venerdì 2 ottobre 2020
Il cardinale Ravasi: «La ragione aperta, un tema caro al Papa emerito». Padre Lombardi: «La consegna prevista il 14 novembre»
I premiati: il filosofo francese Jean Luc Marion e la teologa Tracy Rowland

I premiati: il filosofo francese Jean Luc Marion e la teologa Tracy Rowland - Archivio

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Roma Idue vincitori del prestigioso Premio Ratzinger 2020 sono il filosofo francese Jean Luc Marion e la teologa australiana Tracey Rowland. Il premio, giunto alla decima edizione, è stato presentato ieri dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura e membro del comitato scientifico della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger, e da padre Federico Lombardi, presidente del consiglio di amministrazione della stessa Fondazione.

«È prevista un’udienza con papa Francesco il prossimo 14 novembre per la consegna dei riconoscimenti – ha spiegato padre Lombardi – se le condizioni internazionali legate alla pandemia permetteranno ai vincitori di venire a Roma. Altrimenti si farà un incontro unico il prossimo anno con i premiati del 2021».

La Fondazione è stata istituita nel 2010 con la finalità di promuovere studi e pubblicazioni sull’opera e sul pensiero di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI e più in generale di promuovere studi teologici e nelle discipline connesse. Da quattro anni, infatti, il riconoscimento è stato “allargato” a campi non strettamente teologici.

Come ha spiegato Ravasi, «un duplice profilo secondo una formula cara a Benedetto XVI, quello della “ragione aperta” perché la conoscenza non ha solo il canale razionale. Penso a quello estetico: poesia, arte, letteratura, a volte dicono qualcosa di più e spesso meglio» del linguaggio razionale. «Un lascito importante della teologia e del pontificato di Ratzinger» ha sottolineato.

In questo senso il premio, in passato, è andato a un architetto come Mario Botta o a un sociologo come Charles Taylor. Ravasi ha parlato di Marion, che ben conosce essendo membro del suo dicastero, nominato proprio da Benedetto XVI nel 2011, come di «una delle grandi figure del pensiero filosofico, legato alla corrente della fenomenologia francese».

Il cardinale ha evidenziato il nucleo particolare del pensiero di Marion, fondato sull’amore come «relazione con l’altro, sia con la a minuscola in senso orizzontale che con la A maiuscola in dimensione verticale, di trascendenza teologica».

Al premio Ratzinger mancava l’Oceania per raggiungere tutti i continenti e lo ha fatto quest’anno con il riconoscimento a Tracey Rowland. L’opera della teologa australiana è «tendenzialmente orientata ad approfondire l’umanesimo cristiano, uno dei filoni del pensiero di Ratzinger, che ne è il riferimento».

In questa chiave il cardinale Ravasi ha anche sottolineato l’importanza del dialogo interculturale in Benedetto XVI come strada per un proficuo dialogo interreligioso.

Quest’anno non si è potuto tenere il tradizionale simposio internazionale. Come ha spiegato padre Lombardi, era previsto a Beirut ma la situazione legata al Covid e la tragica esplosione nel porto hanno impedito di celebrare l’incontro che avrebbe affrontato le problematiche della Chiesa in Medio Oriente, riallacciandosi al Sinodo.

«Il prossimo anno – ha invece annunciato Lombardi – l’incontro internazionale è previsto negli Stati Uniti e si parlerà del pensiero teologico di Ratzinger nelle università americane».




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