Guigues: "Mercato, elettrico e non solo: ecco le strategie di Renault"

Il nuovo direttore di Renault Italia: "I cinesi toglieranno mercato solo ai marchi più deboli. La nostra R4 è l'auto giusta. E la Twingo segnerà una nuova era"
August 2, 2025
Guigues: "Mercato, elettrico e non solo: ecco le strategie di Renault"
. | Sebastien Guigues, direttore generale di Renault Italia, con la nuova Renault 4
“Il prezzo alto dell’energia è un handicap importante, come quello delle infrastrutture di ricarica, ma l’elettrico è solo una questione di tempo. Non è la soluzione ideale per tutti, ma indietro non si torna. Ora occorre solo capire quale è l’auto giusta per il mercato italiano. Io credo che la nuova Renault 4 lo sia: non troppo grande, perfetta per viaggiare in quattro persone, comoda, tecnologica, bella da vedere…”.
Debutta così Sébastien Guigues, francese, 48 anni, nuovo direttore generale di Renault Italia che arriva nel nostro Paese forte di una lunga esperienza nel settore, prima nel Gruppo Volkswagen a Verona e da anni in Renault come direttore della filiale spagnola. Il suo nuovo incarico coincide con un momento molto importante per il marchio francese, che ha appena lanciato la riedizione in chiave contemporanea di prodotti iconici come Renault 5 e Renault 4, e si appresta a far debuttare la nuova generazione di Clio, auto da sempre molto amata in Italia, che verrà svelata a inizio settembre al Salone di Monaco e arriverà su strada a inizio 2026.
Il mercato però soffre, e l’incertezza sulle tecnologie di mobilità da scegliere non lo sta di certo agevolando.
“Il Gruppo Renault – spiega Guigues - ha adottato da tempo quello che sembra un compromesso, e che invece è una scelta precisa: di camminare cioè come diciamo noi “su due gambe”. Quella elettrica e quella termica contemporaneamente. Siamo consapevoli che in Europa, e ancora di più fuori dall’Europa, molte persone non possono o non vogliono passare alla mobilità 100% a batteria. Per loro, l’opzione dell’ibrido è la soluzione migliore, oltre che il primo passo verso la scelta elettrica, e infatti i marchi che hanno puntato decisamente sull’ibrido sono quelli che vendono di più".
Quale è stato il primo impatto con mercato italiano?
"Ho la certezza che possiamo fare molto di più. Abbiano i prodotti giusti, molte novità in arrivo, abbiamo una forte rete di vendita. La priorità non è fare numeri, ma comprendere internamente la strategia giusta. Renault deve continuare a essere vista come un marchio leader.
Ora si parla tanto delle auto cinesi…
E’ giusto, sono bravi, e sono veloci. Pensano, disegnano e producono una nuova vettura in appena due anni. E questo fa la differenza. Qui stiamo imparando da loro, e infatti la nuova Twingo che arriverà l’anno prossimo aprirà una nuova era perchè sarà la prima vettura realizzata in tempi simili. Per il resto loro fanno delle ottime macchine, anche se forse esteticamente ancora non bellissime e senza anima, ma questo dipende dai gusti. Per arrivare dove sono oggi i marchi europei però avranno bisogno ancora di almeno 10 anni. Oggi in Italia abbiamo 2,2 milioni di auto circolanti, e non sono cinesi".
Resta il fatto che – pur essendo arrivati da poco tempo - le proiezioni dicono che le vetture cinesi a fine anno arriveranno già al 10% del totale delle immatricolazioni…
"Vero. Ma occorrerà vedere a chi porteranno via il mercato. Faccio un esempio: in Spagna, i marchi cinesi sono arrivati da tre anni. E da allora la quota percentuale totale di vendita di Renault e Dacia è aumentata anziché diminuire. La regola è sempre la stessa: quando arriva un concorrente nuovo, “mangia” il più debole. Ma chi è solido non soffre più di tanto, anzi la concorrenza stimola. L’Europa è il nostro mercato, siamo a casa nostra: non dobbiamo avere paura del nuovo. Quindi rispetto, non paura. Oggi stanno sbarcando decine di marchi cinesi in Europa: bisognerà vedere però quanti ne resteranno a medio-lungo termine”.
A settembre ripartiranno gli incentivi sulle vetture elettriche in Italia, ma saranno limitati a chi ha fino a 40mila euro di reddito famigliare Isee e a chi risiede in aeree metropolitane e ha una vettura da rottamare. Cosa pensa di questa scelta del governo?
"Gli incentivi sono sempre un aiuto importante, ma per essere utili devono durare nel tempo, cosa che qui non accade. Ho sentito dire che i prossimi, essendo utilizzabili solo in base al reddito, saranno appetibili solo a pochi ma in realtà le statistiche dicono che il 55% degli italiani rientra in quella fascia Isee. Quanto alla residenza metropolitana, il 90% delle auto elettriche si vendono a chi sta in città. Quindi è una scelta corretta".
Cosa pensa dell’esperimento del leasing sociale, cioè il programma di noleggio a lungo termine agevolato per le famiglie a basso reddito?
"Il principio è giusto e interessante, il prezzo no. A settembre ripartirà in Francia, anche se con regole e stanziamenti più bassi rispetto al programma precedente. Ma se il bonus a favore del cliente obbliga i costruttori a perdere sulla vendita di queste vetture, è chiaro che si tratta di un’operazione non sostenibile".
Alla fine, qual è il vero problema delle auto elettriche dal punto di vista di chi le produce?
"L’approccio sbagliato prima di tutto. Molti marchi hanno investito su vetture a batteria di taglia grande, sulle quali è più semplice montare le batterie e che garantivano ritorni economici maggiori, ma che si sono rivelate un fallimento. E in molti casi hanno puntato a costruire versioni elettriche sui pianali delle vetture termiche, rendendole pesanti e costose. Se si vuole elettrificare l’Europa occorre puntare sulle auto piccole, e native elettriche. Noi con la Renault 5 e la Renault 4 lo abbiamo fatto".
Quale sarà il primo settore di mercato sul quale intervenire da nuovo ad di Renault?
"Indubbiamente quello dei clienti privati, cioè delle famiglie che in Italia è in grande sofferenza. A luglio, a fronte di un calo delle vendite complessive del 5,1%, questo canale ha perso il 14%. Qui occorre recuperare quote di mercato, anche se a lungo termine credo che la clientela privata che acquista l’auto in maniera tradizionale andrà a scomparire a favore del noleggio, che insieme al canale delle flotte già rappresenta la fetta più grande del mercato".

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