mercoledì 31 agosto 2022
Sono terminati i lavori della Riunione dei cardinali sulla nuova Costituzione Apostolica "Praedicate Evangelium". E poi si è discusso sul Giubileo sulla Speranza del 2025
Papa Francesco incontra i cardinali

Papa Francesco incontra i cardinali - Vatican Media / Ansa-Epa

COMMENTA E CONDIVIDI

Con la sessione pomeridiana che ha preceduto la Messa presieduta da Papa Francesco in San Pietro sono terminati i lavori della Riunione dei cardinali sulla nuova Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium. «All’incontro con il Santo Padre, svoltosi in un clima fraterno – ricorda una succinta nota diffusa dalla Sala Stampa vaticana al termine dei lavori –, hanno partecipato in poco meno di 200 tra cardinali, patriarchi orientali e superiori della Segreteria di Stato».

«I lavori in gruppi linguistici e i confronti in Aula – spiega il comunicato – hanno dato modo di confrontarsi liberamente su molti aspetti relativi al Documento e alla vita della Chiesa, mentre l’ultima sessione di questo (ieri per chi legge, ndr) pomeriggio è stata dedicata al Giubileo sulla Speranza del 2025».

Più dettagliate le informazioni diffuse da VaticanNews che ha accennato gli argomenti toccati nei gruppi linguistici dove si è riflettuto, seguendo una «traccia» prestabilita, sugli elementi di novità ma anche le «sfide» che la Praedicate Evangelium introduce per la Curia Romana e, allo stesso tempo, per la Chiesa universale.

Tra queste: la trasparenza finanziaria, la sinodalità, l’assetto degli organigrammi curiali, la missionarietà, l’annuncio del Vangelo in un’epoca come quella attuale, la formazione del personale, la spiritualità della Curia e, soprattutto, il tema dei laici e il loro eventuale ruolo ai vertici di alcuni Dicasteri. Stabilendo che, al contrario della prassi precedente, la «potestà di governo nella Chiesa non viene dal Sacramento dell’Ordine, ma dalla missione canonica» ricevuta dal Papa con il conferimento dell’ufficio, la Costituzione permette l’attribuzione delle cariche apicali nella Curia Romana anche ai laici e alle laiche.

«Quando si lavora in piccoli gruppi – ha raccontato il cardinale Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino a Vatican News – è più facile confrontarsi e dialogare. Il tema sappiamo che è il confronto aperto e sereno sulla nuova Costituzione e in particolare sulla sua applicazione, su come metterla in pratica. Nei gruppi più che elementi di novità, sono state messe in rete alcune idee... È possibile che ci siano dei passaggi che aiutano la comprensione di alcuni elementi che risultano meno chiari, meno evidenti, in particolare quello che riguarda la presenza dei laici anche in funzioni apicali dei Dicasteri. È questa una porta aperta che speriamo si possa percorrere nel modo migliore».

Il cardinale arcivescovo di New York, Timothy Dolan ha parlato di «bella esperienza» e di incontro «straordinariamente edificante». «Nessun conflitto, crisi o polemica, contrariamente a quanto si legge sui giornali, ma arricchimento reciproco». Così -riferisce il Sir - i cardinali Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, e Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, descrivono il clima della Riunione colloquiando con alcuni giornalisti a margine dell’incontro.

«Mi ha toccato il clima pacifico, la sinodalità, il clima dialogante, la voglia di andare avanti e non indietro, di collaborare insieme nonostante le differenze – ha riferito Kasper –. Tutti hanno ringraziato il Papa per le sue parole profetiche di ieri (lunedì, ndr), che hanno esortato a iniziare un processo». «Nessuna polemica o conflitto, anche se naturalmente le situazioni dei vari Paesi sono diverse: ma l’unità non è uniformità», ha precisato il teologo tedesco.

Quanto ai contenuti del breve intervento introduttivo di Francesco all’apertura della prima sessione di lunedì mattina, Kasper ha reso noto che Francesco ha fatto cenno al brano degli Atti degli Apostoli in cui si parla dell’elezione dei diaconi: «La Chiesa ha reagito, ed è così che deve fare anche oggi: bisogna reagire, considerare le situazioni alla luce del Vangelo e rispondere alle nuove situazioni». «Andare avanti»: è l’imperativo che, secondo Schönborn, sintetizza i lavori di questi due giorni.

«Il Sinodo è camminare insieme, e questo che abbiamo compiuto è un passo», ha commentato: «Per quanto mi riguarda, ho insistito sulla riforma economica e finanziaria, in cui si sono fatti grandi passi avanti. È un buon segno». «Ci si ascolta nella comunione», il bilancio complessivo: «pur nelle differenze delle situazioni tra i vari Paesi, c’è un arricchimento reciproco».

Tra i porporati presenti, Schönborn ha menzionato Giorgio Marengo, prefetto apostolico di Ulaanbaatar, in Mongolia, il più giovane del Collegio cardinalizio: «È molto piaciuto», ha detto il cardinale austriaco ai giornalisti.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: