martedì 2 aprile 2013
​Monsignor Giusti: la Vergine intercede ogni giorno per centinaia di grazie. Non ultima la guarigione di un bambino, figlio di una coppia di Pontedera, affetto da un male gravissimo. Padre Giustarini, parroco del Santuario: ho pregato assieme ai genitori. (Ilaria Solaini)
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«Se mi sono salvata in quell'incidente è un miracolo di Maria di Montenero». E ancora: «Se mio marito guarisce, vado a piedi al Santuario». E poi: «Se mio figlio trova lavoro, metto una candela alla Madonna di Montenero». Sono alcune fra le tantissime invocazioni, richieste d'aiuto ma anche ringraziamenti che, negli anni, sono state rivolte alla Vergine delle Grazie di Montenero che dà il nome al Santuario sulla collina sopra Livorno. Una storia di Grazia ricevuta, che ha coinvolto nei giorni scorsi una famiglia di Pontedera, quella che il vescovo di Livorno, Simone Giusti ha condiviso con la sua comunità nella Messa di Pasqua. Il vescovo Giusti ha ricordato, nella sua omelia nel giorno della Risurrezione di Cristo, che la «forza più grande sperimentata dall'uomo è l'amore: l’amore non si rassegna alla morte, lo supera e ci fa percepire vivo ciò che è fisicamente morto». Riportando al centro la testimonianza della fede il presule ha invitato i fedeli a rivolgere il proprio sguardo ai santi e alla Vergine Maria. «La testimonianza più vicina e viva - ha proseguito il presule - è il Santuario di Montenero dove la sacra icona di Maria, venerata in tutto il mondo, concede ogni giorno centinaia di grazie. Non ultima la guarigione di un bambino, figlio di una coppia di Pontedera, affetto da un male gravissimo». Ai fedeli che al termine della celebrazione eucaristica hanno domandato, emozionati, al vescovo di raccontare loro altre storie di grazia, monsignor Giusti ha ricordato che «i prodigi concreti della fede non sono storia passata, avvengono anche oggi e anche vicino a noi: da quando sono a Livorno sono venuto a conoscenza perlomeno di sei casi di persone che hanno ricevuto Grazie dalla Madonna di Montenero».II parroco del Santuario di Montenero, affidato ai monaci vallombrosani dell'Ordine di san Benedetto, padre Luca Giustarini ha raccontato di aver pregato assieme ai genitori del bambino con un'invocazione alla santa Gemma Galgani, santa di origine lucchese ma molto amata anche a Livorno. «Questo è il secondo caso – ha spiegato padre Giustarini – di un bambino con questa stessa patologia, guarito grazie all’intercessione di Maria di Montenero; i muri del nostro Santuario, tappezzati in ogni angolo di ex voto di ogni genere, sono la testimonianza più eloquente di come le persone continuino a ricorrere all’aiuto di Maria di Montenero, che non per niente si chiama “Maria delle Grazie”».
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