Milano la patria di egiziani e cinesi. Dall’analisi sul territorio, si scopre che alcune nazionalità hanno eletto delle vere e proprie “patrie” imprenditoriali in alcune province italiane: è il caso dell’Egitto che concentra in provincia di Milano quasi la metà (il 44,7%) di tutte le sue imprese in Italia, o del Bangladesh che ha il suo quartier generale a Roma, dove ha sede il 42,5% di tutte le sue imprese. Sempre a Roma si trova la comunità imprenditoriale rumena più estesa (il 15% del totale delle imprese guidate da cittadini di quel paese). Ma anche in altre province si assiste a significative concentrazioni di imprese di una data nazionalità: a Napoli ha sede il 19,6% della comunità imprenditoriale pachistana, mentre la capitale dell'imprenditoria cinese in Italia è ormai a Milano, dove ha stabilito la propria sede l'11% di tutta la rappresentanza del Celeste Impero.

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