Con i rifugiati aumenta anche il valore dell'economia

L’integrazione può contribuire fino al +2% del Pil. Gli stranieri rappresentano infatti quasi il 32% del totale degli occupati in somministrazione con circa 163mila lavoratori (media mensile 2024)
July 29, 2025
Con i rifugiati aumenta anche il valore dell'economia
www.fabiomarcangeli.com | Valeria Giaccari, consigliere delegato di Orienta
Diventa sempre più importante il contributo economico e sociale della migrazione e il ruolo centrale che le aziende possono giocare nel promuovere l’inclusione. Secondo un report di Mediobanca, infatti, l’integrazione dei migranti può contribuire fino al +2% del Pil, aiutando a colmare i divari demografici e a rafforzare la produttività. In questo contesto, la nuova ricerca di Valore D sulla multiculturalità nei luoghi di lavoro conferma che le aziende che investono in inclusione hanno il 39% di probabilità in più di superare la redditività media del proprio settore. Lo studio legale internazionale DLA Piper ha contribuito alla ricerca con un approfondimento sui profili normativi legati alla multiculturalità nei contesti aziendali, offrendo linee guida pratiche per: processi di selezione inclusivi, policy che valorizzano la diversità culturale e religiosa, e strumenti per superare barriere linguistiche. «La ricerca mostra che l’Italia è già multiculturale, ma ancora poco interculturale: il vero passaggio è trasformare la diversità in valore condiviso - spiega Barbara Falcomer, direttrice generale di Valore D -.​ La multiculturalità nel mondo del lavoro rappresenta un valore enorme per l’innovazione e la competitività delle aziende. Essere consapevoli delle differenze etnico-culturali e preparare i leader a gestirle è ormai una via obbligata, in un mondo segnato da sfide demografiche, economiche e sociali sempre più complesse. Le imprese che sapranno accogliere e integrare queste diversità disporranno di una risorsa strategica, capace di generare crescita collettiva – sociale ed economica – equa e sostenibile per il nostro Paese».
«La multiculturalità è un valore anche per le aziende – sostengono Elena Davanzo e Francesca De Novellis dello studio legale DLA Piper -. È un tema complesso e spesso si confondono migranti e rifugiati. Bisognerebbe dare ordine alla normativa, che spesso è di difficile attuazione anche per mancanza di risorse e di strutture. In molti casi il discorso applicativo dipende dalla sensibilità dei soggetti. Inoltre esistono gap da colmare: linguistici, formativi e legali. In questo caso la formazione mirata deve essere potenziata. Vista anche la situazione italiana determinata dal calo delle nascite e dall’invecchiamento della popolazione, ci sarebbe anche l’opportunità di inserimento in alcuni settori che hanno difficoltà a trovare personale specializzato, in particolare nella sanità. Il primo passo da compiere è siglare trattati bilaterali internazionali tra l’Italia e quei Paesi da cui provengono i rifugiati. Poi è fondamentale il riconoscimento dei titoli accademici. Ma al di là dei limiti normativi nazionali ed europei, è necessaria una svolta culturale».
Il settore della somministrazione - rende noto Assolavoro - guarda da sempre all'inclusione dei lavoratori stranieri nel mercato del lavoro italiano. Gli stranieri rappresentano infatti quasi il 32% del totale degli occupati in somministrazione con circa 163mila lavoratori (media mensile 2024). Attraverso le agenzie per il lavoro i lavoratori stranieri trovano impiego in diversi settori anche a medio-alta specializzazione come l'industria (in particolare metalli, alimentare, gomma e meccanica), l'informatica e i servizi alle imprese, il commercio e i trasporti. Nel 2022 Assolavoro e i sindacati di categoria hanno firmato un accordo per finanziare una serie di azioni volte ad agevolare l'accoglienza, l'inclusione e l'inserimento socio-lavorativo dei titolari di protezione internazionale, protezione temporanea e protezione speciale, con fondi per 45 milioni di euro. Per i beneficiari si prevede un'attività mirata di bilancio delle competenze, una formazione base per l'apprendimento della lingua italiana o un percorso di formazione professionale, a seconda delle competenze rilevate. I corsi di formazione previsti, sia quelli di base che quelli professionali, sono erogati gratuitamente e prevedono un'indennità di frequenza, il rimborso delle spese sostenute per vitto, alloggio e trasporto, e un'indennità una tantum di 1.000 euro a conclusione del corso. Grazie all'accordo, inoltre, sono state estese ai rifugiati che frequentano uno dei percorsi formativi anche alcune prestazioni di welfare erogate da Ebitemp normalmente rivolte ai lavoratori in missione, quali: il rimborso per l'assistenza psicologica, il rimborso per l'acquisto dei beni di prima necessità per i neonati e un contributo per l'asilo nido e per il sostegno all'istruzione. Viene poi riconosciuta ai lavoratori somministrati che prestano ospitalità per almeno tre mesi ai rifugiati, sempre tramite Ebitemp, una indennità una tantum pari a 1.000 euro, elevata a 1.500 euro nel caso in cui si dia ospitalità a minori di 18 anni o donne in gravidanza.
