mercoledì 22 aprile 2020
Parla don Remo Resca, rettore del Santuario posto sulla vetta del colle della Guardia. «Da qui l’icona della Vergine veglia sulla città e sull’arcidiocesi
Rosario dalla Madonna di San Luca cuore orante della Chiesa bolognese
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Lo definisce «il cuore orante della Chiesa bolognese » e proprio da qui stasera si eleverà la preghiera del Rosario per l’Italia, promosso dai media Cei d’intesa con la segreteria generale della Cei e trasmesso alle 21 da Tv2000 e InBluradio. È il Santuario della Madonna di San Luca, collocato sul colle della Guardia che sovrasta la città di Bologna. «Qui veneriamo la Vergine raffigurata in un’icona bizantina, attribuita a san Luca evangelista», spiega don Remo Resca dallo scorso novembre rettore del Santuario, che ospita stasera la sesta tappa di questo percorso di preghiera.

Come sta vivendo questo momento la comunità del Santuario?
Siamo tre sacerdoti diocesani e una comunità di suore Missionarie di Gesù Ostia, una famiglia religiosa nata in Messico nel 1958. Solitamente sono quattro, ma due sono dovute tornare in patria poco prima che si chiudesse tutto e così sono rimase in due. Di fatto viviamo l’isolamento imposto dalle regole a tutti, ma anche un isolamento fisico, visto che il Santuario è posto in cima a una collina e non è luogo di passaggio, bensì meta di pellegrinaggio e anche di chi vuole compiere un percorso nella natura. Ma dalla nostra posizione possiamo vedere tutta la città e per lei innalzare la preghiera di intercessione.

Preghiera che ha visto protagonista anche l’arcivescovo, il cardinale Matteo Zuppi, che qui al Santuario in questo periodo è salito più volte.
È vero. Non solo a marzo ha voluto concludere qui, salendo lungo il percorso che collega la città al Santuario, la novena di preghiera alla Madonna nel tempo di epidemia, con un vero e proprio pellegrinaggio a piedi. Ma anche il Lunedì dell’Angelo per compiere un gesto importante e significativo: l’uscita dell’icona della Madonna sul sagrato per benedire la città e la Chiesa bolognese.

Come si è giunti a questa decisione?
Credo fosse un desiderio nel cuore del cardinale, ma certo la spinta è giunta proprio dalla gente, dai fedeli che attraverso i mezzi di comunicazione hanno espresso il desiderio che si compisse questo gesto. E così è avvenuto, con l’icona che ha girato per la prima volta attorno al Santuario rivolgendo il proprio sguardo materno alla città, alla montagna e alla pianura. È stato un momento di grande commozione. E per rendere visibile questo momento sono stati utilizzati anche fuochi d’artificio per segnalare a tutti l’evento.

Don Remo Resca, rettore della Madonna di San Luca a Bologna

Don Remo Resca, rettore della Madonna di San Luca a Bologna - .

Ma non è mancato chi ha voluto macchiare questo momento imbrattando parte dei muri del porticato che collega la città al Santuario.
È stata una ulteriore prova nella prova che stiamo già vivendo. Ma questo gesto non ha scalfito l’importanza di quella uscita dell’icona di Maria e della sua benedizione.

Eppure la devozione dei bolognesi verso la Madonna di San Luca è profonda. Da cosa nasce?
Potrei risponderle che è il senso della maternità che i bolognesi vedono in Maria. Però le ricordo che l’amore non ha ragione. E a Bologna c’è amore per la Madonna di San Luca. Perché? Non ho una risposta. Posso comunque vedere che tra la città e l’icona bizantina qui venerata ci sono molte affinità. È una Madonna che arriva dell’Oriente e dunque ha una valenza di internazionalità, che la città di Bologna ha sempre avuto nella sua storia. Qui è nata la prima università d’Europa con il suo valore di apertura, di cattolicità intesa come universalità. E poi c’è l’aspetto della bellezza, anche estetica di questa Madonna. Una bellezza di fede, ma anche di realizzazione dell’icona. E in un secondo momento del Santuario e del porticato che lo collega alla città (oltre tre chilometri tutti al coperto con la presenza di 15 Stazioni: uno per ciascun mistero del Rosario, tranne quelli della Luce di recente definizione). Architetture di grande bellezza che appagano coloro che salgono fino a qui. Capita spesso di sentir dire a pellegrini e sportivi “qui si sta bene”.

Lei ha definito questo Santuario il «cuore orante» della Chiesa bolognese. Lo è ancora di più in questo frangente?
È stato un mio confratello sapendo che ero destinato qui per il mio servizio a dirmi che ero fortunato ad andare nel «cuore orante» della nostra arcidiocesi. Lo penso anch’io. Se tutta la Chiesa prega, c’è un punto più alto, collettore di intercessioni. Qui siamo su un colle e pensiamo di essere il punto di unione tra cielo e terra.

Cosa significa recitare il Rosario per l’Italia a questo luogo?
Bologna si colloca al centro del nostro Paese. Il nostro colle è “ricco” anche di antenne e ripetitori. Ecco, penso sia come voler trasmettere la grazia della preghiera a tutto il Paese. Le letture proposte dalla liturgia in questi giorni fanno spesso riferimento alle lacrime. Sicuramente ne abbiamo sparse tante per dolore e angoscia. Ma ricordo che ci sono anche quelle di consolazione. La prova non è ancora finita, ma non dimentichiamoci delle lacrime di consolazione.

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