Dazi, il primo vertice Trump-Von der Leyen è già decisivo: ecco gli scenari

Domenica in Scozia incontro a due tra il presidente Usa e la numero uno della Commissione. L'ipotesi di un'intesa al 15% avanza, ma in caso di flop Bruxelles ha pronto contromisure per 93 miliardi
July 25, 2025
Dazi, il primo vertice Trump-Von der Leyen è già decisivo: ecco gli scenari
Ansa | Container in una base logistica portuale americana
Tra Ue e Usa l’accordo commerciale è ormai davvero in vista. Venerdì sera la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato che domenica sarà in Scozia per incontrare Donald Trump (lì in visita per i suoi campi di golf e poi incontrare il premier britannico Keir Starmer). «Dopo una buona telefonata con il presidente degli Stati Uniti – scrive Von der Leyen su X – abbiamo concordato di incontrarci domenica per discutere delle relazioni commerciali transatlantiche e come possiamo mantenerle forti».
Un comunicato della Commissione precisa poi che Von der Leyen sarà in Scozia «su invito del presidente degli Stati Uniti». Sarà il primo faccia a faccia diretto di Von der Leyen con Trump sulla questione dazi (a parte un breve abboccamento a Roma duramente i funerali di Papa Francesco). Una netta accelerazione che lascia ben sperare che la fatidica intesa sia davvero ormai in arrivo. Ieri non a caso vari funzionari Ue avevano diffuso ottimismo, parlando di «ottime chance». Del resto, poco prima lo stesso presidente Usa, incontrando i cronisti mentre lasciava la Casa Bianca, aveva lanciato pronostici positivi, per quanto un po’ confusi. «Stiamo lavorando diligentemente con l’Ue – ha detto – direi che abbiamo una chance 50-50, forse meno». Poi, rispondendo una seconda volta ai cronisti che insistevano, ha «migliorato» i pronostici: «È la questione più importante. Penso che l’Ue al momento abbia una chance dannatamente buona di fare un accordo».
Quello che ormai appare cristallizzarsi è ciò che è già ampiamente trapelato nei giorni scorsi: e cioè Bruxelles accetterebbe un accordo «asimmetrico», con dazi del 15% su tutti le merci Ue, sopra l’attuale 10% imposto in aprile ma al di sotto del 30% minacciato nella lettera di Trump (che scatterebbe il primo agosto senza accordo). Una misura che riguarda anche le auto, al momento colpite da dazi al 25%. Escluso invece l’acciaio che appare destinato a restare al 50%. Tra le ipotesi, esenzioni per il comparto aereo, gli alcolici, i farmaci. Da quel che trapela l’Ue sarebbe pronta per parte sua a rispondere con dazi, se non zero, comunque ben al di sotto del 15%. Indubbiamente non sarebbe indolore. Secondo Unimpresa, comporterebbero un impatto stimato complessivo di 10 miliardi di euro per le imprese italiane. In allarme la Germania, tra i Paesi Ue più esposti. La Camera di commercio tedesca ieri ha avvertito che i dazi attuali stanno già pesantemente impattando sulle industrie tedesche, soprattutto quelli del 50% sull’acciaio e l’alluminio.
Certo, con Trump non si sa mai e l’Ue è pronta anche al peggio. Decisivo anche il netto indurimento del cancelliere tedesco Friedrich Merz, passato dall’insistere per il dialogo a oltranza a chiedere una risposta adeguata in caso di mancato accordo, associandosi al presidente francese Emmanuel Macron. Se alla fine non ci sarà l’accordo, ha detto anche il ministro le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, «ovviamente insieme decideremo quale devono essere le misure di reazione. Misure compensative che in ogni caso devono essere eque, proporzionali e sostenibili».
Come noto, due giorni fa l’Ue ha approvato una lista unica di contromisure per il caso di mancato accordo, del valore di 93,2 miliardi di euro. Senza intesa il 7 agosto entrano in vigore quelle di risposta ai dazi su alluminio e acciaio (per un valore di 21 miliardi di euro), e che colpiscono prodotti agricoli Usa, carne di manzo, succhi di frutta, cereali, riso, o prodotti industriali come lavastoviglie o aspirapolveri, jeans, moto Harley Davidson più (ma a partire dal primo dicembre) soia e mandorle. Il 7 settembre entra in vigore la prima parte dei restanti 72,2 miliardi di euro di misure in risposta agli altri dazi, la seconda parte il 7 febbraio 2026. Colpiti 6,4 miliardi di euro prodotti agroalimentari e 65,8 miliardi di beni industriali Usa. Tra questi, l’aviazione civile (anzitutto Boeing), auto e componenti, macchinari, prodotti chimici, medici ed elettrici.

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