lunedì 28 agosto 2023
È il gesuita Antuan Ilgit, che diventa l’ausiliare del vicariato apostolico. Nato in Germania, ha 51 anni
Padre Antuan Ilgit

Padre Antuan Ilgit - ©Anadolu Ajansı / Jesuits.global

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Un segno di attenzione a una comunità colpita in maniera durissima dal terremoto di sei mesi fa. Ma anche un fatto storico per la piccola ma antichissima Chiesa cattolica della Turchia, che per la prima volta nella sua storia recente potrà contare su un vescovo originario di questa terra. Si può inquadrare così la scelta di papa Francesco che ieri ha nominato il gesuita turco padre Antuan Ilgit come vescovo ausiliare del vicariato apostolico dell’Anatolia; un territorio molto esteso, che comprende città come Iskenderun, Antakya (l’Antiochia degli apostoli), Adana, Mersin, Trabzon.

Cinquantun’anni, già attualmente padre Ilgit era il vicario generale accanto al vescovo Paolo Bizzeti, che dal 2015 guida questa Chiesa di frontiera rimasta per cinque anni senza un proprio pastore dopo l’uccisione a Iskenderun di monsignor Luigi Padovese.

Nato in Germania nel 1972 in una famiglia di emigrati turchi musulmani, tornato giovanissimo in Turchia a Mersin e laureatosi in economia all’università di Ankara, nel 1997 il giovane Antuan si è convertito al cristianesimo e ha iniziato un percorso che l’ha portato nel 2010 a diventare sacerdote e primo gesuita di origini turche.

Proprio a Iskenderun ha vissuto il suo ministero negli ultimi anni, ritrovandosi lo scorso 6 febbraio a dover raccogliere dal tabernacolo l’Eucaristia in mezzo alle macerie della cattedrale. E a prodigarsi con la piccolissima comunità cristiana locale per l’assistenza alle vittime del terremoto.

Poche settimana fa proprio padre Ilgit aveva accompagnato alla Giornata mondiale della gioventù a Lisbona un gruppo di giovani cattolici turchi che papa Francesco aveva voluto personalmente incontrare.

Ora la nomina a vescovo è stata anche per lui una sorpresa. «Voglio essere un segno di speranza per i terremotati, ricostruendo la cattedrale e le case e assistendo gli sfollati - ha raccontato ad AsiaNews commentando la sua nomina -. Come ha detto il Papa a Lisbona, anche nella Chiesa di Turchia c’è posto per tutti e io cercherò di essere al servizio di tutti. La nostra Chiesa è piccola ma ricca di storia, lingue, colori e adesso anche di un vescovo turco».

In un messaggio pubblicato sulla pagina web Amici del Medio Oriente padre Ilgit ricorda le parole che monsignor Padovese gli aveva scritto per la sua ordinazione sacerdotale, avvenuta pochi giorni prima del suo martirio: «Sei un dono per la nostra Chiesa di Turchia; sei un dono prezioso. Ora dai quello che hai ricevuto: pace, consolazione, speranza, carità».

«Come un modo di dire turco insegna saggiamente - aggiunge il nuovo presule - “Una mano non produce nulla, ma due mani fanno un bel suono”. Con l’aiuto di Dio, da vescovo ausiliare cercherò di essere d’aiuto per l’intera Chiesa di Turchia, unendomi a chi già da anni serve la Chiesa con silenzioso impegno e in umiltà, dai confratelli nell’episcopato agli uomini e donne consacrati, provenienti da tutte le parti del mondo, e ai fedeli laici, per promuovere la pace, consolare gli afflitti, soprattutto i terremotati, dare speranza ai giovani, e servire nella carità i rifugiati».

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