martedì 25 dicembre 2018
L'omaggio, la meraviglia, il ringraziamento senza fine a Dio che si fa Bambino con il più celebre dei canti natalizi. A comporlo sant'Alfonso Maria de' Liguori.
Uno dei "bambinelli", statuine del presepe benedette in piazza San Pietro

Uno dei "bambinelli", statuine del presepe benedette in piazza San Pietro

COMMENTA E CONDIVIDI

È Natale, di fronte a Dio che si fa bambino per salvare ogni uomo, per prendere su di sé tutte le colpe dell’umanità, non resta che la meraviglia e la preghiera, che tante volte diventa anche canto. Uno dei brani più celebri, se non il più noto in assoluto, è sicuramente “Tu scendi dalla stelle”.

Fu composto in napoletano

A comporlo fu Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787), santo campano dottore della Chiesa che originariamente diede forma al canto scritto in napoletano "Quanno nascette Ninno", chiamato anche con il nome "Pastorale" e da cui derivò il brano che tutti conosciamo. Nella prima stesura italiana si chiamava "Per la nascita di Gesù" titolo con cui fu inizialmente pubblicato.

 

Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo.
O Bambino mio divino, io ti vedo qui tremar;
o Dio beato! E quanto ti costò l’avermi amato!
A te, che sei del mondo il Creatore,
mancano panni e foco, o mio Signore.
Caro eletto pargoletto, quanto questa povertà
più m’innamora, giacché ti fece amor povero ancora.
Tu lasci il bel gioir del divin seno,
per venire a penar su questo fieno.
Dolce amore del mio core, dove amore ti trasportò?
O Gesù mio, perché tanto patir? Per amor mio!
Ma se fu tuo voler il tuo patire,
perché vuoi pianger poi, perché vagire?
Mio Gesù, t’intendo sì! Ah, mio Signore!
Tu piangi non per duol, ma per amore.
Tu piangi per vederti da me ingrato
dopo sì grande amor, sì poco amato!
O diletto – del mio petto,
se già un tempo fu così, or te sol bramo
Caro non pianger più, ch’io t’amo e t’amo.
Tu dormi, Ninno mio, ma intanto il core
non dorme, no ma veglia a tutte l’ore
Deh, mio bello e puro Agnello
a che pensi? dimmi tu. O amore immenso,
un dì morir per te, rispondi, io penso.
Dunque a morire per me, tu pensi, o Dio
ed altro, fuor di te, amar poss’io? **
O Maria, speranza mia,
s’io poc’amo il tuo Gesù, non ti sdegnare
amalo tu per me, s’io nol so amare!

 

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: