Dalla transizione alle nuove sfide

La numerosità degli enti si attesta a circa 360mila, mentre cresce ancora il numero dei dipendenti, raggiungendo i 919.431 (+3%)
February 27, 2025
Dalla transizione alle nuove sfide
Archivio | Volontari della Caritas
Il Terzo settore rappresenta un pilastro per le comunità locali e per la stessa economia. È un universo attorno a cui ruotano imprese sociali e non profit, associazioni di volontariato (a cui spesso partecipano anche le aziende), Fondazioni, cooperative e Organizzazioni non governative. Secondo i dati Istat, al 31 dicembre 2022 il numero complessivo di istituzioni non profit attive in Italia è rimasto sostanzialmente stabile, passando da 360.625 a 360.061 unità. Se le istituzioni diminuiscono lievemente (-0,2%), i dipendenti aumentano del 3% (919.431) mantenendo la tendenza di crescita riscontrato nell’anno precedente. Nel 2022 le istituzioni crescono più al Sud (+2%) e nelle Isole (+1,1%) e sono in lieve flessione nel Nord-est (-1,2%), Nord-Ovest (-1,0%) e al Centro (-0,3%). Le regioni con gli incrementi maggiori sono Campania (+3,7%), Calabria (+3,3%), e Sicilia (+2,3%), mentre quelle con decrementi più elevati sono la provincia autonoma di Bolzano (-7,2%), il Molise (-6,1%) e la Basilicata (-3,4%).
«In questi anni di costante lavoro, riattivare il processo di riforma del Codice del Terzo settore, fermo dal 2017, per dare risposte certe e restituire protagonismo al mondo della solidarietà sociale è stato una delle priorità di questo governo e del mio mandato - spiega Maria Teresa Bellucci, viceministro con delega alle Politiche sociali -. Un impegno concretizzato e mantenuto, tra le tante misure e iniziative - open Runts-Registro unico nazionale del Terzo settore, Social Bonus, avvisi di coprogrammazione e coprogettazione, Osservatorio sull'amministrazione condivisa, proroga Iva, costante dialogo con il Consiglio nazionale del Terzo settore - con l'approvazione del primo importante pacchetto di semplificazioni a luglio 2024. Come governo, stiamo lavorando concretamente per portare a termine la promozione del Terzo settore e del Codice stesso. Un percorso che offrirà importanti opportunità, prima fra tutte il rilascio da parte della Commissione Ue dell'autorizzazione che consentirà, soprattutto, l'adozione dei nuovi regimi fiscali per gli Ets-Enti del Terzo settore. Una svolta, un passo avanti di grande importanza, di cui siamo pienamente consapevoli, e che non vediamo l'ora di compiere per il bene delle centinaia di migliaia di enti, da troppo tempo in attesa di questo sblocco».
Le istituzioni non profit, benché a partire dal 2018 siano aumentate di più nelle regioni del Mezzogiorno, presentano ancora una distribuzione territoriale piuttosto concentrata: circa il 50% è attivo al Nord, il 22,1% al Centro, il 18,5% e il 9,5% rispettivamente al Sud e nelle Isole. Tra il 2022 e il 2021, i dipendenti impiegati dalle istituzioni non profit aumentano di più al Sud (+6,9%), nelle Isole (+4,2%) e nel Nord-ovest (+2,9%). L’incremento dei dipendenti è maggiore in Basilicata (+14,0%) e Campania (+12,0%), dovuto perlopiù alla crescita dimensionale delle cooperative sociali, e in Liguria (+8,7%). Il personale dipendente diminuisce soltanto in Molise (-8,2%). La distribuzione territoriale dei dipendenti rimane notevolmente concentrata, il 56,4% è impiegato nelle regioni del Nord mentre solo il 21,3% lavora nelle istituzioni non profit del Mezzogiorno.

Tra il 2021 e il 2022 la diminuzione delle istituzione non profit ha interessato principalmente le istituzioni con altra forma giuridica (-2%), e le cooperative sociali (-1,6%) il cui numero è in calo dal 2018. Le associazioni sono pressoché stabili (+0,1%) mentre le fondazioni mostrano l’aumento maggiore (+1,7%). L’associazione continua ad essere la forma giuridica che raccoglie la quota maggiore di istituzioni (85,0%), seguono quelle con altra forma giuridica (8,5%), le cooperative sociali (4,1%) e le fondazioni (2,4%).

La distribuzione dei dipendenti per forma giuridica è piuttosto eterogenea, con il 53,5% impiegato dalle cooperative sociali e quote che si attestano al 18,6% nelle associazioni e al 15,6% nelle istituzioni non profit con altra forma giuridica. Rispetto al 2021, l’aumento dei dipendenti si attesta intorno al 2,9% per tutte le forme giuridiche.

Religione e istruzione e ricerca i settori con i cali più sostenuti, mentre il settore dello sport raccoglie il numero di istituzioni non profit più alto (34%), seguito da quelli delle attività culturali e artistiche (15,1%), delle attività ricreative e di socializzazione (14,8%), dell’assistenza sociale e protezione civile (9,7%).

Rispetto al 2021 le associazioni di promozione sociale aumentano significativamente (+66,7%), mentre è contenuta la crescita delle imprese sociali (+0,6%). Le organizzazioni di volontariato diminuiscono (-3,2%) presumibilmente per effetto dei procedimenti e operazioni di trasmigrazione nel Runts. È maggiore la contrazione delle onlus (-8,3%) che con l’abrogazione del decreto legislativo istitutivo cessano di esistere o più verosimilmente acquisiscono una nuova qualifica fra quelle previste dalla riforma del Terzo settore. Si attesta al -5% la variazione delle istituzioni non profit che non possiedono nessuna delle qualifiche considerate.

