martedì 30 agosto 2022
A concelebrare con il Pontefice i nuovi porporati, a conclusione della riunione sulla costituzione apostolica Praedicate Evangelium, che riforma la Curia romana
Il Papa celebra la Messa con i cardinali

Il Papa celebra la Messa con i cardinali - Siciliani

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«Meravigliati davanti al disegno di Dio» e grazie a questo sentimento «amare appassionatamente la Chiesa». Ecco il ritratto che papa Francesco disegna per un «ministro della Chiesa», per chi è chiamato a ruoli di responsabilità. Ad ascoltarlo, nell’omelia della Messa concelebrata nella Basilica di San Pietro, ci sono anche i neo porporati e il resto del Collegio cardinalizio.

Messa che si pone come atto conclusivo del Concistoro di sabato scorso in cui papa Francesco ha creato venti nuovi cardinali e dell’incontro di due giorni con l’intero Collegio cardinalizio - lunedì e oggi - per parlare della Costituzione apostolica Praedicate Evangelium, con cui si è dato un nuovo assetto alla Curia Romana.

La Messa di questo pomeriggio - alla quale hanno partecipato anche 4.500 fedeli - è stata concelebrata dal Pontefice con i nuovi cardinali, anche se il Papa, ancora a causa del dolore al ginocchio, ha presieduto la celebrazione eucaristica stando seduto e pronunciando l’omelia, mentre gli atti liturgici (la consacrazione, ad esempio) sono stati affidati al cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio.

Rivolgendosi ai cardinali - vecchi e nuovi - il Pontefice ha sottolineato come quello stupore di cui nella lettura parla san Paolo, sia il termometro «della nostra vita spirituale» contro il rischio della «mondanità spirituale», definita come «un cancro». «Io vorrei domandare a ognuno di noi, a voi cari fratelli cardinali, a voi vescovi, sacerdoti, consacrati, consacrate, popolo di Dio: come va il tuo stupore? Tu senti stupore, alle volte, o ti sei dimenticato cosa significhi?» ha chiesto il Papa abbandonando per un attimo il testo scritto. «La Parola di Dio oggi risveglia in noi lo stupore di essere nella Chiesa, di essere Chiesa! Ed è questo che rende attraente la comunità dei credenti, prima per loro stessi e poi per tutti – ha proseguito il Vescovo di Roma –: il duplice mistero di essere benedetti in Cristo e di andare con Cristo nel mondo. Tale stupore – ha osservato Francesco – non diminuisce in noi con il passare degli anni, non viene meno con il crescere delle nostre responsabilità nella Chiesa. Grazie a Dio no. Si rafforza, si approfondisce. Sono certo che è così anche per voi, cari fratelli che siete entrati a far parte del Collegio dei cardinali».

Papa Francesco ha sottolineato anche che «dobbiamo essere tanto grati a san Paolo VI, che ha saputo trasmetterci questo amore per la Chiesa, un amore che è prima di tutto riconoscenza, meraviglia grata per il suo mistero e per il dono di esservi ammessi, non solo, di esservi coinvolti, partecipi, di più, di esserne corresponsabili».

Ora lo stupore, prosegue il Papa nell’omelia, non deve venire meno. Anzi. «Possiamo appena immaginare con quale stato d’animo gli “undici discepoli” ascoltarono quelle parole del Signore: “Andate (…) fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro tutto ciò che vi ho comandato”; e poi la promessa finale che infonde speranza e consolazione: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Queste parole del Risorto hanno ancora la forza di far vibrare i nostri cuori, a duemila anni di distanza – commenta papa Francesco –. Non finisce di stupirci l’insondabile decisione divina di evangelizzare il mondo a partire da quel misero gruppo di discepoli, i quali – come annota l’evangelista – erano ancora dubbiosi. Ma, a ben vedere, non diversa è la meraviglia che ci prende se guardiamo a noi, riuniti qui oggi, ai quali il Signore ha ripetuto quelle stesse parole, quel medesimo invio».

«Fratelli, questo stupore è una via di salvezza – ha concluso il Papa –. Che Dio ce lo conservi sempre vivo, perché esso ci libera dalla tentazione di sentirci “all’altezza”, di nutrire la falsa sicurezza che oggi, in realtà, è diverso, non è più come agli inizi, oggi la Chiesa è grande, è solida, e noi siamo posti ai gradi eminenti della sua gerarchia… Sì, c’è del vero in questo, ma c’è anche tanto inganno, con cui il Menzognero cerca di mondanizzare i seguaci di Cristo e renderli innocui». Ecco, dunque, rinnovato l’invito a non perdere la capacità di meravigliarsi. «Ci ottenga questa grazia l’intercessione della Vergine Maria, Madre della Chiesa».

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