
Diocesi di Casale Monferrato: la mensa della Caritas - .
Sensibilizzare, restituzione, individuazione e accompagnamento: sono le quattro tappe del progetto “Un anno di respiro”, scelto e introdotto dalla diocesi di Casale Monferrato per questo anno giubilare. «Abbiamo voluto prendere sul serio – spiega il direttore della Caritas diocesana, don Marco Calvo – il tema che il Giubileo porta con sé: giustizia, restituzione delle terre, liberazione della schiavitù. In autunno con i volontari, sia dei centri d’ascolto parrocchiali che del centro d’ascolto diocesano, ci siamo confrontati per scegliere quale iniziativa potessimo vivere durante il Giubileo ed è nata l’idea dell’anno di respiro, cioè offrire ad una cinquantina di famiglie la liberazione dall’ansia del problema della casa: perderla, non trovarla, essere sfrattati».
Il progetto presentato nei giorni scorsi a Casale Monferrato (Alessandria) dal vescovo Gianni Sacchi e dai responsabili diocesani della Caritas, prevede una prima fase di sensibilizzazione per aiutare le persone a condividere ciò che hanno con quanti fanno più fatica. «Abbiamo bisogno – sottolinea il direttore della Caritas – di distaccarci un po’ dai nostri beni e di regalare qualcosa di importante per il bene comune, e quindi restituire».
Si entra poi nella fase della scelta delle persone da sostenere per un “anno di respiro” dal costo della casa e delle utenze, un budget di circa 500 euro al mese, per poi dare corpo all’accompagnamento affinché chi è sostenuto per tutto l’anno colga l’occasione di mettere in pratica azioni costruttive per una futura stabilità economica. I fondi che saranno elargiti saranno il frutto di una raccolta tra chi si è lasciato sensibilizzare dalle diverse proposte: un gruppo di famiglie che ne adotta una, il suggerimento ai commercianti di devolvere gli incassi di una giornata di lavoro, l’opzione di condividere l’importo che sarebbe stato la spesa per il regalo di compleanno, e altri ancora. Tanti modi per dare un senso alla condivisione.
«È bello sostenere chi è in affanno per la casa – ribadisce il vescovo Sacchi –. Andare verso i fratelli in difficoltà è come un pellegrinaggio verso Cristo. Abbiamo voluto offrire alle persone l’opportunità di riflettere sul bene che possiamo fare e di vivere un pellegrinaggio che sia verso i poveri e verso coloro che sono in difficoltà, per guardare all’umanità che soffre». È fiducioso che saranno raccolti i fondi per coprire il budget totale del progetto, anche se è vero che negli ultimi anni la raccolta fondi è calata, anche per l’insicurezza e la perdita di motivazione, ma «mi ha colpito – racconta – la partecipazione massiccia il 29 dicembre alla cerimonia dell’apertura dell’Anno Santo della speranza, credo che se si offre un progetto concreto e preciso le persone rispondono positivamente. Le persone sono sensibili».
Nella diocesi di Casale Monferrato, si potrà vivere il Giubileo anche con il pellegrinaggio a Crea e in Duomo – opportunità messe a disposizione di chi non potrò andare a Roma – ma anche con la mensa della Caritas, che con specifico decreto del vescovo potrà essere luogo di un vero e proprio «pellegrinaggio giubilare» per gruppi di una dozzina di persone, da effettuare in preghiera di domenica dalla Cattedrale alla mensa, dove poi i partecipanti saranno coinvolti per vivere un pasto in condivisione con gli ospiti abituali.