domenica 4 ottobre 2020
Nella festa del patrono d'Italia così il premier risponde al presidente dei vescovi marchigiani che aveva chiesto un'Italia più equa, solidale e fraterna. Il passaggio delle Frecce tricolori
Le frecce tricolori sorvolano la Basilica di San Francesco

Le frecce tricolori sorvolano la Basilica di San Francesco - Foto Muolo

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I comuni delle Marche hanno offerto a san Francesco l'olio per alimentare la lampada votiva nella Basilica di Assisi. E il presidente della Conferenza episcopale marchigiana, l'arcivescovo di Pesaro Piero Coccia, ha chiesto "alla politica e alle istituzioni un supplemento di impegno e di responsabilità", per generare "anche attraverso il nostro impegno un'Italia sempre più equa, solidale e fraterna". Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, rivolgendosi poi ai fedeli dalla loggia del Sacro Convento, ha sottolineato: "Siamo chiamati a volgere lo sguardo al futuro abbracciando con coraggio, con fiducia, una prospettiva di rinascita, un’autentica conversione, verso un modello di sviluppo più equo e sostenibile, più attento all’ambiente, orientato al pieno, integrale sviluppo della persona. Dobbiamo cogliere questa straordinaria opportunità, l’attesa di una nuova alba che oltrepassi i tanti confini che ci hanno diviso e impoverito. La nostra missione e attività di governo richiede uno sguardo fisso sul futuro tanto ampio da custodire e rigenerare la casa comune per le future generazioni. Lo faremo: stiamo elaborando un piano nazionale per un Paese rigenerato".

Il discorso di Conte

Il discorso di Conte - Foto Muolo

Il tradizionale gesto che coinvolge a turno tutte le regioni d'Italia si è svolto oggi, festa di san Francesco patrono d'Italia, nella Basilica Superiore, presenti i vescovi delle Marche e il premier, insieme ai ministri Luigi Di Maio (Esteri) ed Eelena Bonetti (famiglia). La Messa è stata presieduta monsignor Coccia. Nella città del Poverello risuona ancora l'eco dello storico gesto compiuto ieri, sabato 3 ottobre, sulla tomba del Santo da Papa Francesco. Il pontefice ha firmato qui l'enciclica "Fratelli tutti", il cui testo viene diffuso oggi.

Nel saluto rivolto ai vescovi e ai fedeli, all'inizio della celebrazione, il custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, ha infatti ricordato la visita del Papa e quindi ha sottolineato la bontà del modello di sviluppo delle Marche, "fortemente radicato nel territorio e volano di socialità". Un modello anche per l'Italia che vuole rinascere, ha aggiunto, Ma potrebbe non bastare. "Siamo tutti su una barca che potrà restare a galla con alcuni accorgimenti, ma che è ancora senza timone e non sa dove andare. Questo nostro mondo è in balia delle onde della globalizzazione selvaggia e dei nazionalismi irrazionali. Se vogliamo preparare il futuro, occorre anche guardare lontano".

Il custode del Sacro Convento, padre Gambetti, accoglie il premier Giuseppe Conte

Il custode del Sacro Convento, padre Gambetti, accoglie il premier Giuseppe Conte - .

Quindi il custode ha fatto riferimento alla firma dell'enciclica. "Un dono immenso che addita la linea dell'orizzonte, l'approdo sicuro e felice per l'umanità. La fraternità è l'humus esistenziale che, come il grembo di una madre, custodisce, nutre ed orienta la nascita.Pensare l'economia e l'ecologia, i rapporti internazionali e quelli interni, le leggi e l'educazione, l'infosfera e il digitale, l'impresa e il commercio, lo sport nell'orizzonte dell'umanesimo fraterno è la sfida di oggi per il domani ed è uno spartiacque. Non c'è spazio per forme di compromesso: o con i fratelli o contro i fratelli",

Nell'omelia, l'arcivescovo Coccia ha ricordato i problemi della regione Marche, "provata e affaticata ma non piegata" dal terremoto e dal Covid, che ha fatto oltre mille morti nel territorio regionale. Poi allargando lo sguardo all'Italia intera, ha ricordato: "Spesso ci troviamo a fare i conti con una società sfiduciata e a tratti anche rabbiosa. Urge un'opera di ricostruzione non solo sociale ed economica (nelle Marche pure materiale), ma soprattutto spirituale nel segno della speranza. Nessuno si senta escluso dall'impegno di una evangelizzazione che l'attuale e particolare situazione dell'Italia richiede". Secondo l'arcivescovo di Pesaro, il Paese "necessita di un cambio di cultura". Quella dominante, infatti, "sta generando varie forme di violenza, di ingiustizia, di mancato rispetto della vita, della natura, e deprecabili strumentalizzazioni. Abbiamo bisogno di una cultura diversa, segnata da fraternità e da solidarietà". Perciò il presidente della Conferenza episcopale marchigiana ha ricordato la firma dell'enciclica, da parte di papa Francesco, proprio sulla tomba del Santo. "Francesco d'Assisi, esempio di vera umanità in cui tutta la nazione si riconosce, ci aiuti ad abitare il presente e a costruire il futuro nel segno della fraternità e della solidarietà. Elementi- ha concluso il presule - che partono dal cuore di chi fa l'esperienza del Mistero di Cristo e che generano una vita nuova ed una società nuova".

Al termine della celebrazione, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha rivolto un messaggio alla nazione. "L’Italia - ha sottolineato - dovrà essere una comunità rigenerata", quando uscirà dall’emergenza. "Il nemico non è sconfitto", ricorda riferendosi al Coronavirus: "Ma siamo consci di non poter disperdere i risultati fin qui raggiunti". "San Francesco - ha detto in un altro passaggio del suo intervento - ci parla oggi più che mai. La crisi sanitaria causata dall’epidemia ci sta ponendo interrogativi fondamentali sulla vita e sulla morte. Ci porta a ripensare a ciò che conta veramente nella vita".

Prima del presidente del Consiglio, aveva preso la parola il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli. Al termine, padre Gambetti ha dionati al premier il numero del centenario della Rivista San Francesco, che compie un secolo proprio oggi 4 ottobre e una copia dell'enciclica "Fratelli tutti".

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