Nel 2022 sono 69.381 le istituzioni non profit iscritte nell’elenco degli enti destinatari del cinque per mille (19,3% del totale). Nell’anno di dichiarazione dei redditi 2022 l’importo ricevuto dalle istituzioni non profit è di circa 446,4 milioni di euro mentre le scelte espresse dai contribuenti al momento della dichiarazione si attestano su 11,1 milioni, in diminuzione rispetto al 2021 (-6,3%).
Cresce il ruolo nella sanità
Sono oltre 96mila i dipendenti di organizzazioni non profit che operano in sanità, oltre 437mila nell'assistenza sociale, rappresentando il 60% dei lavoratori (esclusi i volontari) che operano nel sistema del Terzo settore. Gli enti non profit che occupano questi lavoratori sono circa 12.200 nella sanità e 35.200 nell'assistenza sociale: il dato dimostra una crescita degli occupati di circa il 39% dal 2011. Secondo il 21esimo Rapporto nazionale La sperimentazione clinica dei medicinali in Italia, pubblicato dall'Agenzia italiana del farmaco, la ricerca non profit, quella condotta da enti e istituzioni non avente fini commerciali, ha registrato un calo rispetto al 2020, passando dal 25,4% al 17,3% delle sperimentazioni cliniche. Questo trend è probabilmente influenzato dagli effetti della pandemia e dall'introduzione di nuove normative, come il Regolamento europeo e le disposizioni sui Comitati etici. Anche a fronte di questo calo, il ruolo del Terzo settore nella ricerca e nella sperimentazione clinica rimane molto significativo, soprattutto in ambiti cruciali come l'oncologia e le malattie rare.
«In un momento in cui il Sistema Sanitario Nazionale è in affanno, il settore privato non può essere la risposta a tutte le esigenze dei cittadini e diventa sempre più prezioso il contributo del Terzo settore - afferma Guido Borsani, presidente di Fondazione Deloitte -. Secondo l'ultima edizione del nostro Outlook Salute Italia, nel nostro Paese circa un italiano su tre rinuncia alle cure, soprattutto nelle fasce più deboli e nel Sud. In questo contesto, il Terzo settore sempre più spesso svolge un ruolo chiave offrendo servizi indispensabili e confermando un presidio territoriale capillare».
«I dati sull'impegno del Terzo settore in sanità, come nel socioassistenziale e nella ricerca - dice Alberto Salsi, presidente dell'Argis-Associazione di ricerca per la governance dell'impresa sociale - ci esortano a leggere queste realtà come parti insostituibili ed integranti dei rispettivi ambiti dove sono impegnate. È giunto il tempo per l'intero comparto del Terzo settore di rendere il proprio contributo sempre più visibile ed attrattivo per nuove professionalità».
Il volontariato aziendale
Una ricerca sviluppata da Fondazione Terzjus nel 2023 rivela, grazie alla collaborazione con l’Ufficio studi di Unioncamere, che a livello nazionale solo il 5% delle imprese che impiegano almeno 50 dipendenti sviluppa iniziative di volontariato aziendale, di queste il 39,4% si orienta verso il volontariato di competenza. Fra le tipologie di sostegno c’è il volontariato d’opera, che si riferisce ad attività con uno scopo sociale o ambientale in cui i volontari svolgono un’attività diversa dal loro lavoro professionale. Come la pulizia di parchi, la raccolta di rifiuti, il servizio presso mense solidali, il presidio di banchetti per la raccolta fondi, solo per fare qualche esempio. Molte aziende optano, invece, per il volontariato di competenza. Mettono cioè a disposizione delle organizzazioni non profit le capacità professionali e le conoscenze tecniche dei propri dipendenti per partecipare a progetti o programmi specifici durante l’orario di lavoro.
A livello di cittadinanza si parla anche di volontariato di prossimità. Si va da forme di solidarietà condominiale, con il reciproco sostegno tra vicini di casa, al co-housing, ai gruppi di acquisto. Spesso comitati di cittadini si prendono cura di spazi verdi urbani e promuovono fra loro nuove forme di socialità. Il volontariato d’impresa può essere considerato una forma di action learning perché dà ai partecipanti la possibilità di apprendere attraverso l’azione diretta, la riflessione e il coinvolgimento collaborativo in modo da sviluppare competenze e conoscenze in modo pratico. Ma i benefici si allargano all’azienda che vede migliorare la propria reputazione e alle organizzazioni non profit che stringono relazioni più forti con le imprese.
