giovedì 13 maggio 2010
«Anch’io sono venuto come pellegrino a Fatima, a questa «casa» che Maria ha scelto per parlare a noi nei tempi moderni». Così Benedetto XVI, nell’omelia della Messa celebrata sulla spianata del santuario di Fatima, dove gli si è stretta intorno una grande folla di 500mila persone, numero maggiore di quelle che accolsero Giovanni Paolo II.
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"La folla di circa 500 mila fedeli che hanno partecipato questa mattina alla messa celebrata dal Papa sulla spianata del Santuario di Fatima non è una sorpresa: per il popolo cristiano i viaggi del Papa sono sempre l'occasione per una grande mobilitazione". Lo afferma il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, leggendo il significato di una folla così numerosa, ben oltre quella che aveva accolto a suo tempo Giovanni Paolo II. Per Lombardi "quanto accaduto negli ultimi mesi, con i problemi dello scandalo degli abusi, poteva far pensare che si oscurasse la vitalità, l'attenzione nei confronti del Papa. Ma questo non è avvenuto, questa vitalità non è in crisi per le discussioni dei mesi passati, e il fatto che si manifesti in modo così evidente la forza della fede è molto incoraggiante".Per Lombardi, inoltre, il fatto che Benedetto XVI "attualizzi" il contenuto della profezia di Fatima, anche oltre gli eventi tragici del ventesimo secolo, significa che per lui "la profezia è una scuola di lettura del mondo e degli avvenimenti che sono davanti a noi alla luce della fede". Se qualcuno - osserva il gesuita - ha letto nella visione di Fatima le realtà del secolo ventesimo ha fatto benissimo, perchè quella era l'epoca in cui parlavano i veggenti, ma questo non vuol dire che si chiude la scuola della lettura degli avvenimenti in una prospettiva di fede".LA GIORNATA DEL PAPA«Anch’io sono venuto come pellegrino a Fatima, a questa «casa» che Maria ha scelto per parlare a noi nei tempi moderni». Così Benedetto XVI, nell’omelia della Messa sulla spianata del santuario di Fatima, che questa mattina ha aperto la terza e penultima giornata della sua visita in Portogallo. «Sono venuto a Fatima – ha spiegato il Papa - per gioire della presenza di Maria e della sua materna protezione», perché «verso questo luogo converge oggi la Chiesa pellegrinante»; per pregare «per la nostra umanità afflitta da miserie e sofferenze». Infine, «sono venuto a Fatima, con gli stessi sentimenti dei Beati Francesco e Giacinta e della Serva di Dio Lucia, per affidare alla Madonna l’intima confessione che «amo», che la Chiesa, che i sacerdoti «amano» Gesù e desiderano tenere fissi gli occhi in Lui, mentre si conclude quest’Anno Sacerdotale, e per affidare alla materna protezione di Maria i sacerdoti, i consacrati e le consacrate, i missionari e tutti gli operatori di bene”. Affidando idealmente “al cielo i popoli e le nazioni della terra» e in particolare quanti «vivono nella tribolazione o abbandonati», Benedetto XVI ha espresso il desiderio di «trasmettere loro quella speranza grande» che «qui, a Fatima, si fa trovare in maniera più palpabile».   «Tra sette anni – ha osservato il Papa - ritornerete qui per celebrare il centenario della prima visita fatta dalla Signora «venuta dal Cielo», come Maestra che introduce i piccoli veggenti nell’intima conoscenza dell’Amore trinitario e li porta ad assaporare Dio stesso come la cosa più bella dell’esistenza umana». Dio, ha proseguito il Pontefice, «ha il potere di arrivare fino a noi, in particolare mediante i sensi interiori, così che l’anima riceve il tocco soave di una realtà che si trova oltre il sensibile e che la rende capace di raggiungere il non sensibile, il non visibile ai sensi». A tale scopo, ha tuttavia ammonito, «si richiede una vigilanza interiore del cuore che, per la maggior parte del tempo, non abbiamo a causa della forte pressione delle realtà esterne e delle immagini e preoccupazioni che riempiono l’anima». Secondo il Papa «la fede in Dio apre all’uomo l’orizzonte di una speranza certa che non delude; indica un solido fondamento sul quale poggiare, senza paura, la propria vita; richiede l’abbandono, pieno di fiducia, nelle mani dell’Amore che sostiene il mondo». Di questa «speranza incrollabile e che fruttifica in un amore che si sacrifica per gli altri ma non sacrifica gli altri» sono «esempio e stimolo i Pastorelli, che hanno fatto della loro vita un’offerta a Dio e una condivisione con gli altri per amore di Dio».«Si illuderebbe – ha poi avvertito il Papa - chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi». «L’uomo – ha osservato - ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: "Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e d supplica per la conversione dei peccatori?"». «Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo – ancora parole del Pontefice -, è venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo. In quel tempo erano soltanto tre, il cui esempio di vita si è diffuso e moltiplicato in gruppi innumerevoli per l’intera superficie della terra”, i quali «si sono dedicati alla causa della solidarietà fraterna». «Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni – è l’auspicio conclusivo di Benedetto XVI - affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità».Nel pomeriggio il Pontefice avrà il terzo dei tre incontri che caratterizzano questo suo viaggio in Portogallo, oltre a quelli già avvenuti con il mondo della cultura e con il clero: nella moderna chiesa della Santissima Trinità, Ratzinger vedrà le organizzazioni della pastorale sociale della Chiesa, un'occasione per affrontare i problemi sociali che affliggono la nazione lusitana. Questa terza e penultima giornata del viaggio papale si chiuderà poi nel tardo pomeriggio con un incontro con i vescovi del Portogallo.
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