sabato 23 ottobre 2021
Questa domenica sugli altari la ragazza morta, non ancora 23enne, nel 1984. La sua fede maturata nell’incontro con don Oreste Benzi e la Comunità papa Giovanni XXI
La beata Sandra Sabbatini

La beata Sandra Sabbatini - Collaboratori

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«Non è mia questa vita che sta evolvendosi ritmata da un regolare respiro che non è mio, allietata da una serena giornata che non è mia. Non c’è nulla a questo mondo che sia tuo. Sandra, renditene conto! È tutto un dono su cui il "Donatore" può intervenire quando e come vuole. Abbi cura del regalo fattoti, rendilo più bello e pieno per quando sarà l’ora».

Sandra Sabattini annota queste parole sul suo “Diario” appena due giorni prima del terribile incidente che le causerà la morte. «Questa vita non è la mia» è la profezia di questa ragazza non ancora 23enne, che questa domenica, 24 ottobre, alle 16, diventerà la prima fidanzata beata. «È una profezia di cui abbiamo bisogno – spiega il vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi – specialmente in questo tempo post-Covid». La beatificazione, nella Cattedrale di Rimini, sarà presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, e sarà «una festa per la chiesa e per tutta la società riminese» sottolinea il vicario generale, don Maurizio Fabbri.

Quella di Sandra Sabattini è un esempio di santità straordinariamente quotidiana. «Scelgo Te e basta» un’altra delle fulminanti frasi della giovane riminese, che abbracciando Dio, non si è però chiusa in se stessa bensì si è aperta a tutto il mondo, a cominciare da povertà, indigenza, fragilità, società malata. Nata a Riccione il 19 agosto 1961, Sandra a 12 anni incontra don Oreste Benzi e la comunità “Papa Giovanni XXIII”; due anni dopo partecipa ad un soggiorno per adolescenti sulle Dolomiti con disabili gravi, dal quale ritorna con le idee chiare: «Ci siamo spezzati le ossa, ma quella è gente che io non abbandonerò mai».

Si spende nel servizio per i disabili e per i tossicodipendenti, e va a cercare i poveri di casa in casa. Nel 1980 si iscrive alla facoltà di medicina all’Università di Bologna: uno dei suoi sogni è di essere medico missionario in Africa. Fidanzata con Guido Rossi dall’agosto 1979, anch’egli membro della Papa Giovanni, vivono insieme una relazione improntata ad un amore tenero e casto, alla luce della Parola. Dirà Sandra: «Oggi c’è un’inflazione di buoni cristiani, mentre il mondo ha bisogno di santi».

Sempre protesa verso una “scelta radicale” di vita, nell’estate del 1981 inizia la condivisione con i ragazzi tossicodipendenti nel centro di ascolto e accoglienza attraverso i colloqui, e all’interno delle comunità di recupero. Amante della corsa e del canto, brava a districarsi sui tasti del pianoforte (nonostante la mancanza della prima falange dell’anulare e dell’indice della mano sinistra), capace di instaurare relazioni, Sandra si assume tanti impegni, ma tutti vissuti nella chiarezza dell’unica scelta: «Signore… scelgo te e basta».

La presenza viva di Gesù è il fondamento della sua esistenza, dalla preghiera alla fraternità, dalla contemplazione alla condivisione con i poveri. Il 29 aprile 1984 Sandra viene investita da un’auto a Igea Marina, a Rimini nord, mentre si reca a un evento dell’associazione. Muore all’ospedale Bellaria di Bologna il 2 maggio.

«La figura di Sandra – fa notare Lambiasi – può essere segnalata come icona credibile e attraente della santità della porta accanto, compresa da papa Francesco come “la santità di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio”». Per una siffatta santità, prosegue Lambiasi, «non occorrono esperienze eccezionali di impegno ascetico o di contemplazione mistica. A Sandra è bastata la trama di una vita ordinaria, tessuta di fede viva, sostenuta da una preghiera intensa e diffusa. Una vita spesa nel lieto e fedele compimento del proprio dovere, punteggiata da piccoli gesti di un amore teso all’estremo, in una appassionata amicizia con Cristo "povero e servo", in un servizio generoso e infaticabile a favore dei poveri. Una volta incontrato Gesù personalmente, lei non ha più potuto fare a meno di amarlo, di puntare su di lui, di vivere per lui, nella Chiesa».

Una giovane donna che dialoga con Dio​

«Ha scelto Gesù come salvatore della sua vita, perché Gesù riempie di senso e bellezza la vita. E il suo esempio è una boccata di ossigeno puro per tutti, contro una vita ripiegata sull’individualismo, l’edonismo e il divertimento a tutti i costi». Il vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, “dipinge” così la questa giovane donna capace di un dialogo profondo con Dio, che riempiva di significato tutto ciò che faceva: lo studio, il rapporto con il fidanzato, la vita di comunità, l’impegno per i più poveri e i progetti per il futuro.

«Tanta attenzione e clamore avrebbe messo in imbarazzo Sandra – fa notare Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale della comunità Giovanni XXIII, la realtà ecclesiale in cui si è formata la Sabattini e attore della causa di beatificazione –. Per questo abbiamo cercato di coniugare la sobrietà, che è una cifra di questa figura, con il giusto rilievo che merita una figura e un evento del genere». «La beatificazione di Sandra ci responsabilizza ancora di più come comunità – rilancia Monica Zanni, vice presidente della Papa Giovanni XXIII –. Ci sentiamo richiamati alla nostra vocazione originaria».

In processione sarà portato l’unico resto mortale di Sandra, un capello che il fidanzato Guido ha conservato in una scatolina di caramelle che la stessa Sandra aveva decorato. A portarlo sarà Stefano Vitali, già segretario di don Oreste Benzi e in seguito presidente della Provincia di Rimini, per cui è stata riconosciuta la guarigione miracolosa da un tumore per intercessione della Sabattini: «Sandra ha cambiato la mia vita, l’ha salvata anche operando sulla mia interiorità, sento che il mio impegno più grande è quello di imitarla» ha spiegato Vitali.

La processione offertoriale sarà fatta dal babbo e dal fratello di Sandra, le amiche storiche della Sabattini reciteranno le preghiere dei fedeli. Daniela, Geppi, Mariagrazia, Angela, Reginella, Daniela e Antonella da anni testimoniano in giro per l’Italia l’ordinaria straordinarietà della loro amica. «Quando ci si accorge di aver ricevuto un bel regalo, si comprende anche l’importanza di condividerlo perché anche altri ne possano beneficiare. Sandra non appartiene solo a noi, ma è un dono per tutti. E continua a fare del bene, a distanza di 34 anni dalla morte».

Il diario di Sandra​

La giovane riminese ha lasciato degli scritti in alcuni fogli, su pezzetti di carta, in un’agenda, nei diari scolastici. Fu don Oreste Benzi a capire subito che in quelle righe - Sandra cominciò a mettere nero su bianco i suoi pensieri già all’età di 5 anni - si apriva uno squarcio sul suo animo profondo e semplice, contemplativo e razionale. A 17 anni scrive: «Dire: sì, Signore, scelgo i più poveri, ora è troppo facile, se poi tutto resta come prima. No, ora dico: scelgo Te e basta». Questi scritti sono diventati il “Diario di Sandra” (Sempre Editore) : da ogni pagina emerge il desiderio di una vita piena.

«La sua vita profuma di Vangelo – rilancia monsignor Lambiasi, per il quale è fondamentale che Sandra non diventi un “santino” ma mantenga la sua “cifra” di profezia. Per farla conoscere e per avvicinarsi alla sua scelta di infinito è stato realizzato anche un cartone animato, la mostra “Scelgo Te e basta”, si sta girando un docufilm, è già in onda un podcast, una novena di preghiera e una rubrica - curata dalla biblista e biografa Laila Lucci - sull’emittente diocesana riminese IcaroTv, che trasmetterà su www.icaroplay.it anche la diretta della beatificazione.




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