giovedì 23 maggio 2024
Una ragazza del Costa Rica, studentessa in Italia, operata per un trauma cranico dovuto a un incidente. Dalle sue condizioni disperate è uscita grazie all’intercessione del Beato
Assisi, 10 ottobre 2020: la beatificazione di Carlo Acutis nella Basilica di San Francesco, durante la Messa presieduta dal Cardinal Agostino Vallini

Assisi, 10 ottobre 2020: la beatificazione di Carlo Acutis nella Basilica di San Francesco, durante la Messa presieduta dal Cardinal Agostino Vallini - Agenzia Romano Siciliani

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Un miracolo compiuto per intercessione del beato Carlo Acutis è stato riconosciuto da papa Francesco, e pertanto, in data da definire, egli sarà proclamato santo, passando così dal culto locale, che è proprio dello status di beato, al culto universale che caratterizza i santi canonizzati.

Era da aspettarselo. Tanti lo hanno invocato. Il miracolo riconosciuto ai fini della canonizzazione riguarda una ragazza del Costa Rica, studentessa in Italia, operata per un trauma cranico dovuto a un incidente. Dalle sue condizioni disperate è uscita grazie all’intercessione del Beato, invocato dalla mamma. Davvero questo giovane milanese, morto a Monza nel 2006, approdato poco dopo al cimitero di Assisi, collocato nel 2019 con i suoi resti mortali nel Santuario della Spogliazione, ha bruciato tutte le tappe. Privato della vita terrena a 15 anni, si direbbe che abbia preso la “rincorsa” in Paradiso.

Quello che ho potuto registrare ad Assisi in questi anni supera ogni previsione. Ormai a migliaia e migliaia, e da tutto il mondo, giungono i pellegrini a questo Santuario che è l’ultimo ad essere stato eretto, anche se le sue radici affondano nel primo cristianesimo assisano (il Santuario coincide con il vescovado e la chiesa di Santa Maria Maggiore, antica cattedrale di Assisi) e nel primo francescanesimo. In questo Santuario il Poverello visse le prime battute della sua conversione, spogliandosi fino alla nudità per dire che Gesù valeva ben più delle monete di Bernardone.

Sulle sue orme, ma con un tratto tutto suo, Carlo porta lo stesso messaggio. Di famiglia benestante, amante della vita, della natura, degli animali, dello sport, insomma del bello in tutte le sue forme, e potendosi permettere una vita agiata, si trova, nel fiore dell’età, ad essere spogliato di tutto. Il mondo crolla con la sua leucemia fulminante. Non gli rimane che Gesù, quel Gesù che egli aveva scoperto soprattutto nella presenza eucaristica, diventandone un testimone appassionato e coinvolgente. La sua mostra dei miracoli eucaristici ha fatto il giro del mondo. Francesco si spogliò. Carlo fu spogliato. Entrambi hanno fatto a gara, in due tempi e modi diversi, per additare il cuore dell’annuncio evangelico, quello di un Dio-Amore che non esita a “spogliarsi” della sua gloria, per farsi, nel suo Figlio Gesù, uno di noi, fino alla morte di croce.

Oggi, chi entra nel Santuario della Spogliazione, li trova entrambi all’ingresso, in un dipinto che raffigura Francesco, nella versione di Giotto, e Carlo, con la sua maglietta moderna, entrambi con un volto di cielo. Un gesto li accomuna: additano il Crocifisso e l’altare, il mistero dell’eucaristia. Additano Cristo come segreto della vera gioia. Tutto è bello ciò che viene da Dio. Ma a condizione che sia vissuto nell’amore di Dio. E allora la vita diventa libera, originale, non schiava delle mode. “Originali non fotocopie”, amava dire Carlo Acutis, con uno slogan che era un ideale di vita, riproposto oggi a tanti giovani che sostano davanti alla sua tomba. Quella di Carlo Acutis è davvero una grazia “verticale”, vento e fuoco di Pentecoste, uno di quegli interventi di Dio che sono pura sorpresa, per dare alla Chiesa e al mondo un colpo d’ala. Assisi in queste ore è in festa. Un “assaggio” di ciò che sarà il giorno della canonizzazione che ci auguriamo non lontano.

vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno

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