venerdì 12 gennaio 2018
A Roma su invito di Francesco in 2mila allo spettacolo offerto dal Medrano
Il regalo del circo ai «poveri del Papa»
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Brillano, sorridono. Cambiano. Gli occhi, i volti. Eccitati, impazienti, entrano sotto questo grande tendone pieno di luci che è un mondo diverso e tanti fra loro non l’hanno mai visto e neppure immaginato. Tornano bimbi mentre i bimbi mangiano zucchero filato. E per un paio d’ore non sono più fragili, né feriti dalla vita, non sono più seduti su una carrozzella, non hanno un letto di cartoni su un marciapiede, non sono mai stati quasi inghiottiti dal mare fuggendo dalla disperazione, né sono poveri o chiusi dietro le sbarre dei loro errori. Li ha invitati papa Francesco, attraverso l’Elemosineria Apostolica, a partecipare allo spettacolo del Circo Medrano, che l’ha offerto. Duemilacento biglietti gratuiti, ma rigorosamente riservati a poveri, senza tetto, profughi, carcerati, bisognosi e i volontari che li seguono.

Messi a disposizione dalla famiglia circense Casartelli e dall’imprenditore Fabrizio Grandi. «Gli artisti oggi lavorano gratis. Ma lavorare gratis per questa gente è un regalo per noi», dice Braian Casartelli. «È una giornata di festa». Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ha «l’impressione che gli ultimi non dimenticheranno questa giornata – spiega –, soprattutto se cerchiamo di mettere questa giornata insieme a tutte le altre iniziative che l’Elemosineria della Santa Sede sta realizzando. Con un’attenzione integrale alla persona». Francesco lo aveva detto durante un’udienza: «La gente che fa spettacolo nel circo crea bellezza, sono creatori di bellezza. E questo fa bene all’anima.

Quanto bisogno abbiamo di bellezza!». Da questo – a- veva fatto sapere monsignor Konrad Krajewski, l’Elemosiniere del Papa – «ecco il dono offerto dagli artisti del circo potrà diventare anche per i nostri fratelli più poveri un incoraggiamento a superare le asprezze e le difficoltà della vita, che tante volte sembrano troppo grandi ed insuperabili». Stasera questo è il «Circo solidarietà per i poveri del Santo Padre». Stracolmo. I riflettori si accendono sulla pista. Pippo Baudo saluta tutti, insieme a Braian Casartelli e a Fabrizio Grandi. Parole quasi emozionate e la richiesta di un grande applauso per Francesco. Poi tocca proprio a monsignor Krajewski, che ringrazia tutti, chiede a ciascuno di alzarsi, recitare una preghiera secondo la sua fede e, per chi è cattolico, di dire insieme il “Padre nostro”.

Qualcuno, di fede differente, si prende per mano. C’è tenerezza. Il tendone sembra quasi la cupola d’una specie di chiesa. Infine l’Elemosiniere impartisce «la benedizione che papa Francesco mi ha chiesto di portarvi». Sì, attenzione integrale alla persona. Che vuol dire «anche aver presente che esiste il momento della festa e della distensione, il momento di poter stare con gli altri», dice ancora Galantino. Un clochard, una persona sola, un povero, «difficilmente andrebbe al circo e oggi invece sono qui». Oggi che è «un piccolo tassello della casa che va costruita giorno per giorno, con fatica, ma anche con gioia». Occhi sgranati e molte bocche aperte, i cavalli bianchi trottano, eleganti, fieri, sulla pista e sopra loro, una decina di metri d’altezza, volteggiano leggere le acrobate. Bisognerebbe vederli questi ragazzi dalla pelle nera o queste anziane senza tetto. Vedere i loro sguardi, che le parole sarebbero solo di più. Mentre i più piccoli, rapiti, smettono anche per un po’ di mangiare zucchero filato. La livrea degli inservienti è sgargiante.

Allegra anche questa, bella e sontuosa. Le due ore se ne vanno in un attimo. I clown strappano risate fragorose, gli altri acrobati rubano ancora gli occhi, sì, è un mondo diverso. E nemmeno è finita qui. Perché al termine dello spettacolo, la gente riceve anche un sacchetto per la «cena al sacco». L’Ente nazionale protezione animali (Enpa) ha intanto pensato di scrivere al Papa: il circo è «luogo di sofferenza in cui altre creature vengono sfruttate», sostiene della “Giornata al circo” che papa Francesco ha chiesto per i poveri. Lanciando un appello a Francesco affinché «rivolga il suo sguardo misericordioso e caritatevole ai nostri fratelli più piccoli».

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