Corsi e concorsi
C’è ancora tempo fino al prossimo 15 marzo per inviare le proposte progettuali e aderire al concorso a impatto sociale Make Your Impact. Ideata da Fondazione di Modena e UniCredit, in collaborazione con Fondazione Italiana Accenture ETS, e i partner AICCON Research Center, Human Foundation, ManagerNoProfit, Confcooperative Terre d’Emilia, Legacoop Estense e Forum del Terzo Settore della Provincia di Modena, l’iniziativa è volta a supportare e potenziare la capacità degli enti di Terzo settore della Provincia di Modena di generare impatto sociale sul territorio e sulle comunità.
Tra le novità di quest’anno la possibilità di ottenere un rimborso per i finalisti che seguiranno la formazione. Una giuria infatti valuterà le migliori proposte, inviate attraverso la piattaforma digitale idea360 messa a disposizione da Fondazione Italiana Accenture ETS, stilando una prima classifica in cui saranno inseriti gli otto enti finalisti che potranno partecipare ad un workshop che prevede una formazione trasversale - organizzata da Make Your Impact attraverso tre seminari dedicati, rispettivamente, alla redazione del business plan, ai documenti di bancabilità, alla valutazione d’impatto - e ad un’attività di advisory personalizzata, messa a disposizione dall’Associazione ManagerNoProfit, di supporto alla finalizzazione e all’invio della domanda definitiva. Fondazione Modena ha previsto un rimborso di 12mila euro complessivi, dunque fino a un massimo di 1.500 euro per ente, per la partecipazione del personale delle imprese alle attività di accompagnamento.
L’iniziativa intende sostenere il consolidamento e il potenziamento organizzativo di imprese e cooperative sociali attraverso la ridefinizione dei processi aziendali, la creazione o consolidamento di nuove unità organizzative, la trasformazione digitale, la transizione verde, l'ampliamento dei servizi e l’incremento del numero e delle tipologie dei beneficiari.
Il bando prevede la selezione di tre vincitori per i quali è a disposizione un contributo liberale complessivo di 60mila euro, stanziato dalla Fondazione di Modena. È previsto anche un premio speciale fino a 5mila euro, erogato da Fondazione Italiana Accenture ETS a favore del progetto che presenti elementi di innovazione, anche tecnologica, in grado di garantire la maggiore scalabilità e replicabilità al progetto stesso, in termini di qualità e quantità di beneficiari raggiunti. FIA, inoltre, metterà a disposizione dei tre vincitori un’azione di mentorship mirata, finalizzata ad accompagnare i beneficiari nella realizzazione del progetto.
I tre vincitori, inoltre, avranno la possibilità di accedere a un finanziamento UniCredit - di importo massimo pari a 100mila euro ciascuno, a tasso zero per il finanziato, nell’ambito dell’offerta di Impact Financing della banca – accompagnato da un’erogazione liberale fino a 5mila euro pay for success, ovvero legata all’avvenuto raggiungimento degli obiettivi di impatto sociale del progetto.
Human Foundation, grazie al contributo di Fondazione di Modena, provvederà a fornire formazione e supporto tecnico per la valutazione e rendicontazione dell’impatto sociale delle attività avviate dalle tre organizzazioni premiate. Ai vincitori, infine, sarà garantita anche la possibilità di usufruire di servizi di tutoring e mentoring curati da Confcooperative Terre d’Emilia e Legacoop Estense (previa iscrizione a titolo gratuito ad una delle due centrali cooperative).
Il regolamento è consultabile collegandosi al link makeyourimpact.apply-idea360.com, da cui è possibile iscriversi.
È ufficialmente partita la raccolta fondi per la sede di Roma della Bebe Vio Academy, un'iniziativa pensata per contribuire al rafforzamento e alla crescita del progetto che coinvolge insieme bambine e bambini con e senza disabilità nella pratica dell’attività sportiva. La campagna, che nasce con lo scopo di arrivare alla cifra di 300mila euro, sarà attiva fino al prossimo 31 dicembre su For Funding, la piattaforma online di raccolta fondi che Intesa Sanpaolo dedica alle organizzazioni non governative e alle associazioni non profit per raccontare, promuovere e finanziare progetti di solidarietà sociale.

