Meno tasse a chi ha figli, la risposta della Grecia al costo della vita

Dal governo di centrodestra un piano da 1,6 miliardi per aumentare i salari del ceto medio e rilanciare le nascite. Giù le aliquote alle famiglie, tasse azzerate a quelle numerose e under-25
September 11, 2025
Meno tasse a chi ha figli, la risposta della Grecia al costo della vita
Alexandros Avramidis | Kyriakos Mitsotakis
I tanti italiani che questa estate durante le vacanze hanno apprezzato le città, il mare e le spiagge della Grecia hanno sicuramente compreso che i prezzi competitivi e convenienti di ristoranti e ombrelloni non erano tanto dovuti a generosità e gentilezza, che pure non mancano, quanto a una condizione economica che seppur in miglioramento risente ancora del decennio di austerità imposto dalla Troika (Bce, Commissione europea e Fmi), in seguito alla crisi del 2010, quando Atene arrivò a un passo dal default e persino dall’uscita dall’euro.
Le cose oggi in Grecia non vanno male, il Pil quest’anno è atteso in crescita del 2,3%, la disoccupazione è scesa all’8% a luglio, il bilancio pubblico mostra surplus e il rapporto debito Pil è previsto in calo al 140,6% il prossimo anno. Il contesto è quello di un’economia in ripresa, ma con diversi problemi strutturali. E una delle questioni da affrontare riguarda gli stipendi e il potere d’acquisto. Solo per fare un esempio, il reddito medio a parità di potere d’acquisto in Grecia nel 2024 è stato di 32mila dollari, in Italia di 51mila. Anche se un paragone col nostro Paese è improbabile, considerando che si tratta di una nazione con 10 milioni di abitanti, come la sola Lombardia, ci sono due sfide che accomunano italiani e greci in questo momento: il basso potere d’acquisto dei salari e la crisi della natalità. Detto del primo problema, la demografia è una seria fonte di preoccupazione: il tasso di fecondità è di 1,4 figli e secondo le previsioni la Grecia entro il 2050 perderà due milioni di abitanti e avrà una quota di over65 attorno al 36%.
Noi italiani sappiamo bene cosa questo significhi, dai problemi che l’invecchiamento della popolazione comporta per la crescita, i conti pubblici e la tenuta dei sistemi sanitari e previdenziali. È per questo che il governo di centrodestra guidato da Kyriakos Mitsotakis, in carica dal 2019, ha appena annunciato un piano di misure fiscali da circa 1,6 miliardi l’anno per aumentare i redditi, guardando in particolare al ceto medio, ai giovani e alle famiglie con figli. La cifra può sembrare bassa, ma se si tiene conto del numero di abitanti della Grecia è come se l'Italia destinasse a una riforma fiscale circa 9 miliardi, o 16 miliardi se si tenesse conto anche delle differenze di redditi e ricchezza. Dunque, nel momento in cui in Italia si discute di questioni molto simili, è interessante confrontarsi con la creatività di un altro Paese. Al centro delle misure di Atene c’è la riforma dell’imposta sui redditi, con la decisa riduzione delle aliquote per le famiglie. Altri interventi riguardano l’aumento del salario minimo dagli 880 euro attuali a 950 entro il 2027, l’adeguamento delle pensioni e delle retribuzioni pubbliche, l’abolizione delle tasse sulla casa nei comuni con meno di 1.500 abitanti e altri incentivi contro lo spopolamento delle aree interne, esenzioni fiscali per chi affitta, limiti alla diffusione di Airbnb.
Ma è la manovra sull’Irpef l’aspetto ovviamente più interessante. Tutte le aliquote nelle fasce di reddito da 10 a 40.000 euro sono ridotte del 2%, cioè scendono al 20% fino a 20mila euro, al 26% da 20 a 30mila euro e al 34% dai 30 ai 40mila. Fino a 60mila si applica poi il 39%, oltre il 44%. La prima aliquota del 20% viene però ridotta ulteriormente al 18% per chi ha un figlio, al 16% per chi ne ha due, al 9% per chi ne ha tre. Con più figli a carico le tasse si azzerano. Riduzioni simili e misurate in base al numero dei figli anche per i redditi da 20 a 30mila euro. Inoltre, niente più tasse per i giovani fino a 25 anni con redditi inferiori a 20mila euro, e aliquota del 9% per chi ha dai 26 ai 30 anni.
Il premier Mitsotakis, presentando le misure, ha espresso un concetto molto semplice: “Sappiamo che il costo della vita è una cosa se non hai figli e un’altra se ne hai due o tre. Per questo come Stato dobbiamo trovare un modo per premiare i cittadini che scelgono di avere figli”. C’è, in questo piano, un evidente sguardo rivolto alle elezioni del 2027. Ed è difficile dire se il taglio delle tasse riuscirà a modificare le prospettive demografiche, considerato l’impatto limitato che generalmente hanno sulle nascite i risparmi fiscali e le erogazioni monetarie nei casi dei redditi più bassi. Di certo per il ceto medio e medio-basso greco si tratterà di una boccata d’ossigeno, dopo tanti anni di sacrifici. Ed è significativo che, nell’ambito di una manovra di riduzione del prelievo fiscale, sia stato introdotto un premio aggiuntivo riservato alle famiglie con figli, oltre che ai giovani. Gli italiani che andranno in Grecia la prossima estate avranno qualche argomento in più di cui parlare, prezzi degli ombrelloni a parte.

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