giovedì 19 ottobre 2023
La religiosa paolina aveva scritto i versi per oltre 300 canti tra i più noti del repertorio da Messa, collaborando con autori come Frisina, Parisi, Rossi. Fu apprezzata anche da Turoldo
Suor Anna Maria Galliano

Suor Anna Maria Galliano

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Aveva composto i versi di oltre 300 canti per la liturgia. Una sorta di Mogol della musica liturgica, apprezzata e amata dagli autori con i quali aveva collaborato in più di trent’anni nel settore “Editoriale audiovisivi” delle Edizioni Paoline: Antonio Parisi, Marco Frisina, Giovanni Maria Rossi, Felice Rainoldi e più recentemente Fabio Massimillo. Conosciuta e stimata anche da David Maria Turoldo ed Eugenio Costa. Suor Anna Maria Galliano, 88 anni, è morta oggi, 19 ottobre ad Albano, nel reparto San Raffaele della comunità, dopo una lunga malattia, che però non le aveva impedito, praticamente fino all’ultimo, di continuare a comporre testi e partecipare, per quanto possibile alla vita comunitaria della sua Congregazione.

Nata a Niella Belbo (Cuneo) il 31 marzo 1935, era entrata nelle Paoline, ad Alba, il 15 settembre 1947. Aveva allora dodici anni. Nei primi anni di formazione apprese l’arte della legatoria e dopo una breve esperienza apostolica a Brescia, visse a Roma il noviziato che concluse, con la prima professione, il 19 marzo 1954. Da giovane professa, dopo un’esperienza apostolica a Reggio Emilia, frequentò nello studentato di Roma, i corsi di filosofia e teologia. Nel 1961, al termine di un’altra breve parentesi apostolica nelle case di Cagliari e Udine, fu chiamata definitivamente a Roma, in quella che è rimasta fino a tre anni fa (quando ha dovuto essere trasferita ad Albano per motivi di salute) la “sua” comunità.

Dal 1962 lavorò nella redazione catechistica, in particolare nella preparazione di alcuni numeri monografici della rivista “Via Verità e Vita”, offrendo un contributo notevole per diffondere nella chiesa italiana la ricchezza di quella stagione straordinaria inaugurata dal Concilio Vaticano II. Successivamente si iscrisse ai corsi di Teologia sacramentaria presso il Pontificio Ateneo di Sant’Anselmo (Roma), di Pedagogia catechistica presso l’Istituto di Catechetica dell’Università Pontificia Salesiana e di Teologia e Sociologia della comunicazione all’Università Cattolica di Lione (Francia). Nel 1979 fu chiamata a collaborare alla produzione discografica. Da allora e per oltre trent’anni, offrì il proprio contributo nel settore “Editoriale audiovisivi” ricoprendo il ruolo, per oltre quindici anni, di direttrice editoriale.

Era la sua vocazione più autentica, un “sogno” coltivato fin da bambina, quello di tradurre in versi la propria fede e il proprio vissuto. Come lei stessa scriveva diversi anni fa: “Dovrei forse collocare l’origine della mia sensibilità alla poesia come visione e musicalità quando piccolissima, nelle sere estive, con un mio fratello ci stendevamo sul prato vicino a casa e stavamo incantati a guardare lo spettacolo delle stelle. Una sera, rompendo il silenzio, esclamai: ‘Sento la musica dei mondi!’”.

E alla musica, con le sue parole aveva donato infatti vibrazioni ulteriori. Suor Anna Maria aveva una particolare premura per conservare nei canti «quella semplicità che permette a tutta la Chiesa di cantare». Aveva scritto: «Il Signore sia benedetto se qualcosa del nostro cuore entra in comunione con l’anima degli altri. Credo che il canale più vero della comunicazione sia lo Spirito Santo. E lui parla quando e come vuole…». Nella sua produzione spiccano l’Inno delle Figlie di San Paolo, musicato da Massimillo, e la Messa con la musica di Parisi per il Congresso Eucaristico Nazionale di Bari, nel 2005, eseguita per la prima volta alla celebrazione eucaristica presieduta da Benedetto XVI, che inaugurava in quella circostanza i suoi viaggi da Pontefice.

Soprattutto, però, i suoi testi esprimevano una fede gentile, alimentata da un dialogo interiore con Gesù. Un dialogo protrattosi fino alla fine, come si evince da questi versi, che oggi appaiono quasi come un testamento spirituale:

Che altro potrei, o Adorato,

se non stare con te nella sera

di quest’ultimo giorno,

che la fede già indora?

Tu sei grazia che genera il canto,

o amata divina Presenza;

un bagliore di gloria

nella mia esistenza.

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