L’obiettivo è quindi quello di sostenere concretamente la Bebe Vio Academy di Roma andando a finanziare l'acquisto di attrezzature sportive funzionali e adeguate a supportare anche i giovani con disabilità fisica, come ad esempio carrozzine da scherma, basket e rugby, maschere e fioretti da scherma, pedane paralimpiche (incluse quelle per non vedenti), reti da sitting volley, porte da calcio e stampelle (calcio integrato), accessori vari per l'atletica (ostacolini, vortex, tappetoni, palle mediche).

Allo stesso tempo, i fondi raccolti saranno utili per contribuire alle spese per l’affitto della palestra che accoglie le attività della BVA per un totale di 9 mesi, per aiutare a mantenere il servizio gratuito per tutti i giovani partecipanti e a coprire le spese di assicurazione per i partecipanti e per tutto lo staff dedicato, per coinvolgere staff qualificato, tra allenatori ed educatori, per l'intero prossimo anno di attività.

Grazie a un accordo con Sapienza Università Roma, la Bebe Vio Academy di Roma svolge le proprie attività proprio presso il Centro Sportivo SapienzaSport in via Fornaci di Tor di Quinto 64.

La Bva è organizzata e gestita dall’Associazione art4sport ONLUS. L’obiettivo del progetto è la promozione dello sport paralimpico, in linea con la visione di Bebe, condivisa e supportata anche dalla Sapienza, ovvero quella di rendere lo sport accessibile a tutti. L’Academy, che a Milano nel suo primo triennio di attività ha coinvolto circa 180 ragazzi, si rivolge a bambine e bambini tra i 6 e i 18 anni con disabilità fisiche ma anche a giovani senza disabilità che vogliono sperimentare alcune discipline sportive nella loro versione paralimpica.

A Roma, il programma della stagione 2024/2025 andrà avanti fino a maggio 2025 con due allenamenti a settimana, il martedì e il giovedì, dalle 17 alle 18.

Nella Capitale, nel corso dell’anno le ragazze e i ragazzi della Bva hanno la possibilità di cimentarsi in ben sei discipline, ossia nell’atletica, nel calcio integrato, nel sitting volley, nella scherma in carrozzina, nel basket in carrozzina e nel rugby in carrozzina.

La partecipazione all’Accademia, tutte le attività sportive comprese, l’abbigliamento tecnico e gli ausili sono messi a disposizione gratuitamente per tutte le ragazze e tutti i ragazzi dall’Associazione art4sport ONLUS.

Per maggiori informazioni sulla campagna e per sostenere il progetto con una donazione, sulla piattaforma For Funding di Intesa Sanpaolo è online la pagina dedicata al seguente link:
Per maggiori informazioni sulla Bebe Vio Academy, è possibile consultare i seguenti link.
Cosa significa oggi capitale umano delle imprese sociali? Quali scelte strategiche dovranno adottare le imprese sociali del futuro per essere più attrattive sul mercato? Sono queste le domande su cui più di 50 cooperatori provenienti da tutta Italia hanno lavorato durante i quattro giorni suddivisi in due workshop per individuare insieme prassi, strategie e soluzioni organizzative in grado di rendere più attrattivo alle nuove generazioni il mondo della cooperazione. Ad Artesella a Trento, il Consorzio nazionale CGM ha lavorato insieme con Kopernicana e Cooperjob Spa per costruire una nuova direzione per il capitale umano delle imprese sociali approfondendo il valore della leadership cooperativa, la trasparenza, la comunicazione e il ruolo del senso di appartenenza. Inoltre sono stati presentati gli strumenti tipici della gestione del personale: dall’onboarding ai piani di carriera e di sviluppo delle competenze. Infine, i giovani cooperatori trentini hanno approfondito le motivazioni che oggi spingono i giovani ad andare tutti i giorni a lavoro e le loro modalità di avvicinamento al mondo dell’impresa sociale. Nella giornata conclusiva del workshop è stato presentato da Cooperazione Salute il nuovo piano della sanità integrativa, in un periodo storico in cui attraverso il rinnovo contrattuale nazionale del comparto questo strumento assume sempre più una valenza strategica.
«Come imprese sociali ci siamo maggiormente impegnate a prenderci cura dei territori, delle persone al centro della nostra mission. Ora è il tempo di guardare al valore interno, alle persone che ci consentono con il loro impegno quotidiano di fare la differenza nei contesti», precisa Francesca Gennai, vicepresidente di CGM.
«Una profonda crisi di senso sta attraversando oggi il mondo del lavoro nel nostro Paese. Nessun settore si può sentire escluso, in particolare relativamente al delicatissimo passaggio intergenerazionale. La sfida contemporanea dell’impresa sociale è riuscire a ridisegnare modelli organizzativi capaci realmente di mettere la persona al centro, cogliendone a pieno i bisogni e, al tempo stesso, valorizzandone competenze, attitudini e aspirazioni», conclude Stefano Granata, presidente di Cooperjob Spa.

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