Dopo la telefonata di Trump a Xi, riprendono i colloqui commerciali

Nuovi incontri previsti a breve. La chiamata tra i due leader, dopo settimane di crescenti tensioni tra Washington e Pechino. La Cina tiene in scacco gli Usa con minerali essenziali di terre rare
June 4, 2025
Dopo la telefonata di Trump a Xi, riprendono i colloqui commerciali
ANSA | Washington e Pechino si sono accusate a vicenda di aver violato la tregua commerciale di 90 giorni raggiunta tre settimane fa
Il controllo della Cina sulla fornitura mondiale di terre rare ha costretto gli Stati Uniti a giocare sulla difensiva in una guerra commerciale da loro stessi progettata: motivo per cui ieri i presidenti Donald Trump e Xi Jinping per la prima volta, si sono sentiti al telefono per quasi un'ora, nel tentativo di appianare le divergenze sui dazi che hanno sconvolto l’economia globale e con il proposito di avere ulteriori colloqui.
L’ultima conversazione nota tra i due risaliva al 17 gennaio, pochi giorni prima dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca.
Mentre la chiamata di giovedì è stata confermata sulla piattaforma Social Truth dallo stesso presidente americano. Al centro del colloquio con Xi la questione delle terre rare, sulla cui esportazione la Cina ha imposto delle restrizioni che rischiano di avere un impatto sul settore automobilistico globale. «Non ci dovrebbe essere più nessun problema rispetto alla complessità dei prodotti delle terre rare», ha scritto Trump dopo aver parlato di «una buona telefonata» e di «una conclusione molto positiva per entrambi i Paesi», suggerendo quindi che si sia raggiunta una sorta di reciproca intesa sulla questione, senza però fornire altri dettagli.
Sebbene Pechino possa utilizzare le sue terre rare come strumento di negoziazione sui dazi, l'amministrazione Trump è convinta che la Cina non possa resistere economicamente a lungo solo incrementando i consumi interni e abbia bisogno di accedere ai consumatori americani.
La telefonata è arrivata dopo l’entrata in vigore delle tariffe del 50% su acciaio e alluminio per tutti i Paesi, fatta eccezione per la Gran Bretagna e a un mese di distanza dall’incontro a Ginevra tra le delegazioni di Cina e Stati Uniti nel quale era stata concordata una pausa nella guerra commerciale. Nei giorni scorsi, però, le tensioni tra le due super potenze si stavano di nuovo riaccendendo, con l’amministrazione Trump che aveva accusato Pechino di aver violato questa tregua limitando le esportazioni di minerali essenziali di terre rare utilizzati da una serie di produttori americani, tra cui case automobilistiche e produttori di semiconduttori. Di fatto, trattenendo questi preziosi minerali di terre rare, utilizzati per realizzare potenti magneti industriali, la cui carenza potrebbe causare la paralisi di alcune fabbriche americane. La Cina ha lo strapotere del mercato globale dei minerali essenziali per le apparecchiature informatiche e di telecomunicazione, per i caccia F-35, per i droni, per i sottomarini e per la serie di bombe intelligenti Joint Direct Attack Munition.
In risposta, l’amministrazione Trump aveva proposto un piano per revocare i visti ad alcuni studenti cinesi e aveva sospeso alcune vendite alla Cina di componenti e software utilizzati nei motori a reazione e nei semiconduttori, nonché di alcuni tipi di prodotti chimici e macchinari. Dal canto suo, la Cina aveva fin qui negato di aver violato i termini dell’accordo di Ginevra, accusando a sua volta gli Stati Uniti di aumentare le tensioni.
L’incontro di maggio a Ginevra tra i massimi funzionari economici dei due Paesi era stato il primo di questo tipo da quando Trump aveva aumentato le imposte statunitensi sui prodotti cinesi a un’aliquota minima esorbitante del 145% e la Cina aveva reagito aumentando i dazi sulle importazioni americane al 125%. Le azioni di rappresaglia avevano di fatto interrotto gli scambi commerciali tra i due Paesi e sollevato preoccupazioni per un più ampio rallentamento economico globale.
Quella tregua scaturita dai colloqui a Ginevra, che aveva visto entrambe le parti ridurre temporaneamente per 90 giorni i reciproci dazi doganali punitivi, non è durata a lunga, e ora resta da vedere come si evolveranno le trattative ai piani alti con i due presidenti coinvolti in prima persona.

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