mercoledì 24 novembre 2021
L’Assemblea ecclesiale promossa dal Celam. Presenti non solo i pastori, ma anche preti, consacrati e laici L’arcivescovo peruviano Cabrejos: servono risposte a questa crisi
L’immagine della Vergine di Guadalupe ai lavori assembleari del Celam

L’immagine della Vergine di Guadalupe ai lavori assembleari del Celam - .

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Al principio e al termine di ogni giornata di lavoro, i partecipanti, in presenza e via zoom, si radunano - idealmente - sotto il suo manto. E Lei, la Morenita di Tepeyac li accoglie, come il 12 dicembre 1531 accolse l’indigeno Juan Diego, mostrandogli il volto materno di Dio nel tempo più cruento della “scoperta-conquista” d’America. La Vergine di Guadalupe è, in fondo, la prima discepola evangelizzatrice e missionaria del Continente. Il suo sguardo, riprodotto in ogni angolo della Casa Lago, nelle vicinanze di Città del Messico, è, dunque, la stella polare dell’Assemblea ecclesiale dell’America Latina, promossa dal Consiglio episcopale latinoamericano (Celam). Un evento inedito che, a differenza delle cinque storiche Conferenze generali del Celam, riunisce non solo il corpo episcopale della regione, bensì l’intero popolo di Dio, rappresentato da un migliaio di delegati: il 20% sono vescovi, il 20% sono sacerdoti, un altro 20% sono esponenti della vita religiosa, il 40% sono laici. Le donne sono oltre un terzo del totale. Fino a domenica, tutti alternando momenti di discernimento comune, riflessione in piccoli gruppi, preghiera e celebrazione cercheranno di dare nuovo impulso al processo avviato dalla Quinta Conferenza di quattordici anni fa.

«Aparecida – ha affermato l’arcivescovo peruviano Miguel Cabrejos, presidente del Celam nel messaggio di apertura – è l’esperienza ecclesiale che ispira e accompagna quest’Assemblea ». Il cammino è cominciato nel maggio di due anni fa, quando, dopo un attento discernimento, il Celam sottopose a papa Francesco la richiesta di convocare una sesta Conferenza dell’episcopato. Fu il Pontefice a suggerire di tornare ad Aparecida in un’altra maniera, per cogliere e rilanciare i suoi spunti profetici.

A partire, proprio, dall’esortazione contenuta nel punto 548 del Documento finale: «Non possiamo restare tranquilli nei nostri templi, in attesa passiva, bensì urge andare in tutte le direzioni per proclamare che il male e la morte non hanno l’ultima parola». Un’impellenza, forse, ancor più forte ora: il cammino dell’Assemblea si è intrecciato con la pandemia che si è accanita con particolare crudeltà sull’America Latina. Il Covid ha divorato oltre 1,5 milioni di vite umane - il record nel pianeta - e distrutto l’8% del Pil, facendo precipitare oltre 40 milioni di persone in povertà.

«La crisi più dura della nostra generazione», l’ha definita monsignor Cabrejos, in mezzo alla quale la Chiesa si è messa in un atteggiamento di ascolto, discernimento risposta. «Ascolto» è proprio una delle due parole chiave che il Papa, nel suo messaggio di lunedì, ha voluto dare come bussola ai delegati. «Lo scambio aiuta ad ascoltare la voce di Dio fino ad ascoltare con Lui il clamore del popolo, e ascoltare il popolo fino a respirare in lui la volontà a cui Dio ci chiama», ha spiegato Francesco esortando i partecipanti a prestarsi attenzione mutuamente e a prestare attenzione ai poveri e ai dimenticati.

Le voci di questi ultimi sono arrivate fino a Casa Lago grazie al processo che, da aprile a agosto, ha coinvolto in un cammino di ascolto comunitario oltre 70mila persone, sintetizzato nel documento preparatorio. L’altra parola- guida proposta dal Pontefice è «straripamento». Un’espressione creativa dello Spirito che consente di superare divisioni e spinge a trovare soluzioni creative per uscire e incontrarsi con gli altri.

È questa la conversione pastorale che rende la Chiesa sempre più evangelizzatrice e missionaria. E, dunque, sinodale. Poiché la sinodalità, ha sottolineato il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione dei vescovi e presidente della Pontificia commissione per l’America Latina, «deve intendersi sempre in un dinamismo in uscita». L’Assemblea ecclesiale è, in fondo, un laboratorio pratico di cammino del popolo di Dio nel suo insieme. Un viaggio aperto, pronto a farsi guidare su strade non battute dal soffio dello Spirito. In tal senso, nell’ottica del Sinodo sulla sinodalità recentemente inaugurato, l’America Latina diviene, ancora, fonte viva di novità creative per la Chiesa universale.

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