Sui dazi nuove accuse dalla Cina agli Usa. Borse in negativo
Pechino minaccia contromisure dopo l'aumento delle tariffe al 50% su alluminio e acciaio: "Da Washington instabilità e tensione". Dubbi sul possibile colloquio Trump-Xi

Torna a salire la tensione tra Cina e Stati Uniti sul fronte dazi, con le Borse che hanno aperto in negativo proprio sul riaccendersi dello scontro. Pechino ha infatti controbattuto alle accuse di Donald Trump su presunte violazioni degli accordi recenti stabiliti a Ginevra, sostenendo che le accuse stesse siano “senza fondamento” e ha minacciato nuove misure per salvaguardare i suoi interessi. Secondo il ministro del Commercio cinese, “il governo degli Stati Uniti ha unilateralmente e ripetutamente provocato nuove tensioni economiche e commerciali, esacerbando l’incertezza e l’instabilità nelle relazioni bilaterali”. Pechino parla di misure “restrittive discriminatorie” nei suoi confronti, citando il controllo sull’export dei chip di intelligenza artificiale, lo stop alla vendita di software alla Cina e la revoca dei visti per gli studenti cinesi da parte di Washington.
A metà maggio Cina e Stati Uniti avevano deciso a Ginevra una sospensione dei reciproci dazi a tripla cifra per 90 giorni. In aggiunta, Pechino aveva promesso la revoca di contromisure che prevedevano tra l’altro lo stop all’export di minerali rari necessari per l’elettronica e la difesa. Venerdì scorso, Trump ha lanciato nuove accuse contro Pechino, annunciando tra l’altro il raddoppio dei dazi su alluminio e acciaio al 50%, una decisione che danneggia la Cina, principale produttore mondiale, anche se l’export verso gli Usa si era già ridotto nel 2018 dopo l’imposizione di dazi al 25%.
Più volte negli ultimi giorni si sono rincorse le voci di un possibile colloquio diretto tra Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping per avvicinare le posizioni delle due potenze rivali. Si è parlato anche di un eventuale contatto già questa settimana, ma secondo alcuni analisti proprio le nuove tensioni potrebbero invece allontanare il contatto diretto.
"La Cina sta trattenendo prodotti essenziali dalle catene di approvvigionamento di India ed Europa, e questo non è ciò che fa un partner commerciale affidabile. Sono fiducioso che quando Trump e Xi Jinping comunicheranno, la questione potrà essere risolta", ha detto da parte sua il segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent. Secondo il Wall Street Journal, le nuove tensioni derivano deriva dalla lentezza della Cina nel rilasciare nuove licenze di esportazione per le terre rare e altri componenti necessari per semiconduttori e automobili. "Il fatto che la Cina stia trattenendo alcuni dei prodotti che aveva accettato di fornire nel nostro accordo potrebbe essere dovuto a una falla nel sistema cinese, o forse è intenzionale. Vedremo cosa succederà", ha aggiunto Bessent, riferendosi alla questione delle terre rare.
Le nuove tensioni tra Washington e Pechino hanno spinto le Borse asiatiche a chiudere in rosso: pesante Tokyo dove il Nikkei ha concluso le contrattazioni a -1,3%. Aperture in negativo anche per le Borse europee: Francoforte cede lo 0,55%, Parigi lo 0,48% e Londra lo 0,04%.
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