A dicembre 350mila contratti programmati
di Redazione
In calo Manifatturiero (-17,3%), Commercio (-6,4%) e Agricoltura (-4,4%). Positive le aspettative per Costruzioni (+5,7%) e Turismo (+5,4%). Difficile da trovare il 46% dei profili

Le imprese hanno in programma l’attivazione di circa 350mila contratti a dicembre, che diventano 1,3 milioni se si considera il trimestre dicembre 2025-febbraio 2026. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, emerge un rallentamento della domanda di lavoro: il fabbisogno occupazionale delle imprese diminuisce del 5,9% nel mese (-22mila posizioni) e del 6,2% nel trimestre (-86mila). Ciononostante, le imprese continuano a segnalare forti difficoltà nel reperimento del personale, dichiarando di avere problemi a trovare il 46% dei profili richiesti. A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall'Unione europea.
Nel complesso, l’industria prevede di attivare circa 79mila contratti a dicembre, con una flessione del 9,5% rispetto allo stesso mese del 2024; nel trimestre dicembre 2025-febbraio 2026 le attivazioni salgono a 357mila, con un calo de -6,3%. Negative le aspettative del comparto manifatturiero: le attivazioni previste sono circa 48mila a dicembre, in calo (-17,3%) rispetto all’anno precedente. All’interno del Manifatturiero, le principali opportunità occupazionali continuano a concentrarsi nelle industrie meccaniche ed elettroniche (oltre 12mila ingressi nel mese e 58mila nel trimestre), nelle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (9mila a dicembre e 36mila nel trimestre) e nelle metallurgiche e dei prodotti in metallo (circa 8mila nel mese e oltre 43mila nel trimestre). In controtendenza, il settore delle costruzioni mostra un fabbisogno in aumento: per dicembre sono previste 31mila assunzioni (+5,7%) e nel trimestre si raggiungono 132mila attivazioni (+5,4%). Nel Terziario, invece, le imprese stimano 256mila contratti a dicembre (-4,8%) e oltre 867mila tra dicembre e febbraio (-6,6%). A trainare la domanda di lavoro è il turismo (alloggio e ristorazione), con 80mila ingressi previsti nel mese (+5,4% sul 2024) e 221mila nel trimestre, seguito dal commercio (55mila nel mese e 180mila nel trimestre) e dai servizi alle persone (42mila e 159mila).
Nel settore primario le imprese prevedono 15mila entrate nel mese di dicembre (-4,4% sul 2024) e quasi 77mila entro febbraio 2026 (-1.6%). Le nuove assunzioni restano concentrate nel settore delle coltivazioni ad albero, con 5mila ingressi nel mese (-16,2%) e 28mila nel trimestre (-2,2%), e in quello delle coltivazioni di campo, che registra 4mila entrate nel mese (-1,4%) e 23mila nel trimestre (-4,7%). Crescono, invece le assunzioni nelle aziende di allevamento e in quelle impegnate nelle coltivazioni di serra.
I contratti a tempo determinato si confermano la forma più utilizzata con 207mila unità (59,1% del totale), seguiti da quelli a tempo indeterminato (73mila pari al 21,0%). A dicembre, sono difficili da trovare 161mila figure sulle 350mila richieste, pari al 46%. Le criticità più marcate emergono nelle industrie metallurgiche e metallifere, dove quasi due profili su tre risultano introvabili (65,7%), seguite dalle costruzioni (62,8%) e dal legno-arredo (59,5%).
Tra le professioni intellettuali e scientifiche, dove sono previste 18mila entrate e il 47,9% dei profili risulta difficile da reperire, i più difficili da trovare sono gli specialisti nelle scienze della vita (1.660 entrate con un tasso di difficoltà dell’89,4%), gli analisti e progettisti di applicazioni (1.910 posizioni, difficoltà 55,8%) e gli ingegneri (3.020 entrate, difficoltà 53,6%). Anche tra le professioni tecniche, che contano 39.560 ingressi programmati di cui 53,2% segnalati di difficile reperimento, le maggiori difficoltà si segnalano tra i tecnici della gestione dei processi produttivi (3.220 posizioni) che presentano criticità nel 64,9% dei casi, seguiti dai tecnici in campo ingegneristico (3.770 entrate, 62,0%), dai tecnici della salute (7.620 posizioni, 59,5%) e dai tecnici informatici e delle telecomunicazioni (4.060 posizioni, 59,0%). Tra le professioni qualificate nei servizi (121.360 entrate totali programmate) le imprese segnalano difficoltà nel reperire operatori della cura estetica (4.940 posizioni, difficoltà 57,3%), figure dei servizi sanitari e sociali (5.810 posizioni, 54,6%), personale della ristorazione (64.920 contratti, 52,1%). Infine, tra gli operai specializzati (55.250 ingressi complessivi previsti), le difficoltà più elevate riguardano i fabbri e ferrai costruttori di utensili (1.740 posizioni, difficoltà 73,3%), i meccanici artigianali e manutentori (7.650 posizioni, 71,4%), gli addetti alle rifiniture edilizie (9.830 posizioni, 70,0%), i fonditori, saldatori e lattonieri (3.380 posizioni, 70,0%) e gli operai specializzati del tessile e abbigliamento (1.630 posizioni, 68,7%).
Tra le professioni maggiormente richieste nel settore primario emergono criticità nel reperimento sul mercato di allevatori e operai specializzati della zootecnia (680 entrate previste nel mese, di cui 65,1% con difficoltà) e di conduttori di macchine agricole (1.010 entrate, 51,5%).
Le imprese prevedono inoltre di coprire una parte significativa delle assunzioni con personale immigrato: si tratta del 22,7% delle entrate complessive, pari a 79mila posizioni a dicembre.
Sul piano territoriale, il Nord-Est, 85.420 contratti previsti, si conferma l’area con le maggiori difficoltà di reperimento, con il 51,9% dei profili considerati difficili da coprire e picchi del 56% in Trentino-Alto Adige. Seguono il Nord-Ovest (96.430 contratti e 47,2% la difficoltà), il Centro (rispettivamente 69.660 entrate e 43,7%) e infine il Sud e le Isole (98.320 entrate di cui 41,3% difficili da reperire).
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