Un gruppo di vittime di abusi ha incontrato Leone XIV

È la prima volta che accade. Il colloquio è durato circa un'ora e hanno partecipato sei persone, tra cui anche degli attivisti
October 20, 2025
La foto del Papa con il gruppo di vittime di abusi e di attivisti
La foto del Papa con il gruppo di vittime di abusi e di attivisti
«Come sopravvissuta a una scuola residenziale, porto il peso del trauma intergenerazionale causato da istituzioni che avrebbero dovuto proteggerci. L’incontro di oggi è un altro passo verso la verità e la riconciliazione»: in queste parole, della canadese Evelyn Korkmaz, sta forse la sintesi più efficace dell’incontro avvenuto ieri tra papa Leone XIV e sei membri del Consiglio direttivo dell’Eca Global, l’Ending clergy abuse. L’associazione, attiva dal 2018 soprattutto negli Stati Uniti, ma i cui aderenti provengono da oltre 30 Paesi di cinque continenti, è impegnata a fare in modo che la Chiesa adotti lo stile “tolleranza zero” davanti ai casi di abusi sessuali da parte di responsabili delle comunità ecclesiali e di rappresentanti del clero. Un impegno che ha trovato ascolto e accoglienza da parte del Pontefice, come riferito dalla stessa Eca, secondo la quale l’incontro di ieri ha segnato «un passo storico e pieno di speranza verso una maggiore cooperazione». Per il Pontefice quello di ieri è stato il primo faccia a faccia con vittime di abusi e attivisti dall’elezione, anche se da vescovo in Perù, in seno alla Conferenza episcopale, si è occupato proprio della tutela dei minori.
Secondo quanto riportato da Vatican News, all’udienza di ieri erano presenti Gemma Hickey ed Evelyn Korkmaz, dal Canada, Timothy Law dagli Usa, Matthias Katsch, dalla Germania, Janet Aguti dall’Uganda e Sergio Salinas Argentina. In una conferenza stampa a Borgo Pio, poi, i sei membri di Eca hanno espresso unanime soddisfazione per il colloquio, durato un’ora, con Leone XIV. «Papa Prevost è stato molto aperto e ognuno di noi ha condiviso alcune riflessioni personali. È stato molto caloroso», ha raccontato Hickey, vittima di abusi a Newfoundland and Labrador, in Canada, da parte di un sacerdote, prima rimosso e poi spostato in due parrocchie. I presenti hanno letto al Papa una loro dichiarazione e hanno presentato il progetto “Iniziativa tolleranza zero”, sottolineando «l’importanza di standard globali coerenti e di politiche incentrate sulle vittime». Durante l’udienza ci si è soffermati anche sul lavoro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori che, la scorsa settimana, ha presentato il suo secondo Rapporto annuale. E il Papa avrebbe invitato anche ad aprire un confronto tra i due organismi. «È stata una conversazione profondamente significativa. Riflette un impegno condiviso per la giustizia, la guarigione e un vero cambiamento», ha affermato ancora Hickey.
«Siamo venuti non solo per esprimere le nostre preoccupazioni, ma anche per valutare come potremmo collaborare per garantire la protezione dei bambini e degli adulti vulnerabili in tutto il mondo», sono state le parole di Janet Aguti, dell’Uganda, vicepresidente del Consiglio di amministrazione di Eca. Il clima, ha aggiunto la donna, non è di rabbia ma di speranza in un impegno duraturo ed efficace da parte della Chiesa. «Crediamo nella dignità intrinseca di ogni bambino e adulto vulnerabile, nel coraggio di ogni sopravvissuto e nella responsabilità morale della Chiesa di guidare con trasparenza e compassione – ha detto la donna –. La nostra missione è sostenere coloro che hanno subito danni nel promuovere riforme che proteggano i più deboli. E contribuire a ripristinare la fiducia e l’integrità nell’istituzione che sappiamo avere la capacità di fare grandi cose». L’obiettivo, ha aggiunto Tim Law, co-fondatore e membro del cda di Eca Usa, «non è solo il confronto, ma piuttosto la responsabilità, la trasparenza e la volontà di lavorare insieme per trovare soluzioni». Matthias Katsch, dalla Germania, infine, ha spiegato che al Pontefice è stato chiesto di offrire «speranza, intesa come giustizia, risarcimenti e migliori tutele per bambini e adulti vulnerabili».

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