lunedì 7 luglio 2014
Oggi alla Messa in Santa Marta il Papa incontra chi ha subito abusi dai preti. Francesco aveva detto: «Questo abuso dei minorenni è un reato tanto brutto, tanto… È come fare una messa nera... Su questo si deve andare avanti con tolleranza zero».
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«Questo abuso dei minorenni è un reato tanto brutto, tanto… È come fare una Messa nera, per esempio... Su questo si deve andare avanti, avanti: tolleranza zero». Parlando con i giornalisti durante il volo di ritorno dallo storico pellegrinaggio in Terra Santa Papa Francesco ha ribadito l’impegno forte e chiaro della Chiesa nel contrastare il triste fenomeno degli abusi sessuali di minori perpetrati da chierici. Un impegno che prosegue, con particolare determinazione, nel solco tracciato dai pontificati precedenti.Una particolare determinazione che si è già manifestata con l’iniziativa del Papa di istituire una pontificia Commissione per la tutela dei minori, riunitasi per la prima i primi giorni di maggio in Vaticano e composta per metà da donne, compresa una vittima degli abusi, l’irlandese Marie Collins. Una linea di continuità che si è manifestata fin dall’inizio del pontificato, il 5 aprile 2013, quando al termine di una udienza concessa al prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (Cdf) venne emessa una nota in cui si specificava appunto che papa Francesco raccomandava «in particolar modo» che «la Congregazione, continuando nella linea voluta da Benedetto XVI, agisca con decisione per quanto riguarda i casi di abusi sessuali, promuovendo anzitutto le misure di protezione dei minori, l’aiuto di quanti in passato abbiano sofferto tali violenze, i procedimenti dovuti nei confronti dei colpevoli, l’impegno delle Conferenze episcopali nella formulazione e attuazione delle direttive necessarie in questo campo tanto importante per la testimonianza della Chiesa e la sua credibilità». «Il Santo Padre – concludeva il comunicato – ha assicurato che nella sua attenzione e nella sua preghiera per i sofferenti le vittime di abusi sono presenti in modo particolare». Questa insolita nota dell’ex Sant’Uffizio, pubblicata anche in prima pagina sull’Osservatore Romano con una immagine dell’udienza, ha da subito fugato qualsiasi dubbio, qualora ce ne potessero essere, di un cambio di atteggiamento della Santa Sede nei confronti del triste fenomeno degli abusi.Fin dall’inizio del pontificato, con Papa Bergoglio prosegue così la «linea Ratzinger» espressa nella Lettera pastorale ai cattolici d’Irlanda del 19 marzo 2010 e articolata nelle Norme operative contro i cosiddetti delicta graviora pubblicate il 21 maggio successivo in una versione aggiornata rispetto alla loro prima promulgazione nel 2001, quando la competenza esclusiva sulla delicata questione venne attribuita da Giovanni Paolo II, oggi santo, alla Congregazione all’epoca presieduta dall’allora cardinale Joseph Ratzinger. Una «linea» all’insegna appunto di una sempre più adeguata protezione dei minori negli ambienti ecclesiali e dei dovuti procedimenti canonici nei confronti dei chierici giudicati colpevoli di tali misfatti. A cui si è aggiunta, particolarmente in occasione della prima riunione della Pontificia commissione per la tutela dei minori, una ancora maggiore enfasi sulla necessità di assicurare l’obbligo della «responsabilità» (accountability) di tutti membri della Chiesa di ogni ordine gerarchico.A questo proposito Papa Francesco, parlando sempre ai giornalisti sul volo di ritorno dalla Terra Santa, ha ribadito che nel contrastare il fenomeno non ci saranno sconti per nessuno, neanche per i vescovi. «In Argentina, ai privilegiati noi diciamo: "Questo è un figlio di papà"», ha detto. E ha subito aggiunto: «In questo problema non ci saranno figli di papà. In questo momento, ci sono tre vescovi sotto indagine: sotto indagine, tre, e uno è già condannato e si sta valutando la pena da comminare. Non ci sono privilegi». E nell’occasione Papa Francesco non ha ribadito solo l’impegno “giudiziario” della Santa Sede, senza che ci possano essere «privilegi» per nessuno, vescovi non esclusi. Ma ha anche aggiunto che fra poco, come a suo tempo, fece più volte Benedetto XVI, si incontrerà per un momento di preghiera e riflessione con le vittime degli abusi. «Prossimamente – ha annunciato – ci sarà una Messa con alcune persone che hanno subito abusi, a Santa Marta, e poi una riunione con loro: io e loro, con il cardinale Sean O’Malley, che è l’unico porporato membro della Commissione per la tutela dei minori.
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