Inoltre è stato firmato il nuovo protocollo d'intesa tra ministero dell'Interno, ministero degli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, il ministero del Lavoro, l'Acnur-Alto Commissariato per i rifugiati dell’Onu, Diaconia Valdese, Pathways International e Talent Beyond Boundaries che permetterà ai rifugiati selezionati all'estero, attraverso le nuove misure previste dalla legge 50/2023, di arrivare in Italia attraverso i corridoi lavorativi per i rifugiati, un'iniziativa che prevede la selezione e la formazione di rifugiati in Paesi terzi già qualificati in specifici settori professionali per il loro ingresso regolare nel mercato del lavoro italiano. A oggi sono quattro i progetti avviati, 70 le persone rifugiate residenti in Colombia, Egitto, Uganda e Giordania che saranno inseriti nel settore aeroportuale, cantieristico navale, informatico e orafo una volta in Italia. Questi progetti sono pensati per essere ampliati ad altri settori economici e contesti geografici nei prossimi anni, con l'obiettivo di aumentare significativamente le opportunità offerte alle persone in fuga e alle aziende italiane. L'Italia si conferma uno dei primi Paesi al mondo a sviluppare un canale regolare d'ingresso per rifugiati nel settore lavorativo, sia prevedendo specifiche quote di ingresso all'interno dell'ordinaria programmazione annuale sia attraverso il cosiddetto percorso "extra quota". Quest'ultimo canale consente alle aziende italiane di selezionare e assumere rifugiati al termine di un percorso di formazione all'estero, contribuendo a costruire un modello di integrazione e solidarietà che valorizza le competenze dei rifugiati e soddisfa le necessità di personale delle imprese italiane.
Le buone pratiche
Dal 2017 l’Acnur ha deciso di assegnare un riconoscimento alle aziende che si sono distinte con attività specifiche di integrazione lavorativa dei beneficiari di protezione internazionale. Nello specifico, Orienta ha avviato un percorso di collocazione lavorativa dei rifugiati, riuscendo a occupare 519 persone nel 2024. L’Acnur premia anche quest’anno con il logo Welcome. Working for Refugee Integration 227 aziende che nel 2024 hanno favorito l’inserimento professionale di 16.200 rifugiati, sostenendo il loro processo d’integrazione in Italia. Grazie a tale attività l'Agenzia per il lavoro ha ottenuto la conferma anche per l’anno in corso del prestigioso riconoscimento. L'Acnur ha motivato il riconoscimento all’azienda per il rilevante impegno dimostrato nella promozione di interventi specifici per l'inserimento lavorativo dei rifugiati. «L'attribuzione per la quarta volta del prestigioso riconoscimento testimonia come per noi di Orienta l'impegno per l'inserimento lavorativo dei rifugiati e dei beneficiari di protezione di tutto il mondo non sia un fatto episodico, ma faccia parte del nostro comune sentire e della responsabilità che avvertiamo verso le persone meno fortunate, che hanno scelto di ricominciare una nuova vita nel nostro Paese – sottolinea Valeria Giaccari, consigliere delegato di Orienta –.E’ per noi motivo di grande orgoglio ma allo stesso tempo di stimolo per continuare con maggior impegno e senso di responsabilità sociale nella costruzione di un modello di società inclusiva, e nello specifico verso coloro che sono costretti ad abbandonare il proprio Paese di origine a causa di fatti gravissimi come guerre, conflitti e persecuzioni. Con il nostro lavoro siamo riusciti negli ultimi quattro anni ad assumere 1.669 persone richiedenti asilo, sostenendo così un processo di integrazione in Italia. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le colleghe e i colleghi del Gruppo per il lavoro che svolgono tutti i giorni in questo senso».
