giovedì 21 agosto 2014
Francesco ha incontrato il cardinale rientrato dalla missione in Iraq, che gli ha riferito della situazione e delle necessità più urgenti di chi è riuscito a fuggire alla furia dell'Isis. La lettera del Papa al presidente iracheno Masum: «Brutale sofferenza dei cristiani e di altre minoranze religiose».
Un campo profughi di Yazidi (Luca Geronico)
L'appello dei patriarchi cattolici e ortodossi
La Caritas: preghiera e solidarietà per i profughi
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Papa Francesco ha incontrato oggi il cardinale Fernando Filoni, rientrato ieri dalla missione in Iraq come suo inviato personale. Filoni è rimasto oltre una settimana nel Paese, sia nel nord che nella capitale, per portare la solidarietà concreta del Papa agli sfollati iracheni, cacciati dalle loro case dalla violenza jihadista. I Papa "ha preso a cuore tutte le situazioni di cui gli ho parlato - ha detto il cardinale Filoni alla Radio Vaticana -: le attese dei nostri cristiani, le preoccupazioni e quelle che sono un po' le linee della Chiesa". Voleva "conoscere direttamente da me ciò che ho visto e ciò che ho sentito dopo aver visitato i nostri cristiani, gli yazidi", era "molto attento" e ha "preferito l'ascolto". "Il Papa ha voluto subito accogliermi appena ritornato e questo mostra la sua sensibilità", ha sottolineato Filoni. Per il cardinale, che è prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, l'urgenza immediata è quella di sistemare le famiglie sfollate: "Credo che ormai tutti abbiano potuto vedere la situazione in cui vivono - afferma - dovunque c'è un prato, una stanza, un luogo messo a loro disposizione, questo è stato occupato; tutto questo tenendo naturalmente presente che durante il periodo più caldo di tutto l'anno, con 47-48 gradi, i ripari, la necessità di avere acqua, la necessità di lavarsi, di stare un pò all'ombra...sono cose da tenere assolutamente in modo immediato per favorire questa gente, soprattutto bambini, anziani, ammalati...". "Le immagini certamente più vive che ho in mente sono quelle relative alle persone che hanno perso tutto - continua il cardinale Filoni - ma direi ancora di più: chi ha perso tutto, ma ha avuto salva la vita e comunque non ha avuto danni rispetto a parenti e amici è già, si può dire, una fortuna. Ma quando si incontrano uomini, donne, bambini, anziani soprattutto insieme a bambini, ad alcune donne che hanno avuto delle vittime, parlo in modo particolare della comunità degli yazidi, dove uomini sono stati uccisi, e donne sono state rapite, violate, vendute,questo naturalmente è angosciante. I loro volti erano quelli di gente che guardano nel vuoto, dispersi in un futuro che non ha un modo di essere comprensibile". E Filoni sottolinea come in Medio Oriente una donna abbia sempre bisogno della presenza di un uomo (papà, fratello, sposo) che sia quasi "la garanzia della sua vita secondo la cultura. Ora, chi non ha più una persona, un uomo, che possa curarsi di lei, quale sarà il suo futuro? Non è come in Occidente - continua , dove una donna può anche costruirsi una vita con le proprie capacità e con la propria forza. Quindi questo diventa molto, molto penoso; lo sguardo di queste donne sedute, accasciate, prive di espressione, era molto impressionante". In quanto alla lettera che proprio Filoni ha consegnato a al presidente iracheno Fuad Moasum, Francesco ha, tra l'altro, scritto: "Rinnovo il mio appello a tutti gli uomini e le donne che hanno responsabilità politiche perché usino tutti i mezzi per risolvere la crisi umanitaria. Mi rivolgo a lei con il cuore pieno di dolore mentre seguo la brutale sofferenza dei cristiani e di altre minoranze religiose costretti a lasciare le loro case, mentre i loro luoghi di culto sono distrutti". Lo ha riferito in una nota la Prefettura della Casa pontificia. Filoni nei giorni scorsi è stato ad Erbil per dare un sostegno morale e materiale ai cristiani perseguitati e alle altre minoranze. Il cardinale ha incontrato anche le autorità irachene a Baghdad.
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