Standard & Poor's declassa l'Italia
di Redazione
Nuovo taglio del rating, il quinto giudizio negativo sullo stato di salute della nostra economia dal 2006. Uscita dalla recessione lenta, nel mirino il debito pubblico.
Standard and Poor's ha tagliato il rating sovrano sull'Italia di un notch a BBB- da BBB. L'outlook sul nuovo rating è stabile. Lo si apprende da un comunicato dell'agenzia. Il downgrade dell'Italia, spiega S&P, riflette "le perduranti debolezze nell'andamento del suo Pil reale e nominale, inclusa l'erosione della competitività". Tali debolezze, aggiunge l'agenzia, stanno minando la sostenibilità del debito pubblico del paese. Sul fronte economico S&P prevede un'uscita dalla recessione nella prima parte del 2015, ma con una ripresa del Pil che viene prevista solo modesta, attorno allo 0,2%. Con il taglio odierno S&P porta il rating del paese ad un solo gradino dal cosiddetto "non investment grade". Dal 2006 ad oggi S&P ha abbassato il giudizio sull'Italia cinque volte, portando il rating da AA- all'attuale BBB-, con una riduzione complessiva di sei notch. L'ultimo taglio del rating ad opera di S&P risale a luglio 2013, con successive conferme nel dicembre 2013 e nel giugno di quest'anno. Nel corso di quest'anno Moody's e Fitch hanno entrambi lasciato invariati i loro rating sull'Italia, migliorando i rispettivi outlook a stabile da negativo. Dbrs ha invece confermato per due volte sia il rating A(low) sia l'outlook negativo. Quello odierno è l'ultimo pronunciamento del 2014 delle agenzie di rating sull'Italia; i prossimi saranno nel 2015, secondo il calendario che verrà comunicato dall'Esma a fine mese.
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