venerdì 16 marzo 2018
L'arcivescovo: il Papa ha mantenuto la sua promessa. I momenti più attesi: l'incontro con i piccoli ammalati nella Casa Sollievo e la Messa nel Santuario
Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo

Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo

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Sulla tomba di Padre Pio, nella cripta di Santa Maria delle Grazie, il silenzio è rotto solo dal rumore delle monetine che i fedeli lasciano cadere al di là della grata. Sul pavimento anche biglietti scritti a mano con richieste di intercessioni e di grazie. E tutto intorno una 'corona' di uomini, donne, bambini. Chi si ferma a pregare pochi minuti, chi un tempo più lungo. Una 'processione' ininterrotta. Come sempre. Ma basta poco per capire che questo non è un giorno come gli altri. Giorno di vigilia, giorno di attesa. Perché il pellegrino che sta per giungere è papa Francesco, terzo in ordine di tempo dopo Giovanni Paolo II nel 1987 e Benedetto XVI nel 2009.

«Il Santo Padre è stato di parola e non c’erano dubbi – dice l’arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, Michele Castoro –. Il 6 febbraio 2016, durante la traslazione delle spoglie del santo a Roma in occasione del Giubileo, disse che voleva venire ed ha mantenuto la promessa. Così in un certo senso ricambia la 'visita' che san Pio gli ha fatto allora, come testimone della misericordia».

Gli ultimi preparativi fervono. Sul tetto di Casa Solliveo della Sofferenza, il grande ospedale voluto proprio da padre Pio, sventolano già le bandiere biancogialle, unite a quelle italiane. I tecnici provano i maxischermi posizionati sul sagrato. La gente fa la fila nei punti prestabiliti per ritirare i pass della Messa che sarà il clou della visita a San Giovanni Rotondo (attese 40mila persone), dopo il prologo di Pietrelecina, prima tappa di questo viaggio-lampo, sulla quale torneremo con più particolari domani e che questa sera si preparerà con una Veglia presieduta dall’arcivescovo di Benevento Felice Accrocca. Ma per l’arcivescovo Castoro, c’è un momento in cui si condenserà il cuore dell’itinerario papale. «La carezza del Santo Padre – dice – ai bambini del reparto di oncoematologia pediatrica del Poliambulatorio 'Giovanni Paolo II'. E sarà, appunto, un gesto di misericordia anche questo, dato che i piccoli pazienti hanno ricevuto le 'stimmate' di una grave sofferenza».

Proprio le stimmate di padre Pio sono uno dei motivi ispiratori della visita: 100 anni fa quelle permanenti, davanti al Crocifisso in cui il frate ebbe la visione del Cristo in croce; 50 anni fa la morte. Monsignor Castoro sintetizza: «Papa Francesco attraverso Padre Pio vuole dire agli uomini e alle donne del nostro tempo che Dio non è tanto un giudice pronto a castigare, quanto un Padre pronto ad abbracciare e a perdonare». Secondo il presule, questo è un messaggio già chiaro per i 5,5 milioni di pellegrini che ogni anno arrivano a San Giovanni Rotondo. «Chi viene a pregare sulla sua tomba – afferma – , vuol vedere una traccia della presenza di Dio in questo nostro mondo così secolarizzato e materialistico. Loro capiscono che in padre Pio c’è qualcosa che indica la via dei cieli. Certo molti vengono a chiedere delle grazie, ma la grande forza di questo Santuario è la preghiera. Lo stesso frate santo, quando andavano a chiedergli i miracoli, rispondeva: 'Non li faccio io ma il Signore. Io sono un umile frate che prega'». A distanza di mezzo secolo dalla morte, questa lezione è più attuale che mai. «Casa Sollievo e i gruppi di preghiera – ricorda Castoro – sono i grandi lasciti di san Pio. E così egli da un lato ci richiama all’essenziale, a un cristianesimo vissuto, non fatto solo di parole. Dall’altro la sua vita prova che la fede e la preghiera smuovono le montagne, come prova la sua grande struttura ospedaliera che ormai è uno dei punti di eccellenza del Paese con 900 posti letto e 2.700 dipendenti».

Secondo l’arcivescovo, «l’Italia intera ha bisogno di riscoprire la spiritualità di Padre Pio, cioè un agire ispirato dall’essere in profonda comunione con il mistero del Dio di misericordia». E per questo saranno duemila giovani, stasera, a preparare l’arrivo del Papa, vegliando in preghiera tutta la notte, presente il vescovo Nunzio Galantino, segretario generale della Cei. Giovani, futuro. L’associazione di idee è immediata. «Mi attendo che il Papa rivolga loro una parola domani, anche in vista del Sinodo», conclude Castoro. Padre Pio, il cui corpo sarà spostato questa notte dalla cripta nel santuario di Santa Maria delle Grazie, insieme al Crocifisso delle stimmate, ne sarebbe stato sicuramente felice.


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