domenica 20 novembre 2022
Succede a don Virginio Colmegna, che ha presieduto fin dalla nascita, nel 2002, l’istituzione che rappresenta una delle eredità più luminose lasciate dal cardinale Martini
Don Paolo Selmi da gennaio sarà il nuovo vicedirettore Caritas Ambrosiana

Don Paolo Selmi da gennaio sarà il nuovo vicedirettore Caritas Ambrosiana - Fotogramma

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Don Paolo Selmi, sacerdote dell’arcidiocesi di Milano, è il nuovo presidente della Casa della Carità. Succede a don Virginio Colmegna, che ha presieduto fin dalla nascita, nel 2002, l’istituzione che rappresenta una delle eredità più luminose e profetiche lasciate alla Chiesa milanese dal cardinale Carlo Maria Martini. Sempre dal prossimo mese di gennaio, don Selmi – che fu ordinato prete proprio da Martini l’8 giugno 1991 e che, dal settembre 2014, è parroco a Bruzzano, alla periferia nord di Milano – sarà il nuovo vice direttore di Caritas Ambrosiana. A designarlo nel duplice, nuovo incarico, è stato l’arcivescovo Mario Delpini. Che non ha mancato di rivolgere a don Colmegna parole di ringraziamento. «Esprimo sincera ammirazione e intensa gratitudine per l’opera di don Virginio – ha dichiarato l’arcivescovo di Milano – che ha dato alla Casa della Carità il volto di una casa, il prestigio di una cultura, l’incisività di un segno per la città, i tratti di una proposta educativa per molti, a cominciare dai più fragili e poveri».

Don Selmi, prete nelle periferie milanesi

Nato nel 1966 a Settala, popoloso borgo della pianura a est di Milano, don Paolo Selmi è stato ordinato sacerdote dal cardinal Martini nel 1991. Dopo un primo incarico come vicario parrocchiale in Santa Maria del Rosario, a Milano, nel 1996 ha avviato l'unità di pastorale giovanile tra le parrocchie di Santa Bernardetta e San Giovanni Bono alla Barona, alla periferia sud del capoluogo lombardo. Qui don Selmi ha accompagnato ragazzi e giovani con le loro famiglie fino al 2005, quando è stato nominato parroco. Nel 2012 è diventato responsabile della comunità pastorale San Giovanni XXIII, che con le due citate parrocchie comprende anche quella dei Santi Nazaro e Celso alla Barona. Dal settembre 2014 il “trasferimento” all’altro capo della metropoli, sempre in periferia, con la nomina a parroco della Beata Vergine Assunta in Bruzzano. È stato inoltre decano, dal 2010 al 2014 alla Barona e dal 2015 al 2021 ad Affori.

Ora, per decisione dell’arcivescovo Delpini, la designazione a presidente della Casa della Carità, il cui consiglio d’amministrazione – ricorda una nota della diocesi – verrà rinnovato nel gennaio 2023. Delpini «contestualmente ha annunciato l’intenzione di nominare lo stesso don Selmi vice direttore di Caritas Ambrosiana», prosegue la comunicazione. Il sacerdote – che continuerà il suo ministero di parroco – si unirà dunque alla “squadra” chiamata alla guida della Caritas diocesana, la cui direzione dal 2016 è affidata ad un laico, Luciano Gualzetti.

Vent’anni di carità e di cultura

La notizia della nomina di don Selmi alla presidenza della Casa della Carità arriva nei giorni in cui si celebrano i vent’anni di vita dell’opera nata per desiderio del cardinal Martini. Molteplici le iniziative organizzate per l’occasione (info e prenotazioni: casadellacarita.org). Fra queste, mercoledì 23 novembre alle 18, l’incontro della Casa della Carità con i suoi “garanti”, l’arcivescovo di Milano Mario Delpini e il sindaco del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala. Vi è infatti il concorrere di differenti volontà di bene, alle radici di questa storia, e a renderne possibile la prosecuzione in questi vent’anni. Un concorrere che si esprime anche nello statuto della Casa, dove si stabilisce che i “garanti” dell’opera siano proprio il vescovo e il primo cittadino di Milano.

Una prima “radice” è rappresentata dalla visione di Martini, che volle la Casa della Carità come un dono per Milano, dove praticare il valore della gratuità nell’accoglienza dei più fragili, dei poveri, degli “sprovveduti”, come li chiamava il porporato gesuita e biblista che guidò la diocesi ambrosiana per 22 anni fino al 2002. La sfida? Partire dagli ultimi per ripensare la città e costruire amicizia civica. Perciò la Casa è sempre stata luogo di carità operosa ma anche di pensiero, studio, cultura.

Altra volontà decisiva: quella dell’imprenditore Angelo Abriani (cui è dedicata la Casa) che volle destinare ai poveri della città il proprio patrimonio. A rendere possibile la nascita della Fondazione Casa della Carità, fu inoltre il supporto del Comune di Milano, guidato allora dal sindaco Gabriele Albertini. Grazie al voto unanime del Consiglio comunale, fu possibile concedere in diritto di superficie per 99 anni l'edificio (una ex scuola, alla periferia nord est della città) dove ha sede la Casa, e fornire un importante contributo economico per l’avvio delle attività.

La sede di via Francesco Brambilla 10 poté quindi essere inaugurata il 24 novembre 2004 e, con l’arrivo delle prime persone ospiti, avviate le attività sociali dell’accoglienza. Ma già nel marzo di quello stesso 2004 erano partite le attività culturali dell’Accademia della Carità – con un convegno dal titolo “Fiducia e paura nella città” che vide, fra i partecipanti, il sociologo e filosofo Zygmunt Bauman. Carità e cultura mano nella mano fin dal principio, dunque. Nella fedeltà alla visione del cardinal Martini, bussola del cammino di questi vent’anni. In quel cammino don Colmegna si è speso con dedizione piena: nato a Saronno nel 1945, sacerdote dal 1969, già direttore di Caritas Ambrosiana (1993-2003), ha presieduto la Casa della Carità fin dalla nascita della Fondazione, nel 2002. Nel 2017 è fra i soci fondatori di SON-Speranza oltre noi. Lo stesso anno ha ricevuto l’Ambrogino d’Oro, la civica benemerenza del Comune di Milano, per aver fatto “della carità il mezzo e il fine delle proprie azioni”. Ora il passaggio del testimone a don Selmi, dentro questa storia di carità che continua ad essere segno, provocazione feconda e luce per Milano.

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