mercoledì 14 ottobre 2009
Dialogo e tolleranza sono sempre più necessari in un mondo «segnato da un ritmo di vita frenetico, dove non rari sono gli episodi di intolleranza e di incomunicabilità, le divisioni e i conflitti».
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    Un invito a riannodare «rapporti di fraternità e di riconciliazione» in un tempo segnato da conflitti e divisioni. E’ quanto papa Benedetto XVI ha sottolineato questa mattina durante l’udienza del mercoledì parlando di Pietro il Venerabile, santo abate di Cluny (del XII secolo). «Potremmo dire – ha detto il Santo Padre – che questo santo Abate costituisce un esempio anche per i monaci e i cristiani di questo nostro tempo, segnato da un ritmo di vita frenetico, dove non rari sono gli episodi di intolleranza e di incomunicabilità, le divisioni e i conflitti. La sua testimonianza ci invita a saper unire l’amore a Dio con l’amore al prossimo, e a non stancarci nel riannodare rapporti di fraternità e di riconciliazione». Il Santo abate – ha ricordato il Papa – soleva dire: «Da un uomo si potrà ottenere di più tollerandolo, che non irritandolo con le lamentele». Pietro il Venerabile – ha proseguito il Papa «mostrava inoltre cura e sollecitudine anche per chi era al di fuori della Chiesa, in particolare per gli ebrei e i musulmani: per favorire la conoscenza di questi ultimi provvide a far tradurre il Corano». Un fatto inedito considerando il tempo: «in mezzo all’intransigenza degli uomini del Medioevo – ha detto il Papa - noi ammiriamo qui un esempio sublime della delicatezza a cui conduce la carità cristiana».
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