La corsa all'oro dell'IA: accordo da 300 miliardi tra OpenAI e Oracle
di Pietro Saccò
Mega contratto per l'uso di data center per cinque anni per fare crescere ChatGPT. OpenAI brucia cassa per crescere con una disponibilità di fondi che fa impallidire l'alleanza europea Mistra-Asml

Se nei giorni scorsi poteva esserci qualche incertezza sulla solidità dell’incredibile ascesa delle azioni di Oracle (hanno guadagnato il 36% solo questo mercoledì facendo del co-fondatore Larry Ellison, 81 anni, il nuovo uomo più ricco del mondo, con un patrimonio di oltre 400 miliardi di dollari) ora emerge con un po’ più di chiarezza quello che sta succedendo: la società di Austin, tra i principali gruppi al mondo nel campo dei software e dei cloud per le aziende, ha data center e server abbastanza potenti da potere avere un ruolo centrale nella rivoluzione dell’intelligenza artificiale.
Un’indiscrezione rilanciata dal Wall Street Journal ha rivelato che OpenAI e Oracle hanno firmato un contratto da 300 miliardi di euro per permettere alla società che controlla ChatGpt di usare la potenza computazionale dei data centre di Oracle per i prossimi cinque anni. Sono 60 miliardi di dollari all’anno, 5 al mese, poco meno di 165 milioni al giorno. Un contratto enorme, superiore di oltre venti volte al fatturato che OpenAI conta di realizzare quest’anno (13 miliardi di dollari, più del triplo dei 4 dello scorso anno, ha promesso la responsabile finanziaria dell’azienda, Sarah Frier, parlando con gli investitori questo martedì).
L’accordo era stato annunciato lo scorso luglio, ma senza nessun dettaglio finanziario. L’unica specifica era che l’intesa implicava il consumo di 4,5 gigawatt di energia elettrica per fare funzionare i nuovi data center, pari a circa i consumi annui di quattro milioni di famiglie americane. La cifra dei 300 miliardi di dollari conferma che l’intelligenza artificiale resta il settore più caldo dell’economia mondiale. Questo nonostante le stesse performance finanziarie di OpenAI non siano buone: dopo i 5 miliardi di dollari di perdita nel 2024 l’azienda prevede di chiudere il 2025 con un rosso di oltre 8 miliardi. Ma è così che funzionano le startup tecnologiche: investono il più possibile sulla crescita, rinviando il momento della redditività a quando hanno raggiunto una dimensione adeguata, spesso tale da scoraggiare eventuali concorrenti o spazzare via quelli che ci sono già. «Finché siamo su questa curva molto precisa del modello (di chatbot, ndr) che migliora sempre di più, penso che la cosa razionale da fare sia semplicemente essere disposti a continuare a perdere per un bel po’» spiegava ad agosto l’amministratore delegato Sam Altman durante la presentazione dell’ultima versione di ChatGPT, la 5, in realtà accolta in maniera piuttosta fredda dagli utenti.

Il contratto siglato con Oracle esprime al massimo questo investimento totale sulla crescita di ChatGPT. A gennaio il gruppo aveva annunciato il lancio del progetto Stargate, con 500 miliardi di dollari di investimenti in quattro anni per lo sviluppo dell’infrastruttura necessaria a sostenere il funzionamento dell’IA. I 300 miliardi vanno dentro questo budget. Altman starebbe allo stesso tempo lavorando alla produzione diretta di microchip, in accordo con Broadcom, per fare funzionare al meglio i suoi sistemi.Tutte soluzioni per eliminare ogni freno esterno allo sviluppo del chatbot. I fondi per finanziare il progetto continuano a esserci, ma ne serviranno ancora: le perdite complessive che OpenAI potrebbe fare da qui al 2029, secondo le stime degli analisti, ammonterebbero a 44 miliardi di dollari.
Un report di Morgan Stanley dice che gli investimenti su microchip, server e data center per l’IA potrebbe avvicinarsi ai 3mila miliardi di dollari tra il 2025 e il 2028. La grande parte di questi investimenti sono negli Stati Uniti. L’Europa, timidamente, si muove, ma non sembra avere le risorse per tenere il passo. L’accordo tra Asml e Mistral è un buon segnale: Asml, un’azienda olandese poco conosciuta al grande pubblico ma uno dei principali produttori di macchinari per la fabbricazione di microchip, ha investito 1,3 miliardi di euro per avere il 12% di Mistral, startup francese che è una delle più importanti realtà europee nel campo dell’IA. Una soluzione che evita un possibile destino straniero per Mistral (Apple pare che ci avesse messo gli occhi) e apre alla creazione di campione europeo del settore. Ma Mistral in questa operazione di raccolta di capitale (da 1,7 miliardi di euro complessivi) è valutata un po’ più 10 miliardi di euro, OpenAI ha da poco dato ai dipendenti la possibilità di cedere azioni a un prezzo che dà all’intero gruppo una capitalizzazione di 500 miliardi di dollari. Cioè cinquanta volte la valutazione della rivale europea. Una sproporzione che esprime bene il ritardo dell’Europa rispetto agli Usa in questo campo.
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