martedì 4 agosto 2020
L'emerito di Viterbo è morto nella notte di lunedì. Le condoglianze del vescovo Pompili: «Scompare un uomo perspicace, raffinato della modernità, e soprattutto un credente irriducibile»
Addio a Chiarinelli, il vescovo "amico" dei laici che ha unito Vangelo e cultura
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Dopo una breve malattia è morto nella tarda serata di lunedì monsignor Lorenzo Chiarinelli, 85 anni compiuti a marzo, vescovo emerito di Viterbo e figura di spicco dell’episcopato italiano. Con lui «scompare un uomo perspicace, interprete raffinato della modernità, e soprattutto un credente irriducibile; la sua scomparsa è dolorosa non solo per la Chiesa, ma anche per la società civile», sottolinea monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, diocesi originaria dove il compianto presule si era ritirato al termine del servizio episcopale espletato in tre diocesi.

Chiarinelli era nato a Concerviano, diocesi di Rieti, per la quale era stato ordinato sacerdote il 15 settembre 1957. Laureato in teologia alla Gregoriana, da prete era stato vice assistente ecclesiastico della Fuci e professore di religione al liceo classico Varrone del capoluogo sabino. Nel 1983 Giovanni Paolo II lo aveva eletto alla sede vescovile di Aquino, Sora e Pontecorvo. Ordinato vescovo il 27 febbraio 1983, in seguito era stato trasferito prima ad Aversa nel marzo 1993 e poi nel giugno 1997 a Viterbo, dove è rimasto fino al dicembre 2010. Intenso era stato il suo impegno all’interno della Cei, con un ruolo di rilievo nel secondo Convegno ecclesiale nazionale celebrato a Loreto nel 1985 e nella 44ª Settimana Sociale del 2004 a Bologna. È stato anche presidente della Commissione episcopale per la catechesi e la dottrina della fede, curando tutta la fase di realizzazione per l’approvazione dei testi dei catechismi postconciliari. Già membro della Congregazione delle cause dei santi, nel settembre 2009 aveva accolto Benedetto XVI nella sua visita a Viterbo e nella Bagnoregio di San Bonaventura.


Tante le dichiarazioni di cordoglio. Dalla sua Rieti, con il vescovo Pompili e il sindaco Antonio Cicchetti, e da tutte le città che lo hanno avuto come vescovo conservando un bel ricordo del suo servizio pastorale. Lo storico vaticanista Luigi Accattoli, che lo ha conosciuto «da quando eravamo giovani nella Fuci», lo fotografa come «lettore colto e aggiornatissimo, instancabile animatore di convegni e dibattiti, ottimo predicatore di ritiri, sveglissimo vescovo». Per la presidenza nazionale del Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic) quella di monsignor Chiarinelli «è stata un’esistenza dal mistero di Dio, radicata in una spiritualità intensa ma asciutta, capace di tessere un costante dialogo tra il Vangelo e la cultura». Chiarinelli, che prima del ministero episcopale ha svolto un lungo e fecondo servizio pastorale nella Fuci e nel Meic, «è stato un prete davvero amico dei laici». Uno di quei preti «che guidano con l’esempio prima che con la dottrina, che credono con la vita prima che con il catechismo, che ascoltano con il cuore prima di parlare con le labbra». «Siamo grati al Signore – conclude la presidenza del Meic – per la sua testimonianza di sacerdote e vescovo che ha tenuto stretta tra le mani la bussola del Concilio e ha onorato il Vangelo col cuore e con la mente».

La camera ardente per monsignor Chiarinelli è stata allestita nella Cattedrale di Santa Maria a Rieti dove in serata Pompili ha presieduto una veglia di preghiera. Le esequie vengono celebrate mercoledì 5 agosto alle ore 11 in piazza Cesare Battisti, nello spazio antistante la Cattedrale. Al termine della cerimonia funebre la salma sarà trasferita a Viterbo per la sepoltura.


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