mercoledì 15 ottobre 2014
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Un cammino lento, difficile, impegnativo, doverosamente minuzioso. È quello che stanno affrontando i padri sinodali suddivisi nei dieci "circoli minori" dove, secondo quanto osservato da un protagonista diretto, «si lavora con grande libertà ma anche con un grande senso di responsabilità. Andiamo avanti a piccoli passi. E non potrebbe essere diversamente. Sono in gioco questioni decisive per tutti». In questa esegesi attenta, in questa volontà di passare al microscopio il testo presentato lunedì dal cardinale Erdö, il minimo che possa succedere alla "Relatio" è quello di finire profondamente modificata, e quindi arricchita, ampliata, resa più conforme alla visione collettiva. Quella che emergerà dalle dieci relazioni dei "circoli" e che poi, secondo una prassi consolidata, la segreteria del Sinodo dovrà di nuovo sintetizzare e presentare in plenaria. Smontaggio e rimontaggio senza fine. Per arrivare poi al testo da presentare al Papa e quindi inaugurare un altro anno di dibattito prima del Sinodo del 2015. Se ci fossero altre istituzioni a prendere così a cuore i problemi della famiglia... Lunedì i padri sinodali hanno affrontato la prima parte della "Relatio", quella relativa all’ascolto. Ieri si sono concentrati sul capitolo successivo, "Lo sguardo di Cristo: il Vangelo della famiglia". Un’analisi che, nella maggior parte dei "circoli", ha fatto emergere la richiesta di concentrarsi maggiormente sui fondamenti evangelici del matrimonio e della famiglia. Nella "Relatio" se ne parla, naturalmente, ma in modo che è stato considerato poco diffuso e non troppo organico. Anzi, in alcuni passaggi, sembra che i riferimenti biblici siano presi quasi unicamente come spunto per approfondire la situazione fenomenologica, le condizioni di precarietà poi analizzati nel paragrafo successivo. Giusto allora – è la richiesta arrivata da numerosi padri sinodali – che si trovi lo spazio per una narrazione evangelica fresca e coinvolgente sì, ma dettagliata e precisa. Perché se non si parte da Cristo, diventa difficile anche parlare di misericordia e di accoglienza.
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