lunedì 28 novembre 2022
Il nuovo vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro in Cattedrale: desidero cercare, vedere, incontrare la vita
Monsignor Migliavacca tra i giovani di Arezzo

Monsignor Migliavacca tra i giovani di Arezzo - G.G.

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«Adesso vi offro il caffè». Il vescovo Andrea Migliavacca lo aveva promesso ai ragazzi del gruppo scout Arezzo 8 che lo “scortano” a piedi lungo le vie del centro di Arezzo. Quando arriva davanti alla Basilica di San Francesco dove lo accolgono mille giovani, lui si concede una “pausa ristoro” con i suoi accompagnatori. Ed entra in un bar. Alla fine saranno i gestori del Caffè del teatro a glissare sul conto e a chiedere una benedizione.

L’immagine del nuovo vescovo che, domenica, nel giorno del suo ingresso in diocesi si ferma in un bar e “fa attendere” un evento ufficiale diventa subito l’icona (virale) di Andrea Migliavacca nella sua nuova Chiesa: quella di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Insieme con lo scatto di lui che mangia il panino nella comunità di Saione, quartiere multietnico intorno alla stazione, seduto fra i ragazzi di parrocchie, oratori, associazioni e movimenti che sceglie di incontrare appena giunto in città.

«Desidero cercare, vedere, incontrare la vita, promuoverla lì dove si trova o dove va fatta rinascere, lì dove c’è anche una pur flebile esperienza di vita e ogni sua espressione, nei luoghi dove è segnata da fragilità eppure è carica di pienezza», dirà nell’omelia della Messa in Cattedrale, quasi a voler spiegare i gesti compiuti nelle ore precedenti: l’abbraccio con gli ospiti dell’Istituto Medaglia Miracolosa, realtà di eccellenza sul fronte della riabilitazione, e con gli alunni e le famiglie della scuola delle suore di Santa Marta a Viciomaggio, uno fra i primi paesi che appaiono uscendo dall’Autosole; il “grazie” ai disabili dell’Istituto Madre della Divina Provvidenza gestito dai padri passionisti ad Agazzi; il dialogo con i detenuti nel carcere di Arezzo; il pranzo al sacco assieme ai ragazzi. E poi la marcia (non prevista) fra i centomila che nella prima domenica di Avvento affollano il cuore della città per i Mercatini del Natale.

Monsignor Migliavacca nel Duomo di Arezzo

Monsignor Migliavacca nel Duomo di Arezzo - G.G.

Tappe di un programma fitto, da cui traspare l’approccio di un vescovo che si presenta come “globetrotter”, ossia che starà poco in episcopio e molto fra la gente, come lui stesso si descrive. Modello di «uno stile pastorale intelligente, a misura dei nostri tempi», sottolinea il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze e presidente della Conferenza episcopale toscana, nel messaggio al termine della celebrazione di inizio del ministero pastorale, ricordando anche la sua poliedricità e la «competenza giuridica di cui si avvalgono la Cei e la Santa Sede». E forse non poteva essere altrimenti per un pastore di 55 anni, con un passato da scout, che nel dinamismo dice anche le sue origini lombarde (è nato a Pavia). «Questa Chiesa aveva bisogno di un vescovo giovane», sprona il predecessore, l’arcivescovo Riccardo Fontana, da cui riceve il pastorale e che lascia per limiti di età ma resterà ad abitare in città. E alle nuove generazioni Migliavacca guarda. «Sogno una Chiesa che si lascia guidare dai giovani», ripete più volte. Perché hanno «il coraggio di camminare insieme, di costruire un mondo più bello e giusto, di annunciare l’autenticità». E per tutta la giornata li vuole accanto. Li cita anche nel palazzo comunale dove riceve il saluto delle istituzioni a cui indica cinque ambiti di «collaborazione nel segno del bene comune»: l’ambiente «spesso vittima di degrado», il lavoro «che quando manca provoca disagio personale e sociale», la famiglia «che risente di molteplici fattori di crisi», il volontariato «ricchezza di questa terra», e la pace «che necessita dell’arte di educare a essere “fratelli tutti”».

A salutare Migliavacca ventidue vescovi, in parte giunti dal Nord, fra cui tre cardinali: oltre a Betori, il cardinale Gualtiero Bassetti, che di Arezzo è stato vescovo per quasi undici anni, e l’”amico” Ernest Simoni. E soprattutto tanta, tantissima gente, come non se ne vedeva da tempo. Per Arezzo è una festa di popolo. Condivisa anche con San Miniato, la Chiesa guidata per sette anni da Migliavacca e di cui resta amministratore apostolico, dove questa domenica aprirà il Giubileo per i 400 anni della diocesi.

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