Le montagne, da sempre, sono luoghi simbolici, capaci di evocare significati profondi, universali, molteplici. Delineano confini, sui quali si sono combattute guerre; sono crocevia di percorsi, intrapresi per scoprire nuovi orizzonti o fuggire da persecuzioni; garantiscono riparo nei rifugi, aperti per offrire asilo e accoglienza. Esplora il sottile intreccio tra confine, percorso e rifugio la prima edizione dell’iniziativa Rifugiati in rifugio. Dialoghi per condividere e conoscere, promossa congiuntamente da Università Cattolica del Sacro Cuore e Asgi-Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione. Si tratta di un ciclo di incontri, in programma tra luglio e ottobre, in quattro iconici rifugi distribuiti su tutto l’arco alpino, che fa dialogare i temi del diritto dell’immigrazione e dell’asilo con quelli della montagna. Un progetto che si inserisce pienamente nelle attività di Terza Missione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con l’obiettivo di proporre uno sguardo diverso per favorire una maggiore conoscenza dei fenomeni migratori, in particolare in relazione agli aspetti dell’asilo e della protezione e alle norme che li regolano. «Il ciclo si propone di creare momenti di dialogo e incontro tra esperienze solo apparentemente distanti, il tutto rifuggendo semplificazioni e pregiudizi - afferma Francesca De Vittor, ricercatrice di Diritto internazionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e ideatrice del progetto, insieme agli avvocati Alberto Guariso e Giovanni Barbariol di Asgi. Gli incontri in rifugio, organizzati in forma di dibattito e accompagnati da un momento artistico conclusivo, sono pensati in stretta relazione con il luogo di montagna in cui si svolgono, al fine di sottolineare il duplice profilo di indagine: montagna e viaggio verso il rifugio. Le testimonianze dei rifugiati e di persone che in montagna vivono e lavorano sono accompagnate da relazioni più accademiche volte a illustrare le norme che regolano i fenomeni migratori». «Rifugiati in rifugio è un modo per condividere uno spazio e un tempo di uguaglianza, in cui le persone non sono più qualificate e caratterizzate da un ruolo - il rifugiato, il cantante, l’avvocato, il professore, l’alpinista - ma sono tutte semplicemente persone che camminano insieme. Il ciclo di incontri sarà un’occasione per riflettere sul rapporto tra uomo e ambiente e sull’importanza della solidarietà tra persone nelle situazioni di difficoltà», continua De Vittor. Al tempo stesso «l’incontro in rifugio, proposto ai rifugiati che arricchiranno il dibattito con le loro testimonianze e quelli che vorranno accompagnarli, vuole offrire l’occasione per diffondere la conoscenza e la cultura della montagna, facendola sperimentare a cittadini stranieri che raramente ne hanno l’occasione», precisa Guariso.
Lafarmacia., primo retail di farmacie in Italia e parte del gruppo Hippocrates Holding, ha ricevuto una menzione speciale per il Progetto Ucraina, nato nel 2024 con l’obiettivo di offrire a rifugiati ucraini opportunità concrete di accoglienza e integrazione nel mercato del lavoro italiano. Un riconoscimento che sottolinea l’impegno nel tradurre i propri valori in azioni tangibili, integrando inclusione sociale e sostegno professionale in un percorso strutturato, costruito grazie alla stretta collaborazione con le autorità diplomatiche italiane e ucraine. L’iniziativa del gruppo, sviluppata per accompagnare farmacisti professionisti nel percorso di reinserimento lavorativo, attraverso corsi di lingua, assistenza legale e burocratica, affiancamento nelle procedure di riconoscimento dei titoli di studio e – dove possibile – supporto concreto nel trasferimento e nella ricerca di un alloggio, ha permesso a 18 farmacisti ucraini di trovare accoglienza, formazione e opportunità lavorative all’interno delle farmacie del Gruppo, a testimonianza dell’impegno verso la comunità e della centralità del ruolo civile del farmacista anche a livello extra-comunitario.
