sabato 18 dicembre 2021
Nel sussidio Cei per prepararsi al Natale al centro i sapienti arrivati dall’Oriente. Ogni giorno la preghiera con una riflessione “dal volto umano” e il richiamo ai doni di oro, incenso e mirra
La Novena "guidata" dai Magi: ecco come prepararsi al Natale

Immagine tratta dalla copertina del sussidio

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Sono i Magi a guidare la Novena di Natale nelle parrocchie italiane. È la proposta che arriva dall’Ufficio liturgico nazionale della Cei con il sussidio “Dov’è Colui che è nato?”. Un itinerario scandito dall’esempio dei saggi giunti dall’Oriente fino alla mangiatoia di Betlemme che «interpretano i segni e interrogano la gente incontrata» e mostrano come «da soli non ce l’avrebbero fatta», si legge nella presentazione del testo. Ecco perché, aggiunge la Cei, il loro stile «invita tutti a vivere l’esistenza come sinodo, a camminare insieme oltre le nostre cieche convinzioni, verso la luce vera, che viene a visitarci come “un sole che sorge dall’alto”. E proprio in sintonia con l’avvio del Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia e con la preparazione al Sinodo universale dei vescovi, la celebrazione della Novena può essere vissuta non solo come pio esercizio di devozione e tradizione, ma come occasione propizia di catechesi e formazione». Del resto i Magi evocano l’uomo che cerca il Signore.

L’appuntamento di preghiera che porta alla solennità della Natività e che è cominciato giovedì è pensato come distinto dalla celebrazione eucaristica. Due sono i momenti in cui è strutturata quello ideato dalla Cei. Il primo è chiamato “Con la guida della stella”, facendo riferimento alla stella apparsa ai Magi, ed è una riflessione quotidiana, diversa giorno per giorno, che introduce all’ascolto della Parola e offre una lettura della storia alla luce del Vangelo. Il secondo ha al centro i “Doni dei Magi”: la mirra, segno dell’umanità di Gesù, profezia della sua morte, ma anche «delle sofferenze, delle prove, delle angosce che ancora oggi assalgono il mondo e domandano ascolto e condivisione»; l’oro, richiamo alla regalità di Cristo, ma anche «alla responsabilità e all’impegno a cui l’uomo è chiamato nella cura del Creato e nel governo delle cose di questo mondo»; l’incenso, icona della divinità del Figlio di Dio e insieme «segno del profumo che deve spandersi con la vita dei battezzati nella quotidiana esperienza al servizio della comunità umana».

La Novena è una tradizione cara all’Italia. In alcuni luoghi si celebra prima dell’alba; nella maggioranza dei posti si tiene di sera, al tramonto. Rimanda all’«attesa vigilante», al «cammino» e alla «ricerca», a una «veglia carica di speranza». La Cei suggerisce che il rito cominci con la chiesa in penombra: si illuminerà durante il secondo canto, dopo la parte detta del “lucernario”, quando viene portata una lampada nei pressi dell’altare o del presepe.

Il sussidio contiene anche una proposta di celebrazione della Messa nella notte di Natale, sempre guardando ai Magi. Con testi poetici e gesti semplici, vengono indicati tre momenti che esortano a passare dal buio alla luce. Il primo, “Pellegrini nella notte”, si sofferma sulle tenebre; il secondo, chiamato “Guidati dalla stella”, punta sulla Parola e sulla luce; il terzo, “Videro il Bambino e lo adorarono”, ha come segni l’oro, l’incenso e la mirra.




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