Fra gli scogli di Rovaglioso c'è un mare da riscattare

A Palmi una della calette più suggestive (e nascoste) della regione. Una storia di rinascita dopo la confisca dell'area a un clan. La valorizzazione grazie al contributo di cittadini e associazioni
September 9, 2025
Fra gli scogli di Rovaglioso c'è un mare da riscattare
C.Galeri | Il meraviglioso mare di Rovaglioso, Palmi
Secoli di storia, natura e mito sono custoditi da Rovaglioso, a Palmi, in Calabria, dove la montagna si immerge nel mare e il verde della vegetazione sfuma nell’azzurro e nel blu del Tirreno. I circa 12 ettari su cui si estende il territorio di Rovaglioso, il cui nome deriva dall’evoluzione di un’accezione dialettale che significava “rocca chiusa” per via della sua morfologia, nel ‘900 sono stati al centro di complesse vicende. «Fino alla fine del 1800 – spiega Rocco Avandro, presidente dell’associazione Presidio Rovaglioso – era il porto naturale di Palmi. Smise di esserlo sul finire del secolo perché con la costruzione della ferrovia Battipaglia – Reggio Calabria i materiali di scarto della montagna vennero gettati in mare e impedirono l’attracco alle navi».
Di proprietà della nobile famiglia calabrese dei Cordopatri, Rovaglioso venne acquisito da un clan mafioso intorno alla metà degli anni ’70. I progetti della cosca prevedevano la costruzione di un grande hotel che avrebbe distrutto il territorio naturale, ma ebbero vita breve perché agli inizi degli anni ’80 Rovaglioso venne confiscato dallo Stato e restituito ai cittadini. «Un paio di anni dopo la confisca – prosegue Avandro – io e il mio amico Nuccio Buda ci siamo messi al lavoro per ripulire questo luogo, ormai diventato una discarica. Abbiamo tagliato i canneti, abbiamo costruito panchine con gomme e assi di legno raccolte dal mare e piano piano, abbiamo restituito la vita a Rovaglioso e abbiamo fondato l’Associazione per valorizzarlo». Il parco di Rovaglioso è gestito dall’Agenzia dei Beni Confiscati (Anbsc) e dal Comune di Palmi insieme al prezioso contributo di varie associazioni, tra cui il Presidio Rovaglioso e la corporazione dei Marinai della Varia, che dal 14 agosto ha permesso all’area di entrare nella Rete Internazionale delle Panchine Giganti grazie all’installazione di una “Big Bench” che collega idealmente Rovaglioso agli altri 400 siti del circuito.
Con il tempo e con l’amore, l’Anbsc, il Comune e le associazioni hanno dato nuova luce alle mille sfaccettature di Rovaglioso, perla nascosta in cui si perde il confine tra mare e monte. Da circa 60 metri sul livello del mare, i resti dell’antica “casa dei doganieri” costituiscono l’inizio del percorso per arrivare alla caletta: 116 gradini che sorgono sull’antica mulattiera su cui passavano i muli per portare la merce dalle navi alla città. Gli scalini portano a un fazzoletto di sabbia contornato da rocce dal quale si può scegliere se immergersi a destra nell’antico “bagno dei maschi” e, con la bassa marea, godere di acque dolci che sgorgano in mare, oppure ammirare la fauna marina dal lato sinistro, il “bagno delle femmine”, una vera piscina naturale.
Risalendo i gradini costruiti dai membri del Presidio, si può ammirare il panorama mozzafiato che va dallo Stretto fino a Capo Vaticano dai balconcini naturali disseminati nel parco. Per chi ama il campeggio, poi, è concesso fermarsi per un paio di giorni a Rovaglioso così che, come scrive Avandro nella poesia che gli ha dedicato: “Dal bordo delle tue frastagliate coste / possiamo osservare lo spettacolo / dei meravigliosi tramonti sempre differenti / all’ombra dei tuoi secolari oliveti”. Nessuno meglio di lui, sempre disponibile sulle panchine sotto gli olivi di Rovaglioso pettinati dal mare, può raccontarne l’affascinante storia.

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