martedì 5 settembre 2023
A Scala, nel Salernitano la memoria del fondatore del Sovrano militare Ordine di Malta. Il cardinale Tomasi: anche in Ucraina accanto al popolo martoriato, ai senza tetto, ai bisognosi di assistenza
La Messa presieduta dal cardinale Tomasi nell’anniversario della morte del beato Gerardo Sasso

La Messa presieduta dal cardinale Tomasi nell’anniversario della morte del beato Gerardo Sasso - Collaboratori

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Festa grande a Scala, il più paese più antico della “divina costiera amalfitana”, per le celebrazioni in onore di uno dei figli più illustri, il beato Gerardo Sasso, il “padre” del Sovrano militare Ordine di Malta. Il delizioso borgo ha dedicato tre giorni in onore del monaco benedettino che lasciò la casa natale per recarsi in Terra Santa per assistere i pellegrini. Con un programma ricco di eventi religiosi e culturali culminata nella Messa solenne presieduta dal cardinale Silvano Maria Tomasi che ha accompagnato il delicato percorso che ha portato l’Ordine melitense al rinnovo delle sue Costituzioni. La liturgia è stata celebrata ieri, giorno del dies natalis del beato, nel Duomo di Scala dedicato a San Lorenzo. Con il porporato ha concelebrato l’arcivescovo di Amalfi-Cava de’ Tirreni Orazio Soricelli.

Il cardinale Tomasi, nella sua omelia, ha ricordato che beato Gerardo quando nel 1099 ha fondato l’Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni era consapevole di quanto «il Vangelo fosse necessario» e di quanto la sua testimonianza d’amore non dovesse «mancare proprio nella terra dove Gesù ha vissuto la sua esistenza terrena». Ecco quindi la decisione di recarsi a Gerusalemme «per dedicarsi con passione all’ospitalità e all’assistenza sanitaria dei pellegrini di ogni fede e di ogni razza».

Una missione questa che è stata portata avanti e attualizzata dall’Ordine di Malta che con i suoi cavalieri e le sue dame, ha sottolineato Tomasi, continua a soccorrere le popolazioni in difficoltà «non per ultimo in Ucraina dove, con la follia inaudita e ingiustificabile della guerra in corso», è «in prima linea accanto alla popolazioni martoriate, ai senzatetto, e agli anziani e ai bambini bisognosi di assistenza». Il cardinale ha anche annunciato che il postulatore della causa del beato Gerardo, Gualtiero Ventura, ha consegnato a papa Francesco la richiesta ufficiale di canonizzazione per equipollenza, invitando a pregare affinché il Pontefice decida in senso favorevole, in modo che si possa «finalmente venerare fra’ Gerardo come santo!». Alla liturgia hanno assistito il Gran maestro dell’Ordine di Malta, fra’ John T. Dunlap (per la prima volta a Scala, «ma non sarà l’ultima», ha promesso), accompagnato dal Gran cancelliere Riccardo Paternò di Montecupo e dall’ambasciatore presso la Santa Sede Antonio Zanardi Landi.

Oltre al momento religioso, particolarmente intenso, la tre giorni che il comune di Scala guidata dal sindaco Ivana Bottone, affiancata dal vice Luigi Mansi e con la preziosa collaborazione di un altro figlio di queste terre, padre Enzo Fortunato («dinamico ed instancabile promotore d iniziative spirituali e culturali», parole di monsignor Soricelli) è stata arricchita da ulteriori momenti di rilievo. La lectio di Vittorio Sgarbi, sottosegretario del Ministero dei Beni Culturali, sulla “Decollazione di san Giovanni Battista” della Cattedrale di La Valletta, il grande capolavoro dipinto da Caravaggio a Malta, unico firmato dal Merisi, ed un concerto del maestro Uto Ughi, ma non solo. Alla presenza del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano è stato presentato il docufilm “Beato Gerardo, il guerriero senza spada”, lavoro ideato e condotto da padre Fortunato, per la regia di Marco Capasso, andato in onda ieri su Rai 3 («interessante e spettacolare» è stato il commento di monsignor Soricelli).

Di particolare interesse è stata poi presentazione del libro dell’illustre arabista Bartolomeo Pirone “Firmani e altri documenti sul Santo Cenacolo” (Edizioni Terra Santa). Alla presenza di di Salvatore Ulisse di Palma, presidente del Rotary Club Costiera Amalfitana, ne ha parlato con l’autore padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, che ha elogiato l’opera definendola «un monumento», perché raccoglie, tradotti in italiano, tutti i documenti dell’amministrazione turco ottomana riguardanti il Santo Cenacolo. Una volume che dimostra come per il santuario del santo Cenacolo i frati francescani della Custodia di Terra Santa siano stati i soli e unici proprietari in nome della Santa Sede.




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