giovedì 26 gennaio 2023
Con la nomina del presule altoatesino la diplomazia vaticana rafforza la sua presenza nel delicato scacchiere mediorientale. Pennacchio subentra a Marino alla guida dell'Accademia Ecclesiastica
Giovanni Pietro Dal Toso

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Il 21 gennaio Papa Francesco ha nominato come nunzio apostolico in Giordania l’arcivescovo Giovanni Pietro Dal Toso, 59 anni il prossimo ottobre, già segretario aggiunto di Propaganda Fide con incarico di presidente delle Pontificie opere missionarie (Pom). Il Bollettino della Sala Stampa vaticana precisa che il presule risiederà ad Amman. Questo significa che la diplomazia vaticana rafforza ulteriormente la sua presenza nel delicato scacchiere mediorientale.

La Nunziatura apostolica della Giordania infatti, istituita nel 1994, è stata unita a quella in Iraq fino al 2019, con il rappresentante pontificio che alternava la sua presenza nei due Paesi. L’ultimo nunzio che ha ricoperto l’incarico “concorrente” ad Amman e Baghdad è stato monsignor Alberto Ortega Martín, trasferito in Cile, appunto, nel 2019. Nel maggio 2020 l’arcivescovo sloveno Mitja Leskovar è stato scelto come nunzio nel solo Iraq. Ora arriva la nomina ad Amman.

Tale provvista giunge dopo che lo scorso 3 gennaio è stato nominato per la prima volta un nunzio residente negli Emirati Arabi Uniti, nella persona dell’arcivescovo libanese Christophe Zakhia El-Kassis. Questi nuovi nunzi residenti si aggiungono a quelli stabiliti in Libano (Paolo Borgia), Siria (il cardinale Mario Zenari), Iran (il polacco Andrzej Jozwowicz) e in Israele (il filippino Adolfo T. Yllana, 75 anni a febbraio, con competenza anche su Cipro, Gerusalemme e Palestina). Nonché quello presente in Kuwait (l’irlandese Eugene M. Nugent, con competenza anche su Qatar e Bahrein).

Per quanto riguarda la Penisola arabica poi è da segnalare che lo scorso 4 novembre il ministro degli esteri dell’Oman informava di una telefonata intercorsa con l’”omologo” vaticano, l’arcivescovo Paul R. Gallagher, in cui ci si era accordati per l’allaccio di rapporti diplomatici tra il Sultanato e la Santa Sede. Quando questo accordo verrà formalizzato sarà l’Arabia Saudita a rimanere l’unico Paese della zona a non intrattenere rapporti diplomatici col Vaticano.

Monsignor Dal Toso è nato nel 1964 a Vicenza e cresciuto a Laives, in provincia di Bolzano. Ha frequentato il seminario maggiore di Bressanone, per poi laurearsi in teologia all’Università di Innsbruck. Ordinato sacerdote nel 1989, ha conseguito il dottorato in filosofia alla Pontificia Università Gregoriana e la laurea in diritto canonico alla Lateranense. Ha iniziato il suo servizio presso la Curia romana nel 1996 dopo la nomina di officiale del Pontificio consiglio “Cor Unum”, poi accorpato nel Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale. Nel 2004 è stato nominato sotto- segretario sempre di “Cor Unum”. Dal 22 giugno 2010 alla soppressione del Dicastero, il 1º gennaio 2017, ha ricoperto la carica di segretario. Dal 18 al 23 gennaio 2017 è stato inviato da Papa Francesco a visitare Aleppo, in Siria. Il 9 novembre 2017 è stato nominato per un quinquennio arcivescovo segretario aggiunto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e presidente delle Pontificie Opere Missionarie. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il successivo 16 dicembre per l’imposizione delle mani dell’allora prefetto, il cardinale Fernando Filoni.

Al termine del suo mandato monsignor Dal Toso è stato destinano ad un incarico diplomatico, pur non avendo frequentato la Pontificia Accademia ecclesiastica (ci sono altre cinque nunzi in servizio che non lo hanno fatto, quelli accreditati nella Repubblica Dominicana, nelle Filippine, a Malta, presso l’Unione Europea e in Corea). Dopo la nomina in Giordania rimangono vacanti una dozzina di nunziature (Bangladesh, Bolivia, Camerun, Costa d’Avorio, Gran Bretagna, Irlanda, Kazakhstan, Nicaragua, Pakistan, Thailandia, Venezuela, Zambia). Mentre in Siria, Stati Uniti e Italia i rappresentanti pontifici hanno già superato i 75 anni. Nel corso di quest'anno poi raggiungeranno questa età, oltre a quello in Israele e Palestina, anche i rappresentanti pontifici di Albania, Costa Rica e Paraguay.

Intanto il 23 gennaio il Papa ha accettato la rinuncia dell'arcivescovo statunitense Joseph Marino da presidente della Pontificia Accademia ecclesiastica, la scuola per formare i diplomatici della Santa Sede, incarico che ricopriva dal 2019. Il Bollettino della Sala Stampa vaticana precisa che il presule si è avvalso della possibilità offerta dall'articolo 20 del Regolamento per le Rappresentanze Pontificie, dove si prevede che i nunzi «sono autorizzati a chiedere di anticipare il proprio collocamento a riposo al compimento del 70° anno di età». Età che monsignor Marino ha compiuto proprio il 23 gennaio.

Il 25 gennaio Papa Francesco ha nominato l'arcivescovo Salvatore Pennacchio nuovo presidente dell'Accademia Ecclesiastica. Il presule, 71 anni da compiere a settembre, è stato ordinato sacerdote nel 1976 per la diocesi campana di Aversa e quindi inviato all'Accademia dove è stato "paricorso" dei cardinali James M. Harvey e Mario Zenari e dell'arcivescovo prelato di Pompei Tommaso Caputo. Entrato nella diplomazia pontificia nel 1979 è stato nominato arcivescovo e nunzio in Rwanda nel 1998. Trasferito in Thailandia nel 2003 e poi in India nel 2010, dal 2016 era rappresentante pontificio in Polonia.


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