mercoledì 22 aprile 2020
Accanto ai già esistenti aiuti delle Caritas locali, nasce il Fondo San Petronio, destinato a chi, a causa dell’emergenza sanitaria, ha perso il lavoro. Come si presenta la richiesta
L'azienda di cancelli automatici Faac, di proprietà della diocesi di Bologna

L'azienda di cancelli automatici Faac, di proprietà della diocesi di Bologna - .

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Alle tante attività di sostegno a chi è in difficoltà, o lo è più del solito, per le conseguenze della pandemia, assicurate dalla Caritas diocesana, da quelle parrocchiali e da numerose realtà caritative, la diocesi di Bologna ha deciso di affiancare un aiuto economico. Per questo ha stanziato un milione di euro, ricavato dai dividendi della Faac (la multinazionale dei cancelli automatici di cui la Chiesa bolognese è proprietaria, avendola ereditata dal precedente padrone) e ha creato il Fondo san Petronio, destinato a chi, a causa dell’emergenza sanitaria, ha perso il lavoro e si trova quindi con gravi problemi economici.

Un’iniziativa voluta dallo stesso arcivescovo cardinale Matteo Zuppi e affidata alla gestione della Caritas diocesana, in stretta collaborazione con le Caritas parrocchiali e con i parroci. Il contributo sarà: 400 euro al singolo, 500 euro alla coppia, 600 euro alla coppia + 1 figlio, 700 euro alla coppia + 2 figli, 800 euro alla coppia + 3 figli. Questi aiuti si prevede siano reiterabili per tre mesi ed erogati già da maggio dopo la fase istruttoria.

La domanda dovrà essere presentata compilando un modulo sul sito diocesano e naturalmente sono richiesti alcuni requisiti: chi chiede sostegno dovrà dichiarare di aver perso in tutto o in parte il lavoro negli ultimi due mesi, la composizione della famiglia, un reddito familiare mensile dal 1 marzo inferiore a 400 euro per persona e di abitare stabilmente nel territorio della Diocesi di Bologna.

Elementi fondamentali per le verifiche saranno i parroci: la domanda infatti verrà indirizzata al parroco della parrocchia di residenza, che effettuerà un riscontro sui dati dichiarati; la Caritas Diocesana collaborerà e incrocerà i dati con i Servizi territoriali.

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