giovedì 2 giugno 2016
​Tra i 26 nuovi sacerdoti anche un filippino e srilankese. Saranno ordinati l'11 giugno.
Nuovi sacerdoti ambrosiani, volto della Chiesa plurale
COMMENTA E CONDIVIDI
C’è chi è nato in terra ambrosiana e porta un cognome lombardo, chi viene dall’Italia meridionale, chi dal lontano Oriente – siano le Filippine di Gilbert Nioda Ombrosa o lo Sri Lanka di Asiri Kalpa Wijetunga. C’è chi ha fatto finora soprattutto vita da studente e chi ha alle spalle anni di impegno nel mondo del lavoro. A unire percorsi tanto diversi, una scelta: farsi sacerdote. Un «sì»: a Cristo, al Vangelo, alla Chiesa. Ai fratelli. Senza riserve. Sono i ventisei diaconi, d’età compresa fra i 25 e i 44 anni, che sabato 11 giugno alle 9 in Duomo riceveranno l’ordinazione dalle mani dell’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola. Ora li attende, da domenica, una settimana di esercizi spirituali presso la casa degli Oblati missionari di Rho, predicata da monsignor Michele Elli, oblato missionario e vicario episcopale per la Zona VI.Ventisei nomi, volti, storie. Ventisei «sì» pronunciati «Con la gioia dello Spirito Santo», come recita il motto che hanno scelto, tratto dalla Prima Lettera ai Tessalonicesi. Daniele Battaglion, nato nel 1987, originario di Vedano Olona, ha la maturità artistica e due anni di lavoro alle spalle. Francesco Beretta (1987), di Lurago d’Erba, è laureato in ingegneria elettrica; Giancarlo Bestetti (1983), di Biassono, ha la maturità classica ed è stato insegnante di religione. Nazario Costante (1978) viene da San Paolo Civitate (Foggia), è laureato in giurisprudenza e ha fatto l’impiegato. Fabio Curti (1988), di Inzago, ha la maturità scientifica; Dario Farina (1982), di Buccinasco, una laurea in giurisprudenza; Vito Genua (1975), di Mazara del Vallo (Trapani), ha conseguito laurea e dottorato di ricerca in filosofia; Gabriele Gerosa (1991), di Cremella, ha la maturità classica.Christian Giana (1989) è di Magnago: dopo la maturità tecnica commerciale ha lavorato come assicuratore. Nicola Lamberti (1972), di Cusano Milanino, è laureato in giurisprudenza e per una decina d’anni ha fatto il consulente legale. Francesco Marrazzo (1991) da Mesoraca (Crotone), ha la maturità classica; Matteo Moda (1990), di Somma Lombardo, la maturità scientifica. Gilbert Nioda Ombrosa (1984), originario delle Filippine, ha una laurea in filosofia e il baccalaureato in teologia; Michael Pasotto (1989), di Giussano, la maturità tecnica industriale e il baccalaureato in teologia; Filippo Pirondini (1985), di Milano, dopo la maturità tecnica industriale ha lavorato come grafico. Michele Porcelluzzi (1986), di Barletta, è laureato in giurisprudenza; Giacomo Prandi (1986), di Gallarate, ha una laurea magistrale in storia; Gianluca Redaelli (1972), di San Giuliano Milanese, ha fatto l’architetto per otto anni.Emmanuel Santoro (1991) è di Cologno Monzese, ha la maturità scientifica e un diploma di primo livello al Conservatorio; Simone Sormani (1990), di Seregno, ha la maturità scientifica; Davide Toffaloni (1988), di Gerenzano, ha la maturità scientifico-industriale. Marco Tuniz (1975), di Caponago, ha un laurea in ingegneria delle telecomunicazioni; Valentino Venezia (1987), di Monvalle, la maturità classica; Asiri Kalpa Wijetunga, (1982), nato nello Sri Lanka, la maturità tecnico industriale e un’esperienza lavorativa di otto anni. Fabio Zanin (1991), di Brugherio, ha la maturità scientifica; Michele Zoani (1988), di Nova Milanese, la maturità artistica.«Non è la prima volta che in diocesi di Milano vengono ordinati sacerdoti di origine straniera – spiega monsignor Michele Di Tolve, rettore del Seminario arcivescovile –. Si tratta di giovani di seconda generazione, arrivati con i genitori o ricongiunti ai genitori, e cresciuti qui. La loro vocazione è maturata dentro il cammino della Chiesa ambrosiana, come persone pienamente inserite nella pastorale ordinaria. Dunque, fondamentalmente, nell’oratorio. E lì che hanno scoperto la chiamata al sacerdozio».Con i candidati di origine straniera «ce ne sono alcuni, originari di altre diocesi italiane, non pochi del Sud. Tutti arrivati a Milano per studio o per lavoro. Soprattutto – sottolinea il rettore –: tutte persone non ai margini della comunità cristiana ma pienamente inserite nella vita parrocchiale. A testimonianza della capacità di accoglienza – e della qualità dell’accoglienza – della Chiesa ambrosiana. Questi giovani – chi faceva l’educatore, chi il catechista, chi in altro modo impegnato in oratorio o in parrocchia – hanno trovato nelle nostre comunità un prete che li ascoltasse, con il quale condividere il proprio desiderio di diventare sacerdote. Così inseriti nella vita ordinaria, nella ferialità della comunità cristiana, quando hanno deciso di farsi preti, hanno deciso di farlo qui. Hanno scelto di diventare preti ambrosiani».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: