La transizione verde a rischio per mancanza di lavoratori
di Cinzia Arena
Confartigianato lancia l'allarme: introvabili 2,2 milioni di figure professionali con competenze in risparmio energetico e sostenibilità

La transizione verde è frenata dalla carenza di personale con competenze adeguate. Nel 2024 le imprese italiane non sono riuscite a reperire quasi 2,2 milioni di lavoratori esperti in risparmio energetico e sostenibilità ambientale. A lanciare l’allarme è Confartigianato, l’associazione che rappresenta oltre 1 milione e mezzo di imprenditori artigiani con 3 milioni di addetti., con un’analisi presentata a Milano nel corso dell’evento inaugurale della Settimana per l’Energia e la sostenibilità che sarà in programma dal 20 al 25 ottobre con decine di appuntamenti in diverse città.
“Il rischio – avverte il Presidente di Confartigianato Marco Granelli - è di avere una transizione verde senza lavoratori green. Stiamo lasciando scoperti centinaia di migliaia di posti di lavoro che rappresentano un’opportunità straordinaria per i giovani e per la competitività del nostro Paese. La sostenibilità non è solo una scelta etica, ma un’opzione strategica di crescita economica, che oggi viene frenata dalla carenza di competenze”.
Secondo lo studio di Confartigianato l’anno scorso le aziende avevano previsto l’assunzione di 4.4 milioni di lavoratori con competenze green, pari all’80,6% del totale delle assunzioni dell’anno. Ma quasi la metà di queste professionalità (il 49,4%), corrispondenti appunto a 2,2 milioni di lavoratori, sono state difficili da trovare sul mercato.
La situazione è particolarmente critica in alcune regioni in cui si supera la media nazionale di irreperibilità: in Trentino-Alto Adige la quota di lavoratori green introvabili tocca il 58%, al secondo posto, con percentuali superiori al 56% troviamo Umbria, Friuli-Venezia Giulia e Valle d’Aosta, al terzo posto Abruzzo, Marche e Veneto con il 53%. La classifica delle province con il più alto tasso di irreperibilità di lavoratori green vede in testa la Provincia Autonoma di Trento con il 58,4%, seguita a stretto giro di posta da Cuneo, Bolzano, Belluno, Perugia, Pordenone e Udine, con percentuali superiori al 57%.
Secondo Confartigianato la situazione è ancora più allarmante per le micro e piccole imprese e per il settore artigiano.
Lo scorso anno le piccole imprese hanno previsto l’assunzione di 1,6 milioni di lavoratori con competenze green, ma oltre la metà – il 55,6%, pari a 900mila– sono stati di difficile reperimento. In particolare, nelle imprese artigiane, su 235mila lavoratori green da assumere, ben 148mila (il 62,9%) sono risultati introvabili. Le regioni in cui le imprese più piccole hanno maggiori difficoltà nel reperire manodopera con competenze green sono Friuli-Venezia Giulia, con il 65,4%, Trentino-Alto Adige (64,1%) e Umbria (63,2%).
Ma come si fa ad invertire questo trend negativo? Confartigianato rilancia l’urgenza di un’alleanza stabile tra scuola, formazione tecnica e mondo del lavoro, affinché le nuove generazioni possano acquisire sin dall’inizio del proprio percorso educativo le competenze richieste dalle imprese green-oriented. “Serve una riforma della formazione tecnica e professionale che metta l’ambiente e l’efficienza energetica al centro dei programmi scolastici, rafforzando i percorsi di istruzione duale e di apprendistato” sottolinea Granelli. L’associazione rinnova anche l’appello a potenziare le politiche attive per il lavoro, con incentivi mirati all’assunzione di giovani formati su temi di efficienza energetica, energie rinnovabili, edilizia sostenibile, gestione dei rifiuti e digitalizzazione dei processi produttivi.
“Le imprese artigiane sono pronte alla sfida green – conclude Granelli – ma non possiamo permetterci che le buone intenzioni si scontrino con la realtà di un capitale umano non preparato. È in gioco la sostenibilità del nostro futuro, economico e ambientale”.
Cosa sono i green Jobs, o lavori verdi? Sono tutte quelle professioni legate alla sostenibilità, al benessere e alla tutela del pianeta. Si tratta di lavori con una forte vocazione etica, che offrono buone opportunità nei settori del manifatturiero, dell’agricoltura, delle costruzioni, dell’amministrazione pubblica e dei servizi, contribuendo in maniera decisiva a preservare la qualità e l’integrità dell’ambiente
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