Btinkeeng è tra le prime aziende italiane ad assumere persone rifugiate grazie al progetto ReadyForIT-Labor pathways for refugees. I lavoratori che inizieranno un nuovo percorso professionale provengono dall’Uganda e sono state formate per essere inserite nel settore dell’Information Technology. L’iniziativa, promossa da Acnur insieme con Fondazione Italiana Accenture Ets e ad altri partner internazionali, rappresenta un modello innovativo e replicabile di integrazione lavorativa. I rifugiati selezionati, tra i 19 e i 46 anni, hanno completato un percorso formativo altamente specializzato in ambito It, acquisendo competenze avanzate in linguaggi di programmazione come Java e Sql, oltre a una preparazione civico-linguistica per favorire l’inserimento nel tessuto sociale e professionale italiano. Il progetto rientra nell’ambito dei corridoi lavorativi per rifugiati, un’iniziativa che prevede la selezione e la formazione di rifugiati in Paesi terzi già qualificati in specifici settori professionali per il loro ingresso regolare nel mercato del lavoro italiano. Questi percorsi di mobilità lavorativa, che rientrano nelle linee programmatiche del Global Compact on Refugees (Patto Globale sui Rifugiati), offrono ai rifugiati un’opportunità concreta di ricostruire una vita dignitosa, allineata alle loro competenze, e alle aziende italiane di rispondere al fabbisogno di lavoratori qualificati.
Grazie al programma pilota ReadyForIT|Labor Pathways fo Refugees, ideato da Fondazione Italiana Accenture Ets, Accenture Italia ha accolto e assunto nella sua sede di Napoli otto rifugiati con competenze It, che hanno già iniziato a lavorare in azienda. Napoli rappresenta oggi uno dei principali hub tecnologici di Accenture in Italia, con oltre 3.200 professionisti e centri di eccellenza come il Cyber Fusion Center, punto di riferimento nel campo della cybersecurity. ReadyForIT|Labor Pathways fo Refugees ha permesso a 22 giovani rifugiati con background in ambito It, provenienti da Burundi, Congo, Eritrea, Etiopia, Rwanda, Somalia, Sud Sudan e Sudan, ospitati in Uganda, che hanno completato con successo il percorso ReadyForIT alla fine di ottobre 2024, di acquisire o migliorare le competenze in programmazione Java, oltre a raggiungere un livello base di conoscenza della lingua e della cultura italiana. Grazie a un contratto di lavoro da parte delle aziende italiane che hanno aderito alla sperimentazione, hanno ottenuto un visto che gli ha permesso di arrivare in maniera sicura e regolare nel nostro Paese e cominciare così una nuova vita e una carriera nel digitale. Raffaele D’Orsi, Managing Director Accenture Technology: «L'ingresso di otto giovani rifugiati nella nostra sede di Napoli, nell’ambito del progetto ReadyForIT promosso dalla Fondazione Italiana Accenture Ets, è per noi motivo di grande orgoglio. Questo risultato conferma il valore di un’iniziativa che, unendo formazione accessibile e opportunità professionali concrete, genera un impatto positivo sulle persone e sul territorio, sostenendo l’integrazione sociale di rifugiati e migranti attraverso percorsi nel settore It e accompagnamento verso il lavoro. Progetti come questo esprimono pienamente il Dna di Accenture e della sua Fondazione: innovazione, inclusione e crescita sostenibile».
Econocom è stata premiata nell’ambito di ReadyForIT-Labor pathways for refugees, confermando il suo impegno a favore di un modello di impresa sostenibile e responsabile, in cui il lavoro rappresenta uno strumento chiave per l’inclusione e l’empowerment di persone in condizioni di fragilità. In collaborazione con Fondazione Accenture e Fondazione Vodafone, la Business Unit Products & Solutions (Asystel-BDF) ha avviato un progetto volto a creare opportunità concrete per giovani rifugiati provenienti da Eritrea, Sudan, Congo e Afghanistan, offrendo loro percorsi di formazione tecnica e inserimento professionale in ambito digitale. Il programma, realizzato con il supporto di Academy Rapido, prevede una formazione intensiva di tre mesi focalizzata sulle competenze chiave per l’It Support e la Cybersecurity, arricchita da certificazioni Cisco, coaching sulle soft skill e preparazione ai colloqui di lavoro. Questo approccio strutturato e personalizzato non solo facilita l’ingresso nel mondo del lavoro, ma valorizza le competenze e le aspirazioni dei partecipanti, contribuendo allo stesso tempo alla crescita e all’innovazione aziendale. I risultati raggiunti testimoniano l’efficacia dell’iniziativa: 11 giovani sono stati assunti, di cui sette fanno oggi parte di Econocom con contratto di apprendistato e prospettive di stabilizzazione. Tuttavia, l’impatto del progetto va ben oltre i numeri: ha favorito la creazione di un ambiente di lavoro più inclusivo e aperto alla diversità, contribuendo a un cambio di paradigma culturale e dimostrando come la diversità possa trasformarsi in un vantaggio competitivo per l’azienda.

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