sabato 22 febbraio 2025
Il rito nel Duomo di Milano. Il neo presule atteso nell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina. Delpini: missione del vescovo è stare sotto la croce, riconoscere Gesù e aiutare gli altri a riconoscerlo
Milano: Torriani ordinato vescovo nel Duomo di Milano. Con l'arcivescovo Delpini, lo hanno consacrato i vescovi Di Tolve e Martinelli

Milano: Torriani ordinato vescovo nel Duomo di Milano. Con l'arcivescovo Delpini, lo hanno consacrato i vescovi Di Tolve e Martinelli - Fotogramma

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«Grazie alla Chiesa, a quella ambrosiana e a quella di Crotone-Santa Severina che mi accoglie come vescovo. Grazie al Santo Padre, soprattutto in questi giorni di apprensione per la sua salute: in lui vedo l’uomo di Dio e nei suoi gesti la conseguenza della sua appartenenza a Dio. Ci basta questo per essere bravi preti, bravi vescovi, o semplicemente uomini e donne capaci di desiderio». È con voce rotta dalla commozione che monsignor Alberto Torriani pronuncia, dal pulpito del Duomo di Milano, il suo saluto alla fine della Messa che lo ha visto ricevere l’ordinazione episcopale. Un saluto che è un intreccio di “grazie”, offerti a piene mani a quanti lo hanno aiutato e affiancato nel cammino di quell’«appartenenza a Dio» che si manifesta in tante donne e uomini incontrati, volti originali dell’«umano redento», «moltiplicatori di Vangelo», maestri e compagni di quel «desiderare» che è «la forma propria dell’umano in cui è impressa la sua sete d’infinito che è forza, motore di libertà, creatività, impegno e dedizione».

Altri “grazie” sono per la mamma, per il papà che è già nella «gioia piena del cielo», per i familiari, gli amici. E «grazie a tutti voi bimbi, a voi ragazzi e ragazze, a voi giovani e a voi famiglie e colleghi conosciuti nelle stagioni dei primi entusiasmi del ministero fino a quelle della maturità. Dagli amici di Novate, poi a Monza e a Gorla Minore, poi a Milano al Collegio San Carlo e in parrocchia al Rosario. In questi “luoghi” del cuore – scandisce Torriani, rievocando le mete del suo servizio di prete ambrosiano prima della chiamata in terra calabra – ho imparato a condividere la gioia, quella vera, che non sbiadisce, che è segno di un incontro con Chi della vita ha la pretesa di essere il senso e il compimento di ogni desiderio».

Era il 2000 quando il cardinale Carlo Maria Martini lo ordinava sacerdote. Venticinque anni dopo, in questa stessa Cattedrale, eccolo – arcivescovo eletto di Crotone-Santa Severina, dove farà il suo ingresso domenica 30 marzo – ricevere, nel pomeriggio di oggi, la consacrazione episcopale. Presiede il rito l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini. Conconsacranti sono il vescovo Paolo Martinelli, vicario apostolico dell’Arabia meridionale, e il vescovo ausiliare di Roma Michele Di Tolve, Fra i concelebranti altri venti vescovi, dieci dei quali provenienti dalle diocesi della Calabria.

«Così si può descrivere la missione del vescovo: colui che riconosce Gesù e aiuta i fratelli e le sorelle a riconoscerlo – spiega Delpini in omelia –. La comunità cristiana e la comunità civile chiedono al vescovo molte cose, lo desiderano presente in molte manifestazioni, lo applaudono e lo circondano di onore, di molte attenzioni, lo ritengono responsabile di tutto quello che avviene nella diocesi e quindi lo assediano con richieste e non gli risparmiano le critiche. Tutto questo fa parte del ruolo. Ma nella verità il vescovo ha solo una cosa da fare: stare sotto la croce, entrare nel compimento della rivelazione di Gesù e così riconoscerlo e aiutare gli altri a riconoscere la presenza di Gesù».


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