Così cambia il lavoro per guide, accompagnatori e agenti

C’è infatti un nuovo modo di viaggiare, essere un turista sempre più consapevole e attento a tutto ciò che ci circonda: dai monumenti alle tradizioni del made in Italy alla sostenibilità
July 15, 2025
Così cambia il lavoro per guide, accompagnatori e agenti
Archivio | I fondatori della start up Onderò
Il settore turistico è a una svolta. Dopo la pandemia è ripresa la voglia di viaggiare. Con l'Italia che continua ad attirare visitatori da tutto il mondo. E turisti che grazie a internet e ai social si informano e chiedono esperienze diverse. Anche per questo motivo le professioni turistiche devono adeguarsi alle esigenze del mercato. Guide, accompagnatori e agenti di viaggi sono i nostri primi "ambasciatori": a loro tocca il compito di accogliere nel migliore dei modi gli ospiti e trasmettere un messaggio positivo del nostro Paese. Anche per una questione di marketing e reputazione.
Basti pensare che al primo bando nazionale per aspiranti guide turistiche che il ministero del Turismo ha lanciato dando seguito alla riforma della professione prevista dalla legge 190/2023, sono state presentate quasi 27mila domande a fronte delle 14mila guide in esercizio. «Numeri elevati che, per quanto prevedibili dopo tanti anni, non possono che preoccupare e che impongono riflessioni - spiega Valeria Gerli, presidente di ConfGuide, la Federazione nazionale delle guide turistiche aderente a Confcommercio Professioni - perché, se da un lato alcune realtà territoriali e alcune tipologie di attività lamentano una carenza di professionisti abilitati, dall’altro immettere sul mercato questo potenziale numerico pari al doppio delle guide in esercizio, porterà a triplicare entro l’anno il numero dei professionisti, con conseguenze tutte da verificare. Temiamo inoltre che come ulteriore conseguenza si abbassi il livello qualitativo dei servizi offerti, in un contesto che, invece, chiede sempre maggiore qualità, anche per contrastare i fenomeni di overtourism».
C’è infatti un nuovo modo di viaggiare, essere un turista sempre più consapevole e attento a tutto ciò che ci circonda: dai monumenti alle tradizioni del made in Italy alla sostenibilità. Il libro Nuovo turismo culturale, scritto da Elena Croci per Franco Angeli, analizza le trasformazioni del turismo contemporaneo e traccia il profilo del viaggiatore che oggi non cerca più solo luoghi, ma esperienze che arricchiscano il proprio benessere valoriale, un nuovo sé quale forte elemento di condivisione, che passa anche attraverso i social media. «Il Nuovo turismo culturale – sottolinea l'autrice – è un modo diverso di viaggiare rispetto al passato, dove fare turismo voleva dire soltanto spostarsi da un punto all’altro del globo. Oggi si stanno tracciando risposte a nuove domande di un turista che guarda ad altro proponendosi più riflessivo, pronto ad ascoltare uno storytelling nuovo, genuino, più reale; un’opportunità per creare connessioni autentiche e di valore tra persone e luoghi. Anche gli operatori del settore possono (e devono) fare la loro parte, proponendo soluzioni e percorsi orientati a questo nuovo trend di viaggiatore consapevole, con un’etica che si inserisce tra il rispetto dei luoghi e delle comunità, dove vivere esperienze che possano davvero lasciare un’emozione che duri nel tempo».
Il work life balance è entrato anche nel settore del turismo e, dunque, parlare di eventi off season sarà la prossima sfida per i nuovi manager dell’immediato futuro: destagionalizzazione versus overtourism, deregulation versus repeater. Chi vincerà? «Non è una reale sfida – aggiunge Croci – ma coloro che hanno già intuito il cambio di passo vogliono fare rete, costruire percorsi e offerte che emozionino in tutte le stagioni a vantaggio di un turista trendy, curioso di scoprire un Paese che ha ancora tanto da offrire». Quali sono i comportamenti e i valori che caratterizzano il nuovo turista?
Sostenibilità: è attento all'impatto ambientale e cerca di ridurre la propria impronta ecologica durante il viaggio.
Autenticità: desidera scoprire la cultura locale, scegliendo esperienze che rispecchino la tradizione e le peculiarità del luogo, lontano dal turismo di massa.
Empatia e rispetto: interagisce con la comunità locale con rispetto, cercando di comprendere le diverse realtà culturali senza imporsi o alterare il territorio e l’habitat.
Benessere valoriale: attraverso esperienze di valore vissute e condivise, il turista alimenta una parte di sé stesso che gli infonde appagamento e senso di appartenenza.
Turismo esperienziale: non si accontenta di vedere, ma vuole vivere il viaggio in maniera esperienziale, attraverso emozioni autentiche.
Off season tourist: il nuovo turista è colui che rifiuta il solo sguardo veloce e superficiale perché preferisce esperienze più profonde e immersive che gli permettano di entrare veramente in contatto con la destinazione.
Onderò, l'app che sostiene un turismo diverso
Secondo un report di McKinsey & Company, il mercato globale delle esperienze turistiche ha superato il valore di un trilione di dollari. I dati segnalano un passaggio sempre più netto dal turismo generalista a quello esperienziale, narrativo e relazionale. Le persone non cercano più solo destinazioni, ma esperienze che li rappresentino, raccontate da chi quei luoghi li ha vissuti davvero, non da un algoritmo. In questo scenario stanno emergendo nuove soluzioni che non si rivolgono ai turisti, ma ai viaggiatori: quelli che cercano contenuti veri, consigli non standardizzati, prospettive personali. È a questa domanda che cerca di rispondere un progetto italiano nato nel 2024. Onderò, nata a Roma, è una piattaforma che unisce dimensione pratica e componente social, offrendo guide, itinerari e consulenze realizzati da chi conosce un luogo in profondità. Non è uno spazio per “turisti”, ma per chi vuole viaggiare fuori dagli schemi, affidandosi a chi è già stato lì e ha trasformato la propria esperienza in un racconto utile.
La piattaforma permette di salvare luoghi, esplorare itinerari già pubblicati e contattare direttamente chi li ha condivisi, per ricevere indicazioni su misura. Le esperienze proposte non sono costruite a tavolino, ma nascono da vissuti autentici: un punto panoramico nascosto, un orario perfetto per visitare un museo senza folla, una deviazione inaspettata che ha reso un itinerario indimenticabile.
Oggi Onderò conta più di 90mila download, 50mila utenti iscritti e oltre 190 guide certificate, realizzate da una rete di creator, esperti locali e viaggiatori seriali. Il filo comune tra loro è la voglia di condividere non solo informazioni, ma punti di vista.
L’app è pensata per accompagnare chi parte, offrendo contenuti pratici, storie personali e un’alternativa concreta ai percorsi preconfezionati. «L’idea è nata da una domanda semplice: e se ciò che scopri durante un viaggio potesse aiutare qualcun altro a viverlo meglio? - conclude Adriano Pasini, fondatore di Onderò -. Sempre più persone cercano contenuti che parlino la loro lingua, anche emotiva. Non vogliamo sostituire l’intermediazione classica, ma offrire un modo più umano, diretto e personale di orientarsi». Onderò nasce così come uno spazio dove il viaggio comincia ancora prima della partenza, e dove chi cerca ispirazione può trovare storie vere, consigli autentici e suggerimenti fuori dalle rotte comuni. Un modello che intercetta un bisogno in crescita: viaggiare non da turisti, ma da viaggiatori. Un approccio che, nel tempo, potrebbe contribuire a ridefinire il modo stesso di organizzare e raccontare i viaggi».

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