sabato 22 febbraio 2020
Un modo per rifugiarsi tutti insieme, a Castellammare del Golfo, sotto la protezione di Maria. La parte esterna dell'indumento sarà realizzata dalle monache clarisse di Alcamo
La statua della Madonna del Soccorso a Castellamare del Golfo

La statua della Madonna del Soccorso a Castellamare del Golfo - da Lilli Genco, Avvenire

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«Che beddru stu mantu e largu quantu u mari. N’aviti a riparari, Matri di carità» .Così cantano i fedeli a Castellammare nell’inno di lode del Rosario tradizionale in lingua siciliana che si tramanda da secoli in onore della loro patrona, la Madonna del Soccorso.

Oggi questo manto, invocato «grande quanto un mare» per dire la smisurata accoglienza misericordiosa della Madonna verso il suo popolo, si vuole realizzare concretamente ed un’associazione cittadina, che si chiama appunto "quantummàri", ha già lanciato la proposta. Non si tratta di una semplice raccolta fondi per finanziare la realizzazione di un pregiato manufatto artistico: protagonisti della "tessitura" del mantello della Madonna saranno tutti i cittadini.

«L’esterno del manto sarà realizzato dalle monache clarisse di Alcamo che con perizia antica, da vere artiste del ricamo, sapranno cucirlo al meglio» spiega Baldo Sabella, presidente dell’Associazione. Ma il dono che tutta la comunità vuole "tessere" per la sua patrona mette insieme la forte simbologia dei gesti devozionali con l’esigenza di rivestire la pietà popolare della vita concreta, di sentire la propria vita incastonata con quella della comunità, in una fede che ha radici comuni e che si esprime in un unico sentire.

I contenitori in cui i fedeli potranno collocare i pezzi di stoffa donati per realizzare il Manto

I contenitori in cui i fedeli potranno collocare i pezzi di stoffa donati per realizzare il Manto - da Lilli Genco, Avvenire

«La parte interna del mantello sarò formato da vari pezzi di stoffa che i cittadini vorranno donare alla Madonna: può essere un lembo di un vestito da sposa, un pezzo di una tuta da lavoro – aggiunge Chiara D’Angelo –. Ognuno può offrire una stoffa che gli è particolarmente cara o che è simbolo di qualcosa, o di qualcuno, di significativo che si vuole affidare alla protezione della Madonna, aggiungendo il suo nome e spiegando, se vuole, il motivo del dono. Vogliamo che nessuno si senta escluso da questo abbraccio della nostra Madonna e che lì sotto il suo manto ognuno possa dire "ci sono anch’io". Un patchwork di tessuti e colori, un mosaico di vita, di attese e di gratitudine».

La raccolta si concluderà il 13 maggio, festa della Madonna di Fatima. Da quel giorno le stoffe raccolte saranno portate nella vicina Alcamo, presso il Monastero "Santa Chiara" dove le clarisse inizieranno il delicato lavoro di cucitura interno e procederanno alla realizzazione "tradizionale" dell’esterno.

Il mantello sarà donato alla patrona il prossimo 13 luglio, giorno in cui si celebra l’anniversario di un evento prodigioso avvenuto, secondo la tradizione, nel 1718 quando la Madonna apparve sulla Marina facendo fuggire alcune navi inglesi che volevano attaccare la città, salvandola dalla distruzione.

L’evento viene celebrato con una rievocazione di forte impatto: la marina con le navi sul golfo e il bastione del castello si prestano infatti scenicamente al racconto corale dell’intervento che sancì la protezione mariana sulla città «l’esigenza spirituale di questa iniziativa è ricucire il senso di comunità con un gesto semplice ma tangibile – spiega don Fabiano Castiglione, parroco della Chiesa Madre dedicata alla Madonna del Soccorso – un atto di devozione con cui vogliamo rinnovare la nostra richiesta di patrocinio a Maria».




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